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Ecco come la legge cinese reprime i diritti umani a Hong Kong

Ecco come la legge sulla sicurezza nazionale cinese distrugge la vita della città e instaura il terrore comma per comma

Alleanza di Hong Kong
04/07/2020 - 3:00
Esteri
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Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione del commento alla legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore l’1 luglio, 23esimo anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina, scritto dall’Alleanza di Hong Kong a sostegno dei movimenti democratici e patriottici in Cina. L’organizzazione, attualmente guidata da Lee Cheuk-yan (che ha appena scritto un articolo per Tempi), organizza ogni anno la veglia di commemorazione delle vittime del massacro di Piazza Tienanmen. Per la prima volta dal 1990, quest’anno la veglia è stata bandita a Hong Kong.

Dopo tre giorni di riunioni, la Commissione permanente del Congresso nazionale del popolo ha varato la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, che è stata ufficialmente promulgata entrando in vigore a partire dalle 11 di sera del 30 giugno 2020. La definizione dei crimini nella legge è ambigua e dalle maglie larghissime e alle agenzie governative pertinenti viene attribuito un potere supremo.

VIOLATO COMPLETAMENTE LO STATO DI DIRITTO

Il Partito comunista cinese afferma che «colpirà soltanto un numero molto esiguo di persone». Ma questa è niente più che una menzogna. La legge sulla sicurezza nazionale è come una spada di Damocle che pende sulla testa del popolo di Hong Kong. Minaccia direttamente la libertà di milioni di abitanti di Hong Kong con lo scopo di governare attraverso il terrore. In particolare, le seguenti disposizioni della legge violano completamente lo stato di diritto a Hong Kong e i diritti umani del popolo di Hong Kong:

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Articolo 13: La commissione per la salvaguardia della sicurezza nazionale nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong non è soggetta al controllo della giustizia e di conseguenza è essenzialmente al di là della legge.

OGNI OPPOSIZIONE AL PARTITO DIVENTA UN CRIMINE

Capitolo III: La definizione di “secessione” enfatizza che il comportamento criminale non è limitato all’utilizzo della forza e chiaramente colpisce anche la pacifica espressione del pensiero. Il suo ambito è vasto. Combinando “il ribaltamento e il danneggiamento del sistema fondamentale della Cina” con l’espressione “la leadership del Partito comunista cinese è la più essenziale caratteristica del socialismo con caratteristiche cinesi” viene criminalizzata l’opposizione alla dittatura del partito unico.

La definizione di “attività terroristiche” include quasi tutti i tipi di crimini. Copre anche “altre attività pericolose che seriamente mettono a repentaglio la salute pubblica, la sicurezza o l’incolumità”, che sembra includere atti di non cooperazione e atti di resistenza, prevedendo per essi pene fino all’ergastolo.

ISOLARE IL POPOLO DI HONG KONG

Il crimine di “collusione con un paese straniero” è ridicolo, dal momento che sembra criminalizzare gli scambi con le organizzazioni internazionali e straniere. La sua intenzione è di isolare il popolo di Hong Kong dalla comunità internazionale.

L’articolo 35 stipula che una persona che viene condannata da una corte per un crimine che danneggia la sicurezza nazionale non potrà candidarsi alle elezioni a tutti i livelli né ottenere un posto pubblico. Questo introduce essenzialmente a Hong Kong la “privazione di diritti politici” frequentemente imposta a chi viene condannato in Cina.

PROCESSI SEGRETI E CARCERAZIONE PREVENTIVA

Gli articoli 37 e 38 sottolinenano che sia i residenti di Hong Kong che i non residenti possono essere accusati anche se commettono i crimini stabiliti dalla legge sulla sicurezza nazionale all’estero. Così si crea un deterrente per i partner locali e internazionali che sostengono Hong Kong dal venire in città.

L’articolo 41 autorizza i processi segreti. L’articolo 42 autorizza la carcerazione preventiva durante il processo. L’articolo 43 autorizza la sorveglianza segreta e la deprivazione del diritto a non rispondere degli interrogati, distruggendo completamente la protezione dei diritti individuali previsti dal codice penale di Hong Kong.

IL MODELLO “UN PAESE, DUE SISTEMI” È MORTO

Articolo 44: I giudici vengono designati dal capo esecutivo, che permette l’interferenza palese della politica nello stato di diritto.

L’articolo 54 dà all’ufficio per la Salvaguardia della sicurezza nazionale l’autorità di gestire le organizzazioni non governative straniere e quelle della stampa, interferendo direttamente con la libertà di espressione e associazione.

Gli articoli che vanno dal 55 al 57 affidano alla sicurezza pubblica, giustizia e procura cinese la giurisdizione su alcuni casi. È inclusa l’applicazione diretta del codice di procedura penale cinese, che può riguardare perfino la cosiddetta “sorveglianza residenziale in una località designata” (cioè detenzione segreta), che permette di far sparire una persona senza che abbia accesso ai suoi familiari o all’avvocato. Questo distrugge completamente il modello “Un paese, due sistemi”.

LA LEGGE SUI DIRITTI UMANI È ORA CARTA STRACCIA

L’articolo 62 afferma: “Questa legge prevarrà sulle leggi locali di Hong Kong nelle parti in cui entrino in conflitto”. Questo implica che l’attuazione della legge sulla sicurezza nazionale in ultima istanza non è soggetta alle leggi di Hong Kong, inclusa la legge sui diritti umani.

Guardando indietro alla storia della soppressione della società civile da parte del Partito comunista cinese, della persecuzione dei dissidenti, della presunzione di colpevolezza, i crimini di “sovversione del potere statale” e “separatismo” sono tra quelli più frequentemente abusati, mentre il legame con organizzazioni straniere è un classico elemento per essere sospettato.

ATTIVISTI, AVVOCATI, RELIGIOSI CONDANNATI IN CINA

Il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo ha invocato la riforma costituzionale della Cina per ottenere una democrazia multipartitica ed è stato il primo firmatario di Carta 08. È stato condannato a 11 anni di prigione per “incitamento alla sovversione del potere statale” e alla fine è morto in custodia.

L’avvocato Wang Quanzhang ha difeso i gruppi più deboli e per questo è stato condannato a 4 anni di carcere per “sovversione del potere statale”. Il pastore Wang Yi ha organizzato una chiesa domestica ed è stato condannato a 9 anni di prigione per “incitamento alla sovversione del potere statale”. Il dissidente Chen Xi ha organizzato un evento commemorativo di Piazza Tienanmen chiamato “Seminario sui diritti umani a Guizhou” ed è stato condannato a 10 anni di carcere per “incitamento alla sovversione del potere statale”.

Il professore universitario Ilham Tohti ha parlato dei problemi sociali degli uiguri, inclusa la discriminazione, e ha promosso il dialogo tra etnia uigura e han, ma è stato arrestato per “separatismo” e condannato all’ergastolo. Il sito di Liu Feiyue sosteneva i prigionieri di coscienza in Cina. Poiché ha invocato la “liberazione dei criminali che danneggiano la sicurezza nazionale” è stato accusato di “incitamento alla sovversione” e condannato a 5 anni di carcere. Le sue proprietà, pari a un milione di dollari, sono state confiscate.

Zhang Haitao si è appellato alla comunità internazionale perché facesse attenzione alla situazione nel Xinjiang e ha fornito ai media stranieri informazioni sulla resistenza locale. È stato condannato a 19 anni di carcere per aver fornito “informazioni di intelligence all’estero” e “incitato alla sovversione nel paese”. Xie Wenfei a Guangzhou è stato dichiarato colpevole di “incitamento alla sovversione del potere statale”. Una delle prove è che ha mostrato un cartello con la scritta “Aboliamo la dittatura del partito unico” in strada.

DONATE PER UN MUSEO SU TIENANMEN ONLINE

Le leggi sulla sicurezza nazionale in Cina hanno una lunga storia di utilizzo allo scopo di perseguitare i dissidenti. Agli occhi del Partito comunista cinese, le “attività che danneggiano la sicurezza nazionale” includono ogni tipo di opposizione. Istigazione, collusione e altri termini verranno applicati alla libera espressione e organizzazione con l’intenzione di distruggere la società civile di Hong Kong.

Davanti alla legge sulla sicurezza nazionale, la posizione dell’Alleanza di Hong Kong non muta e continuiamo ad aderire ai cinque obiettivi operativi, inclusi la fine della dittatura del partito unico, preservare la memoria di Piazza Tienanmen e sostenere il movimento democratico in Cina. Ad ogni modo, a causa dei rischi sempre più gravi, dobbiamo anche pensare a strategie per preparare una battaglia a lungo termine. Una delle nostre risposte è questa: “Memoria del 4 giugno: museo dei diritti umani“. Anche se il museo del 4 giugno potrebbe un giorno essere chiuso a forza, dobbiamo preservare la storia del movimento democratico del 1989 in altri modi. Il museo lancia ora una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 1,5 milioni di dollari di Hong Kong (175 mila euro, ndr). Nell’anno che viene, tutti o documenti verranno digitalizzati e la verità storica sarà presentata a tutto il mondo così che il Partito comunista cinese non possa alterare la storia e cancellare la memoria.

Foto Ansa

Tags: diritti umanipartito comunista cinese
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