Tienanmen. La mannaia comunista dell’oblio cala anche su Hong Kong

Di Leone Grotti
26 Maggio 2021
Per il secondo anno di fila viene cancellata la veglia di commemorazione del massacro del 1989. Anche la tv pubblica cancella i riferimenti a Tienanmen
Membri dell'Alleanza organizzano una maratona a Hong Kong per ricordare la strage di Piazza Tienanmen

Anche se non ufficialmente, ricordare il massacro di Piazza Tienanmen è ormai proibito anche a Hong Kong. L’ex città autonoma era l’unico luogo in tutta la Cina dove si poteva ancora conservare la memoria pubblica della strage degli studenti, pianificata e portata a termine dal regime comunista cinese nel 1989. Purtroppo, da quando è entrata in vigore la legge sulla sicurezza nazionale, imposta da Pechino all’ex colonia, la mannaia della censura e dell’oblio è calata anche su Hong Kong.

Bandita la veglia per Tienanmen

Anche quest’anno è stata infatti bandita l’annuale veglia di commemorazione, che si tiene fin dal 1990 il 4 giugno al Victoria Park. All’ultimo raduno del 2019 hanno partecipato decine di migliaia di persone, mentre l’anno scorso la veglia è stata vietata a causa del Covid-19. Migliaia di cittadini di Hong Kong si sono comunque riuniti al Victoria Park e 24 leader democratici si trovano alla sbarra, o sono già stati condannati, per aver «organizzato o partecipato a una manifestazione non autorizzata».

La prossima veglia non è stata bandita nero su bianco, ma la polizia non ha mai risposto alla richiesta dell’Alleanza di organizzare l’evento come ogni anno. «Non penso che si faranno vivi», ha dichiarato a proposito la vicepresidente dell’Alleanza, Chow Hang-tung. «Non siamo ottimisti».

Censura e oblio in Cina

L’Alleanza ha comunque lanciato un evento internazionale, chiedendo a qualunque persona in ogni parte del mondo di accendere una candela il 4 giugno alle 8 di sera per ricordare le centinaia, se non migliaia di cinesi uccisi dai carri armati e dall’Esercito popolare di liberazione nel 1989. «Accendete una candela dovunque vi troviate. Anche chi non si trova a Hong Kong può così ricordare le vittime».

In Cina è vietato parlare o scrivere della strage del 1989, derubricata ufficialmente dalle autorità a «incidente». L’episodio non si studia a scuola e ogni riferimento al massacro viene censurato da 32 anni sui giornali e su internet. Sul web è vietato pubblicare notizie e foto riguardanti l’uccisione degli studenti, così come non si possono fare ricerche sui numeri “4” e “6”, le date che indicano il giorno della strage.

A Hong Kong la tv cancella la strage

Ed è per denunciare la censura del regime comunista che poche settimane fa i membri dell’Alleanza a Hong Kong hanno organizzato una maratona per le strade della città. I partecipanti indossavano una maglietta con scritto: «La gente non dimenticherà mai». Sullo sfondo, la Città proibita che si affaccia su Piazza Tienanmen a Pechino e la data “35 maggio” per sfuggire alle maglie della censura.

Anche se il governo nega che commemorare il massacro di Piazza Tienamen sia illegale, i fatti dimostrano che ogni riferimento è ormai impossibile. Non solo le veglie degli ultimi due anni sono state bandite, non solo alcuni leader democratici che hanno partecipato alla veglia proibita sono stati condannati al carcere o andranno presto a processo (11 giugno), ma pochi giorni fa l’emittente governativa (ma indipendente, almeno in teoria) Rthk ha cancellato dal web e dal proprio sito internet lo spezzone di un programma nel quale venivano inquadrati i maratoneti dell’Alleanza.

«Bisogna chiedere il permesso»

Un portavoce ha dichiarato che lo spezzone, inserito in un programma dedicato ai lavori del Parlamento, Legco Review, è stato cancellato perché non pertinente allo scopo del programma. Legco Review è stato anche tolto agli autori e affidato a una produzione esterna. Una nota di Rthk ha anche dichiarato che «non è proibito parlare di Piazza Tienanmen, ma bisogna prima chiedere il permesso al comitato editoriale».

Da quando l’emittente Rthk è stata affidata l’1 marzo alla direzione di Patrick Li, che non si è mai occupato di media in tutta la sua vita, dieci programmi sono stati cancellati perché troppo favorevoli alle proteste contro il governo e troppo critici verso Pechino. La censura comunista avanza inesorabile anche a Hong Kong, ma come dichiarato dalla vicepresidente dell’Alleanza Chow in un’intervista uscita sull’ultimo numero di Tempi, «la gente non ha smesso di combattere per Hong Kong. Siamo in tanti a non voler tollerare leggi ingiuste e persecuzioni. La situazione è critica, ma finché la gente non perderà la speranza, la battaglia per Hong Kong non sarà persa».

@LeoneGrotti

Foto Scmp

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