Organizzava la veglia su Piazza Tienanmen. Arrestata a Hong Kong
Quattro membri chiave dell’associazione che a Hong Kong organizzava la veglia di commemorazione della strage di Piazza Tienanmen sono stati arrestati ieri. Tra di loro c’è anche la vicepresidente Chow Hang-tung, che in un’intervista rilasciata a giugno a Tempi affermava:
«Il nostro presidente (Lee Cheuk-yan, ndr) è già in carcere e credo che anch’io finirò presto in prigione. Del resto, quando ti opponi a una dittatura che cosa puoi aspettarti di diverso? Ho un po’ paura, ma so che è la cosa giusta da fare».
La repressione legata a Tienanmen
La polizia per la sicurezza nazionale, quella incaricata di applicare la legge capestro che ha demolito l’autonomia della città, aveva chiesto all’Alleanza di Hong Kong a sostegno dei movimenti patriottici e democratici cinesi di consegnare entro il 7 settembre i dati personali di tutti coloro hanno lavorato per l’associazione negli ultimi 32 anni. L’associazione si è rifiutata e così Chow, che aveva invitato tutti i cittadini a «continuare a resistere» nonostante fosse già implicata in altri processi, Simon Leung, Sean Tang e Chan To-wai sono stati arrestati.
Le retate della polizia sono arrivate a neanche 24 ore di distanza dal commento sulla vicenda fatto dal ministro per la Sicurezza Chris Tang, secondo il quale servivano «azioni rapide ed efficienti». Quando si tratta di reprimere le libertà individuali il governo di Hong Kong, così come il suo padrone, il regime comunista cinese, non conoscono rivali.
Le amnesie del regime
Parlando martedì dell’Alleanza, la governatrice Carrie Lam ha negato che la pressione effettuata sul gruppo sia un modo per reprimere la società civile. «Sono loro che non obbediscono alla legge e che quindi non possono fare parte della società civile», ha detto in sostanza Lam, sorvolando sul fatto che la legge sulla sicurezza nazionale è stata introdotta nell’ordinamento in modo incostituzionale da Pechino e viola tutti i diritti civili e umani della popolazione, compresi quelli espressamente riconosciuti dalla Basic Law.
Altri importanti membri dell’Alleanza come Lee Cheuk-Yan e Albert Ho sono stati arrestati nei mesi scorsi, insieme a decine di altri attivisti, per il loro impegno politico e sociale. Non stupisce che il governo di Hong Kong abbia deciso di smantellare l’Alleanza, dal momento che dal 1990 organizza una veglia partecipata da centinaia di migliaia di persone per ricordare la strage comunista del 4 giugno 1989.
Negli ultimi due anni la veglia è stata bandita dalle autorità con la scusa della prevenzione della pandemia da Covid-19. Poiché, però, questa motivazione non può reggere per sempre, il governo ha deciso di sciogliere direttamente l’associazione con la forza, incarcerando tutti i suoi membri.
«Vinceremo la battaglia per Hong Kong»
Commentando l’incredibile numero di leggi assurde approvate dal governo nell’ultimo anno (dal divieto di votare scheda bianca alle elezioni alle multe per chi non si presenta in Parlamento ad approvare le leggi della maggioranza, dall’avvertimento a non comprare i giornali pro democrazia ai corsi di indottrinamento comunista per bambini nelle scuole), Chow concludeva parlando con Tempi:
«La gente non ha smesso di combattere per Hong Kong. Siamo in tanti a non voler tollerare leggi ingiuste e persecuzioni. La situazione è critica, ma finché la gente non perderà la speranza, la battaglia per Hong Kong non sarà persa».
Foto Tempi
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