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La preghiera del mattino

Il fascismo che non c’è più e quello che c’è (ma nessuno vede)

Di Lodovico Festa
26 Aprile 2024
Mentre i neo tromboni come Scurati ci ammorbano con le loro scemenze, riemergono a sinistra i germi di una cultura che vuole impedire agli altri di manifestare, parlare, esistere. Rassegna ragionata dal web
In occasione della Festa della Liberazione, scontri e tensione con la polizia alla manifestazione del Coordinamento per la Pace
In occasione della Festa della Liberazione, scontri e tensione con la polizia alla manifestazione del Coordinamento per la Pace "Viva la repubblica antifascista" a Milano, 25 aprile 2024 (Ansa)

Su Open Antonio Scurati dice: «il rischio per le democrazie liberali è qui e ora».

Sarà difficile perdonare quel funzionario Rai che trattando con stupida malagrazia Scurati ha trasformato un bravo scrittore in un insopportabile trombone. È noioso, peraltro, tornare a polemizzare con le nuove scemenze scuratiane, ma d’altro verso è indispensabile perché oggi l’Europa deve affrontare grandi rischi che, al contrario di quel che pensa il neo trombone, non vengono principalmente da destra. È vero che ci sono state forzature autoritarie in Polonia e in Ungheria, ma sono più il lascito dei passati regimi comunisti che del ritorno del fascismo. È vero che ci sono alcune tendenze razziste che prendono spunto dalle vicende dell’immigrazione da contrastare con fermezza, però non sono al momento il vero problema. Problema che è invece costituito dalla formazione di un asse tra una Cina che da classico regime comunista si è trasformata in un dispotismo di tipo asiatico neo tecnologico con tende...

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