La crocifissione di Jimmy Lai

Di Leone Grotti
27 Febbraio 2024
Un dipinto della crocifissione, realizzato in carcere a Hong Kong dal magnate e attivista pro democrazia Jimmy Lai, è stato esposto nella cappella della Catholic University of America a Washington
Un dipinto della crocifissione di Gesù realizzato in carcere a Hong Kong da Jimmy Lai
Un dipinto della crocifissione di Gesù realizzato in carcere a Hong Kong da Jimmy Lai nel 2022 (Cua)

Gesù crocifisso al centro, affiancato da otto fiori d’arancio. È il soggetto del quadro disegnato da Jimmy Lai, il magnate in carcere da oltre 1.150 giorni solo per aver difeso la libertà e la democrazia a Hong Kong. Il dipinto, tratteggiato nella prigione Stanley il 13 agosto 2022 dal prigioniero politico convertito al cattolicesimo, è stato esposto a Washington nella cappella dedicata a San Michele Arcangelo nella Catholic University of America.

La crocifissione di Jimmy Lai

Il dipinto è stato esposto il 22 febbraio e benedetto dal cappellano padre Aquinas Guilbeau. Presente alla cerimonia padre Robert Sirico, fondatore dell’Acton Institute, ha dichiarato che il quadro «testimonia non solo la battaglia di Jimmy Lai, ma quella di tutto il popolo di Hong Kong e di tutti i cinesi che, attraverso la fede, resistono all’oppressione».

Il fondatore dell’Apple Daily, il più importante giornale pro democrazia di Hong Kong, oggi chiuso dalle autorità, è il simbolo della resistenza pacifica della popolazione dell’isola al regime comunista cinese. Dopo l’inserimento (illegale) nella mini Costituzione di Hong Kong da parte di Pechino della legge sulla sicurezza nazionale, il grimaldello utilizzato per scardinare lo stato di diritto sull’isola, Jimmy Lai sapeva che il Partito comunista non gli avrebbe mai perdonato la sua decennale opposizione al regime.

Ma il magnate, convertito al cattolicesimo nel 1997, ha deciso di restare in città e di testimoniare con la sua vita gli abusi perpetrati dalla dittatura. Come dichiarato in un’intervista a Tempi dal figlio Sebastien Lai, «senza la fede non potrebbe esserci la sua lotta per la libertà. I principi che difende sono diretta emanazione della sua fede. E per la sua fede sta pagando più di quanto si creda: se non fosse stato cattolico, infatti, non gli avrebbero dato così tanti anni di carcere.  Lui però sa di fare la cosa giusta e per questo il suo cuore è in pace. Non solo: continua a preoccuparsi per chi sta fuori dal carcere, nonostante la sua difficile condizione».

Il quadro della crocifissione di Jimmy Lai è stato esposto alla cappella dedicata a San Michele arcangelo nella Catholic University of America a Washington
Il quadro è stato esposto alla cappella dedicata a San Michele arcangelo nella Catholic University of America a Washington (Cua)

Il regime vieta a Jimmy Lai di disegnare Gesù

Dopo essere stato condannato in processi minori, Jimmy Lai è alla sbarra da fine dicembre per rispondere dell’accusa ridicola di collusione con forze straniere per la sovversione dello Stato. Se verrà riconosciuto colpevole da un sistema giudiziario che non ha più nessuna parvenza di legalità e terzietà, rischia l’ergastolo.

In carcere da oltre 1.150 giorni, ha passato la maggior parte della detenzione in isolamento. Come dichiarato a Tempi da alcune fonti vicine al magnate, fin dall’inizio della sua prigionia Lai ha disegnato soggetti sacri ma le autorità gli hanno ora impedito di realizzare crocifissi e immagini di Gesù Cristo.

«Jimmy Lai rappresenta la libertà»

Alla cerimonia di esposizione del dipinto di Jimmy Lai, c’era anche il presidente dell’università cattolica, Peter Kilpatrick: «Lai rappresenta la resistenza alla vera oppressione, rappresenta la libertà». Era presente anche il grande attivista cinese, Chen Guangcheng, l’avvocato cieco che ha fatto scoprire al mondo la piaga degli aborti forzati in Cina prima di intraprendere una rocambolesca fuga negli Stati Uniti.

Chen ha dichiarato: «Jimmy Lai è una brava persona. Ha usato il suo giornale per cercare la verità. Ecco perché il Partito comunista lo perseguita. Penso che se le popolazioni e i governi dell’Occidente si schierano con Hong Kong, la situazione può ancora cambiare».

@LeoneGrotti

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.