Un altro mondo è possibile e c’è già. È la Russia di Vladimir Putin, anche se l’Occidente si rifiuta di capirlo

Di Mattia Ferraresi
28 Settembre 2014
Grande intervista a John Mearsheimer, l'ultimo dei realisti americani, convinto che la guerra in Ucraina è colpa dell'espansionismo della Nato e della tracotanza "liberal"

New York. Le letture occidentali della crisi ucraina sono leggere variazioni su un tema che non ammette discussioni. La Russia è la potenza tracotante in cerca di spazio vitale; l’Ucraina la nazione oppressa che guarda a ovest per ottenere le libertà negate dal Cremlino. Vladimir Putin è un dittatore da romanzo distopico, una riedizione della leadership zarista con profonde interpolazioni sovietiche e idrocarburi con cui mantiene la sua legittimità, erede naturale di alcune fra le cose peggiori accadute nei due secoli che hanno preceduto quello corrente.

john-mearsheimer-fotoNon c’è dubbio su chi, in questa guerra, sia l’aggressore e chi l’aggredito, su chi si trovi «dalla parte giusta della storia», per attingere dalla fraseologia di Barack Obama, e chi invece la storia la vorrebbe congelare in uno status quo imperialista e retrogrado, un buco nero fatto di corruzione, violenza, ingiustizia sociale, sperequazione, negazione sistematica dei diritti, uso sbrigliato della forza tanto nelle piazze domestiche quanto sui confini. Di solito elenchi del genere si chiudono con inquietanti immagini della conferenza di Monaco.

John Mearsheimer (foto a destra), professore di scienze politiche all’Università di Chicago ed esponente della scuola realista, la pensa al contrario. Questa lettura del presente, spiega in un’intervista a Tempi, è viziata dallo stesso pregiudizio ideologico che ha annebbiato la vista dell’Occidente negli anni che hanno seguito il collasso dell’Unione Sovietica.

È davvero così chiaro chi è l’aggressore e chi l’aggredito? Putin è davvero il leader paranoico e assetato d’influenza geostrategica che il mondo rappresenta? Mearsheimer sostiene che in realtà quello che sta succedendo sul confine ucraino è da imputare all’Occidente, che dalla fine della Guerra fredda ha promosso l’espansione della Nato a est pur sapendo che questo atteggiamento avrebbe scatenato la reazione della Russia. La crisi ucraina è l’inevitabile conseguenza di un processo in atto da oltre vent’anni. «A Washington la cosa può non piacere, ma deve capire la logica» delle azioni di Putin, ha scritto in un saggio breve sulla rivista Foreign Affairs.

Il punto troppo spesso trascurato è la discrepanza fra le concezioni geopolitiche di America e Russia. La Russia è una potenza realista interessata a mantenere a distanza le potenze in competizione; l’America, invece, ha aderito alla “visione del mondo liberale”, la quale postula la naturale convergenza di tutte le nazioni verso il modello democratico occidentale. I due mondi parlano lingue geopolitiche diverse. Che la Russia avrebbe reagito in modo aggressivo all’allargamento della Nato a oriente è cosa che i diplomatici del Cremlino hanno spiegato all’infinito alle loro controparti occidentali.

James Baker aveva promesso a Gorbaciov che l’America non avrebbe mai imposto la sua presenza militare oltre la Germania, condizione imprescindibile del Cremlino nella ridefinizione degli equilibri dopo la Guerra fredda: difficile tollerare una presenza americana nel territorio cuscinetto che dai tempi di Napoleone funge da barriera protettiva per Mosca. Il principio della reazione russa non è poi dissimile da quello imposto dalla dottrina Monroe, per cui gli Stati Uniti considerano un atto di aggressione la sola presenza militare di una potenza non alleata sul continente americano.

Nulla ha mai lasciato intendere all’America e all’Occidente che la concezione russa del potere fosse improvvisamente cambiata con la scomparsa dell’Unione Sovietica, e che dunque l’alleanza militare potesse avanzare fino al confine russo senza conseguenze. Le cose però sono andate proprio in quella direzione. Dieci anni dopo la caduta del Muro, l’alleanza atlantica ha avuto il suo primo round espansionistico a est, includendo Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia. Poi è stata la volta di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia.

Dopo la prima raffica di inclusioni, il teorico del contenimento sovietico, George Kennan, ha parlato di «tragico errore»: «Non c’era nessuna ragione per questa manovra, nessuno stava minacciando qualcun altro». Nel 2002 Ucraina e Georgia sono entrate nella fase preliminare del percorso verso la Nato, benedetto al summit di Bucarest nel 2008 da una dichiarazione inequivocabile: «Ucraina e Georgia diventeranno membri della Nato». Si dice che Putin a quel punto abbia detto personalmente a Bush che se l’Ucraina fosse entrata nella Nato avrebbe «cessato di esistere»; di certo il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, non ha fatto mancare una risposta formale altrettanto chiara: «L’accorpamento di Ucraina e Georgia nell’alleanza è un enorme errore strategico che avrà conseguenze serissime per la sicurezza europea».

Le conseguenze serissime ora sono sotto gli occhi di tutti, ma intorno alle cause si ragiona meno. Secondo Mearsheimer il motivo per cui oggi si combatte sul confine ucraino è da ricercare nella miope ideologia liberal che ha trovato la sua massima espressione nell’amministrazione Clinton.

Professor Mearsheimer, lei sostiene che questa guerra sia la conseguenza prevedibile dell’espansionismo della Nato. Ma allora perché alla fine della Guerra fredda l’America ha promosso quest’espansione?
La versione più comune dice che la ragione era il contenimento della Russia, ma non è così. I policy-maker che circondavano Clinton aderivano sinceramente a una visione liberal della politica internazionale secondo cui le istituzioni democratiche dell’America e dell’Europa occidentale erano gli strumenti privilegiati, se non unici, per ottenere pace e prosperità. Se ha funzionato in Occidente funzionerà anche in Russia, dicevano. E lo dicevano in buona fede, genuinamente animati dal desiderio di estendere il modello di pensiero al quale attribuivano la stabilità dell’Occidente. Senza contare poi che a quel punto la Russia era un paese disastrato, non era una minaccia per nessuno se non per se stesso, altro che contenimento. L’obiettivo finale era coinvolgere in qualche modo anche Mosca nell’alleanza.

Fondamentalmente era uno scontro di idee, dunque?
In ultima analisi sì, e oggi vediamo chiaramente che le idee hanno conseguenze molto reali. L’America negli anni Novanta era talmente immersa in questa idea della promozione della sua teoria geopolitica da non essere più in grado di concepire che altri paesi potessero aderire ad altre concezioni. Regnava a quel punto l’idea della fine della storia di Francis Fukuyama: la democrazia liberale era un destino ineluttabile. La Russia invece è rimasta fedele alla dottrina realista.

Obama, Merkel e altri leader occidentali amano dire che Putin è rimasto nel XIX secolo. È un altro segno di questo scontro fra visioni?
I liberal non si limitano a dire che il loro modello spiega il mondo in modo più fedele o preciso, dicono che è l’unico legittimamente ammesso in questo punto dell’evoluzione della società umana. È una dichiarazione implicita, un assunto. Tutto il resto viene relegato nello sgabuzzino della storia, è passato, non ha dignità. È esattamente per questo pregiudizio che viene naturale alle cancellerie occidentali dire che Putin vive in un’altra epoca. Significativo che dopo la deposizione di Yanukovich l’ambasciatore americano in Ucraina abbia detto che «questo è un giorno da segnare sui libri di storia».

Kennan vedeva chiaramente le conseguenze del movimento occidentale verso est, e il Cremlino le dichiarava in modo esplicito. Perché a un certo punto non si sono fermati?
Io credo che non fossero in grado di concepire un’altra prospettiva, e anche oggi è così. Se parli con Michael McFaul, l’ex ambasciatore americano a Mosca, ti dice che ha spiegato in tutti i modi al Cremlino che l’America non ha nessuna intenzione aggressiva, e che la presenza occidentale sul confine ha come unico scopo la promozione della democrazia liberale, dei diritti, della prosperità. Ci crede davvero, non è una scusa o una copertura per chissà quale progetto segreto di dominazione. Questo in un certo senso è il problema, perché una tale convinzione impedisce di capire che l’interlocutore ragiona secondo un altro schema, e allora non resta che rappresentarlo come un mostro, un detrito della storia. Un conto è criticare le politiche di Putin, cosa che si può certamente fare, anche duramente, un altro è rifiutarsi di capire la sua logica.

Anche la guerra in Georgia nel 2008 è scoppiata per gli stessi motivi?
La guerra in Georgia è stata esclusivamente una reazione all’aggressività con cui la Nato ha promosso l’ingresso di un paese storicamente nell’orbita geopolitica della Russia. Non c’è un altro vero motivo. Di quella vicenda è interessante notare la sovrapposizione ideologica fra liberal e neoconservatori sullo schema generale delle relazioni internazionali.

In questo consenso liberal, che fine hanno fatto i realisti?
In America sono scomparsi quasi del tutto, almeno dai circoli del governo. Una posizione realista in questo caso avrebbe suggerito di evitare in tutti i modi il conflitto, anche a costo di tenere in piedi un governo impopolare. Tutti i realisti che conosco erano contro la guerra in Vietnam, tranne Kissinger. E tutti erano contro la guerra in Iraq, tranne Kissinger. Ora, non voglio prendermela con Kissinger, soltanto che la battaglia delle teorie geopolitiche è stata chiaramente vinta da una parte.

Il segretario di stato John Kerry ha detto che «l’era della dottrina Monroe è finita». È d’accordo?
Kerry ha fatto un’affermazione sciocca, coerente con la sua tendenza a dire cose senza senso. La dottrina Monroe è più viva che mai. Cosa pensa che succederebbe se un’alleanza militare capeggiata dalla Cina decidesse di installare una base in Messico? Ovviamente sarebbe giudicato un atto di aggressione, l’America reagirebbe anche più duramente di come la Russia sta facendo in Ucraina.

Perché l’America allora non accetta che la Russia applichi un principio simile?
L’ipocrisia è una qualità che distingue le grandi potenze, e lo dico da realista. Ma a volte l’ipocrisia può essere controproducente.

Esiste una soluzione praticabile per l’Ucraina a questo punto?
Purtroppo l’escalation del conflitto militare ha fatto sfumare l’occasione di fare dell’Ucraina uno stato neutrale, sul modello della Finlandia dopo la Seconda Guerra mondiale. Sarebbe stato un passo credibile, avrebbe risparmiato sofferenze e credo sarebbe stato nell’interesse dell’America, dell’Unione Europea e della gente che è scesa in piazza contro Mosca. In uno stato neutrale l’Occidente avrebbe avuto molti più strumenti di persuasione per propiziare l’apertura economica e la crescita di istituzioni democratiche più solide. Il conflitto è la soluzione peggiore per gli ucraini europeisti e per l’America, questo è il paradosso di una guerra nata come conseguenza dell’espansione occidentale in Russia.

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78 commenti

  1. izabel

    L’unico problema è Obama che mette il ditino dove non deve.
    Dove si crea guerra lui ci sta.
    Grazie proprio a lui si creano guerre.
    Lui se la ride mentre la gente muore.

  2. Toni

    Mi sembra fin troppo ovvio che sia come cattolici che come italiani stiamo ricevendo più danno dagli USA che dalla Russia. Se non sbaglio in USA è messo pure in discussione pure il segreto confessionale.
    Non mi pare poco.

    1. lucillo

      Putin invece era fra quelli che torturavano chi non voleva svelare informazioni, ottenute o meno in un confessionale.
      Salvo poi… diciamo essere poco dispiaciuto, nel caso venisse ammazzato qualche giornalista che di informazioni ne fornisce troppe.

      1. Putin

        E le “renditions”? E “Echelon”, si chiama così, se non ricordo male, il sistema che permette ai Paesi anglosassoni di controllare tutti gli altri? L’eliminazione fisica degli oppositori laddove danno fastidio, il ricatto cui sono sottoposti gruppi e leader dai servizi segreti americani, che costruiscono dossier e fanno disinfomatjia con la complicità del sistema mediatico dei Paesi subalterni o sudditi per screditare e delegittimare chi non sta al gioco sporco; i servizi segreti U.S.A. che premono sulle caste giudiziarie per mettere sotto inchiesta politici, partiti e prime e seconde repubbliche; il controllo capillare anche della Rete: perché dimenticare tutto questo, di fronte alla lunga lista di morti ammazzati del nostro Paese, cadaveri eccellenti di un regime a sovranità limitata oggi più di ieri e meno di domani?
        E com’è Putin è cattivo eppure, non minaccia e non condiziona il nostro Paese, non impone al nostro governo direttive come quelle che l’Ue ci manda ogni santo o laico giorno, non sta riducendo in briciole il nostro sistema produttivo, non ci dice, come il FMI – il pezzo più grosso della trojka -, che fare del nostro sistema pensionistico e dei pensionati, non ci ricatta in cambio dei tagli alla Sanità e altro ancora… E perché tanti ce l’hanno con Putin? Perché si oppone ai matrimoni e alle adozioni gay! Non trovando di meglio, la “difesa delle minoranze” trova questo appiglio per dargli del tiranno… E com’è che gli anti-Putin filo-american/obamiani diventano anti-amerikani, quando non ci sono di mezzo minoranze che vogliono da noi leggi liberticide alla Scalfar8?
        Allora, stando così le cose, negli equilibri di un mondo che ci vede soccombere allo strapotere della finanza globale e agli accordi sulle nostre teste e alle nostre spalle, una volta di più:
        W LA RUSSA E W PUTIN!

        1. Raider

          Il commento di cui sopra è mio.

          1. Raider

            Non leggo il commento, che era in moderazione, che, non so come né perché, è apparso sul mio pc col nickname Putin.

          2. lucillo

            Ok Raider, si legge il commento e con il tuo nome.

            Da parte mia una sola precisazione.
            Non sono in nessun modo filo-americano; conosco bene quanto dici “contro” gli USA in generale e specificatamente per la loro politica verso l’Europa e concordo totalmente (a parte le solite farneticazioni sulle lobby omosessualiste ecc).
            Non mi piacciono trojka (nome russo fra l’altro!) e penso che le sue politiche siano le principali cause se non forse dell’innesco della crisi attuale, certo del suo aver assunto questi drammatici caratteri e del suo perdurare.
            A questi “contro” tanti altri ne potrei aggiungere, a partire dall’accordo commerciale che UE e USA stanno discutendo in modo semi-clandestino.
            MA
            cosa c’entra con l’esaltare la Russia di Putin?

          3. Raider

            Cosa c’entra prendersela con Putin, allora, stanti le cose di cui sopra? Che c’entrano le lobby omosessualiste, di cui non ho parlato, se le direttive europee parlano chiaro e la difesa delle minoranze sessuali e domani, magari chessò, hobbistiche, non lobbistiche, è un pretesto per fare della Russia putininana il nuovo “Impero del Male”? E che c’è di scandaloso nel fatto che i cristiani non considerano la Russia di oggi una potenza ostile, com’è stata per settantanni, sotto una dittatura vera? Perché non si dovrebbe consentire alle regioni russofone della Russia di staccarsi democraticamente – ha presente? Con un voto regolare – dall’Ucraina (che, pure amo alla follia, ma cui, proprio perciò, vorrei vedere risparmiate difficoltà e sofferenze maggiori di quelle che attraversa da troppo tempo)?
            Tutte le nostre difficoltà nascono anche – anche – da organismi sovranazionali e potentati finanziari al di fuori da cui la Russia è esclusa. Con chi me la dovrei prendere, se si vuole annullare la volontà dei popoli, la loro storia, la loro identità, il loro tenore di vita, se non con tutti quelli che ce l’hanno con Putin? Ma cos’era la Russia di Eltsin, quando la Russia saccheggiata e i gay non se la passavano né peggio né meglio di adesso? La schiavitù cui andiamo incontro, a parte quella che stiamo subendo da parte di un’Ue in cui, faceva notare giustamente Angelo, il Parlamento eletto dai popoli può solo discutere e basta decisioni prese da una Commission di nominati che si conoscono tutti o hanno frequentato le stesse università, servito gli stessi interessi in qualche grande banca d’affari, le stesse lobby, le stesse logge, è una cosa concreta, già adesso!
            E io non dovrei gridare W LA RUSSIA E W PUTIN?

          4. Raider

            Un’altra! Volevo scrivere “russofone dell’Ucraina” e invece, “russofone della Russia…”

  3. Cisco

    @Raider
    Allora se è così affascinate prendiamo a modello l’Ucraina, non la Russia! Non illudiamoci che Putin non faccia, così come gli USA, i propri interessi. Certamente alcuni degli interessi dei russi – vedere alla voce “gas” – sono anche nostri interessi. Ma non possiamo finire alla canna del gas tralasciando il rispetto dei cattolici, così come non possiamo non chiedere reciprocità ai paesi arabi in cambio del petrolio.

    1. Raider

      Non è così marginale quanto pensa Max, un Cristianesimo sopravvissuto a Stalin, che, proprio perciò, non ritengo giusto giudicare dall’alto della dhimmitudine filo-islamista o relativista/nichilista in vigore da noi. D’altra parte, c’è tutta la libertà che a mr. Obama manca in Russia, tanto che anche in Russia troverete i neo-pagani.
      Quanto sia profonda la diffidenza verso l’Occidente e il cattolicesimo lo sappiamo e non da oggi, tenuto conto che lo spettacolo offerto anche dalla Chiesa cui apparteniamo può spingere a diffidarne ancora di più: rileggiamo Dostoevskij, a cominciare dalla leggenda del Grande Inquisitore (un gesuita!) ne “I fratelli Karamazov”; o le pagine in cui padre Pavel Florenskij si esprime in modo piuttosto tranchant sulla Chiesa cattolica e anche sull’arte cattolica. Credo che sarà possibile un “incontro” non sulla base della conversione, ma della riunificazione: a livello popolare, ho potuto constatare che i cattolici siamo considerati fratelli, ancorché separati, sia dagli ortodossi ucraini che russi.
      L’immagine della Russia come di un Paese che l’affida ai tank è del tutto ridicola. Gli Stealth e lady Gaga non fanno un effetto migliore; le Cupole di San Basilio e il santuario della Madonna di Rjazan, per dirne una, daranno a Max un identikit più attendibile o comunque, meno lacunoso e arbitrario.
      A Cisco dico che io non vedo nella Russia la Terra Promessa, così come non sono in condizione di chiedere credenziali né di Cristianità né di onestà di intenti né di personale virtù a un politico, sia Putin sia mr. Obama o il signor Renzi: e tanto meno potrò farlo con un popolo intero. Ma il ruolo storico della Russia, oggi, è di contraltare a un potere che non è neppure solo americano: negarlo o fare gli intransigenti lo trovo miope, anzi, ecco – Cisco mi scuserà, se vuole -, poco lucido.
      La guerra fra Ucraina e Russia è, per me, uno strazio personale, che ci crediate o no. Per me, la Russia in guerra è il volto dei Russi che ho conosciuto e con cui ho pregato, seduto a tavola, scherzato, polemizzato, girato per Dnipropetrovsk, Kiev, Poltava, Rivni Rig; gli stessi luoghi in cui ho trovato ucraini con cui abbiamo fatto lo stesso – con i Russi, non in loro assenza. La volontà dei popoli viene prima, per me, di firme a trattati che diventano carta straccia per i governi che li firmano. Si faccia votare il popolo che deciderà per l’Est ucraino come è stato consentito a altri, dal Kosovo alla Scozia.

      1. Cisco

        @Raider
        Sul ruolo storico della Russia per fare da contraltare al potere globale del “radicalismo nichilista” spero che lei abbia ragione, ma temo che non sarà così. Principalmente perché la società russa e’ stata già ampiamente devastata dal nichilismo comunista, superato il quale la ritrovata libertà religiosa per gli ortodossi non ha portato a quella autentica rinascita spirituale che ci si sarebbe attesi: di fatto Putin sta cercando di porre rimedio con il valore simbolico della religione nazionale e con delle leggi rivolte a una società composta da famiglie sfasciate e un forte abbandono della pratica religiosa. E anche laddove questa pratica c’è, risulta orientata principalmente alla fede tralasciando le opere e l’impegno culturale. E’ anche una tipica caratteristica dell’ortodossia quella di una spiritualità mistica, in cui è evidente un certo dualismo (peraltro condiviso da buona parte dello stesso cattolicesimo occidentale ormai protestantizzato). Occorrerebbe tornare alle radici per così dire “ellenistiche” del cristianesimo, a quella ragione “allargata” di cui ha parlato BXVI. Insomma, bisogna non solo difendersi dal male, ma anche costruire il bene. Anzi, la miglior difesa è proprio l’attacco. E ciò può avvenire solo dal basso, non certo da leggi per quanto giuste.

        1. Raider

          Cosa vuole che risponda, Cisco, se lei gioca a batti e ribatti? L’ortodossia è così; la Russia è cosà; la storia si sa, la rinascita spirituale ci sarà… E quindi? era meglio prima, la Russia? O non va bene perché sarà meglio domani se la Russia non rispetta le condizioni poste da lei e da altri? E perché non le condizioni “amichevoli” di ue, U.S.A. e quella gagliarda, eh?, tosta O.N.U., che si preoccupa dell’educazione sessaule dei bambini di quattro anni, dichiara guerra totale a parole orribili come “identità” e “complementarità”, lascia ammazzare i cristiani e proclama che l’islamofobia è un reato da perseguire con leggi internazionali, per cui io, che sono molto critico nei confronti di questa religione – che sta diffondendosi nel mio Paese grazie alle politiche dissennate che l’Ue e l’O.N.U. e gli U.S.A. ci impongono -, rifiutandole il titolo di “religione di pace” e “religione naturale dell’umanità” e non considero Maometto un profeta, potrei essere estradato e processato all’Aja, se va bene a me o a Ryadh, se va bene a loro?
          Dobbiamo continuare così? A tifare – non possiamo fare altro – per chi è contro Putin – e sappiamo bene chi – ? Ma insomma! Che pretende, attenti di Vera Cristianità da Putin? da Obama? Da Renzi? da Monti? Da Juncker? E il realismo cristiano del male minore va a farsi benedire da una ideal-politik che è quella delle leggi anti-omofobia, anti-islamofobia, non avrei altra moneta al di fuori del di euro e del Pil al 3%?

          1. Cisco

            @Raider
            Purtroppo la realtà e’ complessa, non si deve necessariamente parteggiare per Putin contro l’Occidente o viceversa: vanno giudicate le singole scelte degli stati e delle persone. Sono condivisibili (e condannabili) sia alcune scelte di Putin che alcune scelte “occidentali”. Anzi, direi che la fortuna di noi occidentali e’ proprio la libertà di scegliere il bene, sebbene tra tante difficoltà.

          2. Raider

            Se così le piace, Cisco, così sia, per lei. Non per me. Se per lei Occidente europeo e Russia pari sono, per me non è così. E non mi sembra di sbagliare, vedo che anche “Tempi” è sulle stesse posizioni, prudenti, ma di considerazione positiva della Russia, di cui nessuno si preoccupava tanto, di cui nessuno faceva una minaccia alla pace mondiale, quando, sotto Eltsin, i potentati interni e internazionali si accaparravano le ricchezze del Paese e a nessuno veniva in mente di preoccuparsi della sorte delle minoranze sessuali per fare del governo russo una dittatura.
            Per quanto complessa sia la realtà – sembra quasi che lei voglia spiegarlo a uno che sostiene il contrario -, l’equidistanza mette sullo stesso piano una potenza, quella russa, che non è responsabile di quello che sta accadendo da noi, impoverimento crescente, adorazione del rapporto al 3% fra deficit e Pil, contemplazione dei vincoli europei, soggezione alle direttive eurocratiche, smantellamento del sistema sanitario, pensionati come vecchiume da rottamare, politicamente corretto come ideologia ufficiale di Stato, di politica e sistema mediatico, indottrinamento nelle scuole delle teorie gender, legge Scalfar8 con cui mettere in gattabuia chi obietta a matrimoni e adozioni gay, con cui la libertà di opinione occidentale va a farsi benedire: e potrei continuare; e gli U.S.A., l’O.N.U. e l’Ue, con la trojka e altre agenzie internazionali che ci stanno spolpando a carne viva.
            Ma chi glielo dico a fare? Lei, Cisco, pensa che siano la stessa cosa, la Russia e l’America, Putin e Obama? Lo pensi. Almeno, non vada dicendo sul serio che io non sono cristiano o cattolico e poi, per scherzo e scherno in sovrappiù, che lo sono. Lei, per me, può essere ciò che ci dice e ciò che vuole. Ma gli attacchi sul piano personale, che non c’entrano nulla con argomenti molto più importanti e con le opinioni che se ne hanno, li lasci a gente che stima meno di me (ce ne sarà qualcuno, a cui certi attestati di stima sono state risparmiati, bontà sua e meglio così per tutti.).

  4. Raider

    Sono stato in Ucraina anni fa, da Kiev e in altre città, nelle regioni centrali e orientali,. Si avvertiva che la presenza russa era forte, qui; che a con gli ucraini le cose non filavano propriamente bene; ma ho trovato che ucraini e russi erano, per quanto ho potuto constatare stando a contatto con entrambi, andando nelle dym (ucraino) e dom (russo), ovvero, le domus che dicono delle comuni radici lontane, che erano persone di una semplicità e squisitezza da noi dimenticate. I villaggi erano come i nostri paesi negli anni ’60, tranne che solo la via centrale era asfaltata e appena ti giravi l’angolo, cominciava la steppa.
    A Kiev, nelle chiese di San Michele, Sant’Olga, Santa Sofia e San Volodymyr, abbiamo assistito e partecipato piangendo di commozione alla Santa Messa. Per un paio di ore ogni volta, intorno a noi, vecchi e vecchie che somigliavano ai cari che ho perduto anni fa, omoni barbuti, donne bellissime, ragazzi e bambini cantavano tutti insieme, con passione, con intensità da noi mai viste, posso dire: era tutto di una potente, veemente bellezza cristiana.
    Possiamo dire quello che ci pare. I Russi difendono la loro ritrovata identità come noi dovremmo fare rispetto a gente che non ha neppure la delicatezza che i nostri sacerdoti e missionari hanno con la Santa Chiesa Ortodossa. La storia dei rapporti fra noi cattolici e gli ortodossi non è rose e fiori; ma sempre meglio che con i musulmani, su cui ci raccontano (ci raccontiamo) un sacco di menzogne, per giunta, in cui la cattiveria è solo o prevalentemente cristiana e di fronte ai quali, ormai, siamo dei dhimmi in spirito.
    Mettere sullo stesso piano americani e russi, in questo momento, è fuori della realtà. Gli U.S.A. giocano sporco con tutti, ma le loro scelte strategiche le hanno già fatte: di noi gliene frega meno che della Cina, che ha in mano il debito americano e dei produttori arabi di petrolio, che gli garantiscono la materia prima. E attraverso O.N.U. e agenzie dell’O.N.U., l’ideologia liberal yankee sta colonizzando, dall’alto e con la complicità eurocratica, la società europea allo sbando.

    1. max

      “I Russi difendono la loro ritrovata identità”
      Appunto, e questa identità è solo marginalmente di stampo cristiano (poi neanche cattolico, ortodosso)
      È l’identità di un paese ex potenza mondiale che ha forgiato nell’acciaio dei carri armati l’immagine di se stesso
      E ora, disperatamente, spera di ritrovarla

    2. Tommasodaquino

      applausi!

  5. Gabriele

    Il memorandum di Budapest sull’integrità dei confini ucraini, firmato da Russia Usa e UK in cambio dell’arsenale nucleare detenuto dall’Ucraina non vale niente? L’adesione alla Nato dei paesi dell’ex patto di Varsavia è stato ottenuto come in Crimea ?
    E’ talmente trascurabile la volontà delle persone, sia che vogliano entrare o no nell’Unione Euroasitica, in Europa o nella Nato, che lo hanno fatto, tanto l’intervistato che il giornalista.
    Non aver citato mai la volontà del popolo ucraino, è la spia della visione del mondo e del modo di concepire la democrazia,tutto si riduce a un a una disputa su quale sia il modello migliore di fascismo,quello americano o quello russo. Modus operandi e fini, identici.

    1. Tommasodaquino

      la democrazia non è mai esistita

  6. Cisco

    Leggendo certi commenti infervorati a sostegno di Putin mi sono chiesto quale possa essere l’origine di un tale giudizio. Certamente Putin va apprezzato per aver sostenuto l’approvazione di leggi giuste come quella contro l’omosessualismo e l’aborto facile. Tuttavia, da un lato, mi chiedo come si possa confondere questo tipo di politica con la “difesa della Cristianità”, dato che si tratta semplicemente di leggi ragionevoli che hanno riconosciuto dei laicissimi principi di diritto naturale; dall’altro, mi chiedo anche se si tenga conto di tutti i fattori della sua politica interna ed estera, soprattutto quelli che coinvolgono i cattolici.
    I fatti putroppo ci dicono che Putin ha non solo invaso un paese che ha il diritto ad essere sovrano come l’Ucraina, ma ha anche iniziato la persecuzione dei cattolici nei territori occupati della Crimea, di Donetsk e di Lugansk. Le voci che si sono levate sono drammatiche, l’arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, Mons. Sviatoslav Shevchuk, ha scritto al papa una lettera descrivendo quello che vedeva: monasteri occupati, vescovi cacciati e sacerdoti rapiti.
    In politica interna Putin non si è minimamente speso per eliminare i limiti alla libertà religiosa che colpiscono tutte le minoranza, ma soprattutto chi, come la Chiesa cattolica, si basa anche su di una organizzazione capillare che prevede la presenza di sacerdoti sul territorio. Un territorio vastissimo, che va dagli Urali alla Kamchatka, dove esistono appena quattro diocesi cattoliche, rette da sempre da vescovi stranieri, e con sacerdoti costretti a fare centinaia di chilometri per celebrare una messa. Non sono ancora stati restituiti gli edifici di culto sequestrati da Stalin, la cui politica criminale è definita dai libri di storia – fatti riscrivere da Putin – come «variante sovietica di modernizzazione». La Rivoluzione d’Ottobre è la «Grande rivoluzione russa del 1917», un po’ come se noi per analogia celebrassimo la Marcia su Roma come la «Grande rivoluzione italiana del 1922». Senza contare l’impossibilità per il papa – invitato perfino da autorità musulmane in paesi islamici – di recarsi in visita nel paese, complice un Patriarcato di Mosca che ha sempre banchettato con il potere, si chiamasse Stalin o Putin, e visto nella Chiesa cattolica un pericoloso concorrente.
    Insomma la conclusione che traggo è che si stia scaricando molta energia emotiva sull’anti-occidentalismo russo, che non consente una lucidità di giudizio che tenga conto di tutti i fattori della realtà. O almeno quelli riguardanti i cattolici, cioè l’unica vera “Cristianità”.

    1. Raider

      Lascerei da parte l’appannaggio della lucidità, che ognuno può invocare per tutti gli altri; e lascerei lo Spirito Santo operare nel cuore di ciascuno, anche di chi non lo sospetta: che la Russia anti-cristiana sia, malgrado tutto, oggi tornata al Cristianesimo, anche in una versione che ha tutti i limiti e le caratteristiche proprie di una storia che non è la nostra, mi sembra un segno particolarmente e gloriosamente visibile della potenza dello Spirito Santo. Tanto, ancora, occorrerà, prima di tornare a parlarsi da fratelli: ma il tante volte invocato dialogo a oltranza con chi non è nemmeno cristiano in modo parziale o poco lucido e nonché ostacolare la diffusione del cattolicesimo, stermina i cristiani che in certe aree erano presenti da qualche millennio, potrebbe essere usato anche nei confronti di una Russia attaccata con una ostilità che può, oltre a avere conseguenze imprevedibili, portare a chiusure che non devono scoraggiare, ma nemmeno possono cambiare la realtà delle cose cui assistiamo.
      Che la Russia definisca il rapporto col proprio passato senza demonizzarlo in blocco, potrebbe essere una lezione per chi, come l’Ue, ha cancellato la storia cristiana, anzi, il richiamo alle radici cristiane dal Preambolo alla Costituzione europea: e su questo oblio dell’identità cristiana come irrinunciabile valore storico e attuale per l’Europa, l’Ue procede a tappe forzate verso la cancellazione della presenza e della memoria cristiana: e mi limito a questo per non dare pretesti a quanti potrebbero cercarne per polemiche fuorvianti (non alludo a Cisco, nel caso, tanto per capirci: anche se Cisco sembra avere fretta di fare di Putin e della Russia i rappresentanti ufficiali del fascismo, con tutto quello che c’è in giro; o perlomeno, stabilendo o suggerendo equazioni che neppure a me sembrano segno di grande lucidità, anche se il loro porco effettaccio retorico lo avranno, sui riflessi politicamente condizionati di tanti e tanti.) I totalitarismi novecenteschi come “accelerazioni tragiche” della modernizzazione non sono una tesi così nuova o campata in aria: e questo, senza mai mettere in discussione una modernizzazione che è un postulato, come tale, indiscutibile del mondo in cui viviamo, fino ai suoi esiti trans-umani e globalizzanti.
      Ma sono discorsi che portano lontano dai fatti che abbiamo sotto gli occhi per analizzarli il più lucidamente possibile. La statolatria, la sovietizzazione, il culto della personalità lo vedo da questa parte del mondo. In cui si è più pronti a diffidare, a tenere a distanza, a guerreggiare, scherzando col fuoco, con Putin che a prendere in seria considerazione minacce assai più concrete e prossime.

      1. filippo81

        Sono d’accordo Raider !

        1. Filippo81

          Riepilogo e chiudo ,pensatela come ca..o vi pare, io dico FORZA RUSSIA !!!!

      2. Cisco

        @Raider
        Criticare le discriminazioni dei cattolici in Russia non significa non voler dialogare con gli ortodossi, ma casomai impone un rafforzamento del dialogo stesso; così come non vuol dire che la fiducia nella Provvidenza debba venir meno: significa solo prendere atto di una realtà dolorosa, di un mondo russo che in questo momento – sebbene sia una possibile alternativa a un occidente in catalessi – non riesco a ritenere qualcosa di realmente auspicable.

    2. Tommasodaquino

      No dai! la Russia che ha invaso l’ucraina non si può proprio sentire. Magari putin è il male assoluto e la russia l’inferno in terra, non sta a me stabilirlo, però difendere la politica internazionale miope degli Usa per giustificarli è veramente ridicolo. Gli usa da quando è crollata l’unione sovietica non hanno fatto che estendersi ad est con la nato. Cioè se Cina (o Russia) e Messico avessero fatto un accordo militare per concedere basi alla cina nella bassa california, gli stati uniti sarebbero stati lì a guardare? E dai! non prendiamoci in giro.

  7. Raider

    Ah, che orrore, che incoerenza, questi cattolici di questi “Tempi”! Che erano contro la Russia quando in Russia c’era una dittatura che imponeva l’ateismo di stato e perseguitava, di tempo in tempo, tutte le religioni; mentre ora che la Russia difende una visione cristiana della vita e della famiglia, si mettono a difendere la Russia e Putin! Certo che è assurdo, inconcepibile, inammissibile!
    E che dire di questo “oscuro” professore americano, di cui, difatti, “La repubblica” e “il manifesto” ignorano l’esistenza! E dire che uno non cambierebbe mai la democrazia americana o quella che ha con quella americana, se non ce l’ha ancora o quello che è, se non è “all’americana”: e se uno non vuole cambiare questo con quello, è democraticamente libero o no a casa sua? Questa libertà non vale anche per Paesi che hanno una storia che sappiamo bene, poi, in che conto sono tenute da Ue, l’O.N.U. e U.S.A.?
    E “questo giornale”! “Questo giornale”! Ma dico, ci rendiamo conto che si pone, addirittura!, il problema se lasciare amorosamente ammazzare gente indifesa, cristiana o no, invece di farsi ammazzare e se è per questo, resistere e reagire all’ondata del Pensiero Unico che vuole spazzare via il Cristianesimo dalla vita civile, in modo che gli islamici non dovranno sgozzare nessuno,quando porteranno qua la loro civiltà?
    O Tempi”! O mores!

  8. giampiero

    Non mandate i vostri figli a Chicago. Ci sono molti professori come questi che dicono banali ovvietà e cazzate. Quest’ anonimo professore non conta nulla, ed è abbastanza comprensibile l’invidia cieca che lo muove. La politica estera americana si fa ad Harvard, e alla Columbia. Poi che dire…criticare Kissinger… fa ancora vendere qualche copia di un saggio inutile? Che prezzo ha rendersi ridicoli?

  9. Giacomo

    La cosa angosciante è che quando fu conferito il Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea questo giornale è uscito con un editoriale a firma Rodolfo Casadei che sosteneva che per metà quel premio spettasse anche alla Nato. Ora invece lo stesso giornale sposta la propria linea politica contro la Nato e a sostegno di un governo populista, con tratti dittatoriali. La domanda è perché??? La risposta sta nel fatto che la cristianità è sempre più assente dalla linea di questo giornale. Cristo ci ha insegnato ad amare il prossimo, anche se ci odia. Questo giornale incita a odiare chi non la pensa come noi sempre e comunque. complimenti! Putin è un liberticida, però ora inizia a difendere i cristiani quindi va bene. Non so a voi, ma io non cambierei mai la libertà che c’è negli Stati Uniti con la Russia di Putin, che tanto ha da spartire con la Russia stalinista.

    1. max

      Standing ovation

    2. filippo81

      Giacomo , non condivido neanche una virgola di quello che scrivi, ma ognuno è libero di pensarla come vuole.

  10. Francesco

    E’ per una questione geopolitica che alla fine si abbattono aerei da 300 civili… ma per favore.. articolo inutile.
    Forse il Sig. Mearsheimer avrebbe dovuto farsi un giro in piazza Majdan il 18 gennaio del 2014 al posto di elaborare teorie seduto su una comoda poltrona…..

  11. Alessandro

    Buongiorno a tutti! Dopo l’articolo ho letto pure tutti i commenti pubblicati. Io credo che ogni super potenza abbia sviluppato una propria weltanschauung e cercato di esportarla e di giustificare con essa le proprie sogni di potenza: questo è riassumibile nel concetto di “portare la civiltà”.
    I faraoni erano “dei in terra”, i romani esportavano il diritto e la pax romana, l’Impero Cinese godeva del “mandato celeste”, i Califfati conquistavano in nome del jihad, l’uomo bianco degli imperi coloniali “portava la civiltà”, l’URSS era la guida che avrebbe liberato i lavoratori di tutto il mondo ecc….
    L’Impero Americano/Occidentale non fa eccezione: “esportiamo la democrazia” negli “Stati canaglia”, l’UE garante della pace (premio nobel), diritti umani, libero mercato, libertà di espressione, tolleranza: sono questi i miti attraverso cui si giustificano e nobilitano le politiche estere e interne dei nostri paesi. E come nel passato gli abitanti di questo mondo credono in questi valori che li vengono insegnati sin dalla più tenera età.
    Il fatto è che nella storia i valori (scuola liberal) non sono mai stati l’unica ragione per le politiche di potenza degli Stati per quanto i sudditi credessero in essi, c’è sempre stato bisogno di un compromesso con la ragion di Stato (scuola realista). Così il principe dei credenti ottomano si alleò con gli “infedeli” francesi contro l’Impero Asburgico, USA e URSS si allearono prima e spartirono il mondo in sfera D influenza poi, gli USA aprirono alla Cina contro l’URSS ecc ecc…
    Così ora si rinfaccia a Putin autorismo, oppressione degli omosessuali, militarismo aggressivo ma si tace su ciò che succede in Arabia Saudita… vedete come dice anche il docente nell’intervista quanta ipocrisia c’è nelle relazioni internazionali? Perché l’Iran dovrebbe essere trattato in modo diverso dal Qatar? Perché i leader occidentali boicottarono Soči mentre Pechino no?
    Lo stesso standard si applica ovviamente in senso inverso: la Russia che tanto ha sostenuto la secessione della Crimea, Ossezia del Sud, Abkhazia, come si è rapportata con la Cecenia e il Daghestan?

  12. raider

    A attaccare Putin anche qui sono gay e filo-gay, strumentalizzati dalle forze che mirano a a ridurre la democrazia a un residuo folcloristico e i popoli a una massa amorfa senza identità, da manipolare e modellare a piacimento. In Russia, come ha sperimentato Luxuria, l’omosessualità non è perseguita dalla legge; viceversa, da noi il ddl legge Scalfar8 metterà fuori legge e dentro qualche cella chi rifiuta gender e matrimoni e nozze gay. Ora, Renzi, si appresta a chiudere il “magnifico” semestre italiano di guida dell’Ue con una conferenza in cui come testimonial sarà Conchita Wurst, il trans barbuto orrendo e ridicolo cui è stato fatto vincere il festival europeo della canzone proprio al fine di promuovere il gender; casi come questo dicono in modo più che eloquente come ogni espressione della vita civile sia soggetta al controllo dall’alto per imporre certi modelli di comportamento. Alla gran finale di un semestre italiano inconcludente in cui il risultato più ragguardevole e brillante per un”Italia che non conta nulla è stato la Mogherini come ministro(-fantasma) degli Esteri Ue, un contentino ridicolo e umiliate per un Paese commissariato e preso in giro sull’emigrazione grazie alla complicità di Alfano, sarà proprio l’intervento dell’on Scalfar8, che tirerà la volata a un serie di provvedimenti UE per cui il nostro Paese, in ottemperanza alla dittatura dell’U.e.R:S.S., deve accettare le norme eurocratiche in tema di gender nelle scuole, matrimoni e adozioni gay, se non vuole incorrere nell’ira funesta dei 27 di Bruxelles, con tutto il bene che ci stanno facendo.
    Di fronte a tutto questo, credere che la Russia di Putin sia l’Impero del Male è penosamente ridicolo.
    W la RUSSIA! W PUTIN!

    1. filippo81

      ViVA LA RUSSIA e VIVA PUTIN !

    2. Francesco

      La gente muore in piazza e vive per 4 mesi a -20 c°. (IN UCRAINA)
      Noi, italiani, sappiamo parlare solo di gay.
      Forse era meglio che ti facevi un giro in piazza per capire di cosa si sta parlando.
      Peccato

  13. lucillo

    ..e comunque
    al di la del merito delle cose dette nell’articolo
    che diavolo significa il titolo che la russia di putin è l’altro mondo possibile che c’è già?
    cioè: non solo vi piace, ma è addirittura un modello? ma vi rendete conto?

    1. diabolik

      E certo, invece i modelli tuoi sono la troika e il califfato .o no lucille’ ?

  14. marco

    Certo che c’è un altro mondo in Russia rispetto a quello statunitense.
    Statalismo, boiardi di stato, giudici asserviti al potere esecutivo, nessun rispetto per la proprietà privata.
    In Russia la qualità della vita è pessima per la maggioranza delle persone.
    Se sei nel cerchio magico della casta dirigente prosperi egregiamente, se sei fuori ti dibatti nella miseria di un paese in cui la vita media è molto molto bassa.
    La cosa preoccupante è che l’italia somiglia sotto molti aspetti sempre più alla Russia.

    1. diabolik

      Caro marco hai dimenticato di dire che i cattivi Russi mangiano i bambini

      1. pallo

        a Diabolik … veramente questo lo dicevate voi dei Tempi …. fino a che in US c’era un repubblicao al governo …. adesso che c’è Obama allora i russi sono il meglio !!
        Fate proprio ridere !

        1. diabolik

          I repubblicani d’America sono amici tuoi, Chicco, ! Comunque stai fuori come un terrazzo, pallooooooo !ah ah ah

    2. Tommasodaquino

      In parte quello che dice è vero, la Russia non è il paradiso in terra come moltissimi vorrebbero farci credere, ma perchè l’occidente lo è?

  15. Leo

    Credo sia utile leggere un famoso libro di Mearsheimer (e Stephen Walt) “The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy” che aiuta a comprendere come la politica degli USA sia in realtà guidata da tutto tranne che dalla volontà popolare.

  16. Cisco

    Quello che balza all’occhio in tutti gli articoli sulla crisi ucraina e’ che alle grandi potenze del popolo ucraino non frega nulla, nel migliore dei casi l’Ucraina e’ considerata uno stato cuscinetto a sovranità nulla. Certamente un altro mondo e’ possibile, ma bisogna capire se è anche auspicabile.

  17. Filomena

    Il vero problema è l’assunto per cui la visione realista, conservatrice dovrebbe essere migliore di quella liberale che invece ha dimostrato a livello di qualità della vita di essere vincente. Io non vorrei sicuramente vivere in un paese dove non è ammesso esprimere il dissenso su impostazioni autoritarie come quelle di Putin in particolare sui diritti civili.

    1. Sebastiano

      In compenso viviamo in un paese a sovranità (molto) limitata, dove le decisioni di altri stati vengono imposte da noi da magistrati consenzienti, che se ne fottono allegramente della volontà popolare e delle leggi del nostro stato. Pensa un po’ che goduria…

      1. Filomena

        Vorrei vedere se i magistrati o le pseudo imposizioni di altri Stati andassero nella direzione che piace a voi, il giudizio sarebbe diverso. In realtà dei principi democratici basati sulla maggioranza della volontà popolare non vi importa nulla e la difendete solo quando fa comodo. Vi riempite la bocca della pseudo vincita al referendum sulla 40 dicendo che la maggioranza ha dichiarato di voler mantenere la legge, ma poi di quella maggioranza che per ben due volte ha espresso la volontà netta di voler mantenere la 194 ve ne infischiate.

        1. Tommasodaquino

          il principio “democratico” basato sulla maggioranza non è una democrazia è solo un’altra dittatura.

        2. giuliano

          Filomena come sempre vedi con gli occhiali rossi, l’articolo denuncia che la situazione in Ucraina è derivata dalla aggressione “liberal” alla Russia e ne porta argomenti, Tu invece glissi su:
          1) la legge 40 che è stata promulgata è stata bypassata con un golpe giudiziario incostituzionale
          2) la legge 194 che è una legge orrenda non è ancora stata eliminata da nessuno
          quindi poichè fai dei confronti impropri sei in MALAFEDE come tutti i vermi rossi esistenti

        3. EquesFidus

          A me la democrazia libera fa schifo. L’ho sempre detto e lo ribadisco; d’altra parte, mi risulta che la democrazia liberale sia un sistema di governo, non un valore. Ma questo non significa che non possa usarne i meccanismi e le falle per cercare di ristabilire la Verità, come fate pure voi che dichiarate di essere tanto democratici (ma non lo siete).

    2. ANGELO

      La parola “liberal” è fuorviante, e coniata apposta per coprire l’ ipocrisia di questo sistema egemonico che si è instaurato in occidente.
      Forse una volta il mondo occidentale era liberale. Ma adesso è una dittatura camuffata, dove le idee egemoni vengono imposte tamite un regime “soft” fatto di media, finanza, movimenti “antagonisti” e conformismo culturale.
      Se uno oggi si oppone all’ aborto, ai matrimoni gay o al mito della “natura”, o ai “diritti degli animali” rischia il linciaggio (ammesso che lo lascinio parlare). Se invece sei sull’ altra sponda puoi anche entrare nudo nelle chiese, sputare sui sacerdoti e prendere a bastonate gli arredi sacri, e non ti succede niente. Altro che mondo “liberal”. E’ un mondo molto autoritario anche il nostro, dove l’ autoritarismo è quello imposto dai gruppi di prepotenti, che nessuno controlla (come i “centri sociali” e i “no tav” nelle nostre città).
      Filomena, tutti vorremmio un sistema dove si è liberi di esprimere il dissenso… ma non è questo il mondo occidentale di oggi. Almeno in Russia le Femen le mandano a rinfrescarsi le idee in Siberia.

      1. Menelik

        E’ vero.
        In Occidente la democrazia è un ricordo del passato recente.
        In Italia in particolare, la democrazia sorta nel 1948 dalle macerie della seconda guerra, è stata travolta dal malaffare e dagli scandali.
        E’ almeno dagli anni 70 che è andata in crisi, e crisi irreversibile.
        E’ stata gradualmente sostituita da una oligarchia di potentati industriali, spalleggiati dai media che hanno inculcato la cultura di massa che vige oggi.
        Spero di sbagliarmi, ma credo proprio che la democrazia sia morta.
        Del resto anche quella ateniese è durata poco, una sfolgorante quanto breve stagione, poi si è suicidata con la guerra fratricida del Peloponneso.
        La nostra democrazia del dopoguerra è morta….defunta…kaput !!!

      2. Filomena

        Ah dunque se si mandano le Femen al fresco allora va bene censurare il dissenso, questa è la democrazia che vorreste. Invece se i media riescono a convincere la maggior parte delle persone su certi diritti civili, solo perché a voi non piacciono, allora diventa una dittatura soft. Abbiate almeno il coraggio di dire che (come ha già fatto qualcuno) che pur di difendere un certo conservatorismo siete disposti anche a stravolgere il concetto di democrazia. Vedi in passato chi dissentiva veniva messo al rogo sulla base di comportamenti eretici, quella era democrazia? Valgono di più i principi o gli strumenti per condividere i principi? Poi se uno è più bravo e riesce a convincere gli altri più di voi ottenendo maggiore consenso non si può dire che non c’è democrazia. È come la squadra che perde la partita e si porta via la palla perché le regole del gioco non gli piacciono più. La Chiesa ha avuto da sempre un immenso potere sulle masse, se oggi non riesce più a fare presa la colpa non è di chi ha preso il suo posto ma forse del fatto che il messaggio che trasmette non serve più a dare risposte a quelle masse.

        1. diabolik

          Filome’ il tuo è ormai un delirante monologo senza senso,

        2. Toni

          Si, se le Femen, con il loro dissenso a pagamento, violano delle leggi che prevedono pene …. vanno al fresco (non ti piace in questo caso il rispetto della legge?)

          Su “Invece se i media riescono a convincere la maggior parte delle persone su certi diritti civili, solo perché a voi non piacciono, allora diventa una dittatura soft.”
          In una democrazia è funzione dei media garantire confronto alla pari su i temi che riguardano la vita di tutti… non a tamburo battente cercare di imporre una visione unilaterale.
          (So che lo capisci questo … era quello che si rimproveravate a B con i suo “monopolio dell’informazione”).

          La democrazia non è una cosa che ti appassiona tanto se va in direzione opposta ai tuoi desideri. Tanto che hai apprezzato le dimissioni forzate, imposte in sede europea, ad un nostro presidente del consiglio sotto minaccia di spread (Sono ripetitivo… ma è una esigenza della verità sulle cose).

          1. Filomena

            Ma scusa Toni dove sta il messaggio unilaterale in tv se appena la apri solo per limitarci alla pubblicità a fronte di uno o due spot diciamo alternativi, siamo sommersi di messaggi dove la famiglia è quella del mulino bianco, i detersivi e le lavatrici sono appannaggio delle donne ecc. Se di messaggio prevalente, per usare un eufemismo, si tratta è quello della famiglia tradizionale. E poi vorresti farmi credere che la Chiesa con il potere che da sempre ha avuto non riesce a far leva sui media? Hai mai visto l pubblicità dell’8 per mille e delle missioni all’estero?
            Riguardo alla legge, ci mancherebbe che se uno commette un reato, Yemen comprese non fosse giudicato ma mi risulta che non sia gradito e comunque sanzionato se viene criticata la religione con atti dimostrativi o proteste. Uno stato che vieta i gay Paride non rispetta esattamente la libera espressione.
            Su B capiamo un velo pietoso.

          2. viccrep

            sig. filomena la sua autodeterminazione da per sottinteso che la vera libertà è fare ciò che mi pare, ciò porta allo sfascio sociale, volere che i desideri del faccio ciò che mi pare diventino dei diritti, aumenta lo sfascio sociale.
            Ne sono espressione l’aborto il divorzio, la riduzione della persona al desiderio sessuale che può esprimere qualunque esso sia, tutte queste cose portano dolore disfacimento di un armonia sociale di una crescita della persona
            Poi la democrazia in Italia è semplicemente ridicola e inesistente, questo è il terzo governo che non è espressione di un voto democratico, e veda le azioni che svolge non hanno nulla di liberale ad esempio l’eliminazione delle provincie riforma fasulla e nuovamente illiberale, le provincie sono lì e si sono svolte le nomine dei facente funzioni di presidente, scelto dai sindaci, ovviamente un operazione di partito e basta.
            Bastava cancellare trasferire il personale alle regioni che col tempo lo avrebbero riassorbito o distribuito presso i comuni

          3. Toni

            Filomena, no!

            In Russia fare porcate in una Chiesa è vietato…. c’è il reato, c’è il carcere e mi pare ovvio. In Russia ai gay è vietata fare propaganda in presenza dei minori, considerato l’osceno che ho visto in certi pride, Putin… HA FATTO BENE!!!. (Poi come ti hanno già detto ai russi i gay stanno sulle scatole. Devono accontentarsi di fare quello che vogliono a casa loro…… è meglio!)

            Poi mescoli le cose: la pubblicità è commercio, non vedo come devono vendere dei pannolini se non chiamano in causa una madre o un padre con dei figli piccoli (e non credo che questo genere di pubblicità sia di gran aiuto a qualcosa…anzi).
            Se devi vendere biscotti per la colazione i pubblicitari cosa dovrebbero “creativamente proporre” …. la colazione all’arci-gaia?
            La pubblicità è indirizzata a certi target…. che esistono, non possono inventarli perché non avrebbe senso.
            Stati tranquilla che se sapessero che ne verrebbe un sacco di soldi i pubblicitari ti proporrebbero tutto il mondo delizioso secondo la tua visione ed dell l’ArciG.

            Ma un’altra cosa è l’uso dello star system , sfruttando la loro influenza su adolescenti ….. vuoi mettere? E’ la stessa cosa vederti proporre dai tuoi idoli … quelli che sono per un adolescente delle semi-divinità quale è il giusto modo di “vedere” (anche se si trattano di insulti alla ragione) ?

            Vuoi mettere il ricorrere a dibattiti inseriti in programmi ad alto share dove c’è la coppietta gaia tanto triste, vestita di bianco a piagnucolare, la conduttrice sensibile alla loro tragedia con gli occhioni lucidi, un pubblico servile e dove “gli opinionisti” al dibattito aggrediscono chiunque muove obiezioni che viene subito qualificato come nazista ed omofobo. La “confezione ideale” per infinocchiare il pubblico.

            Su B non puoi stendere nessun velo pietoso, perché su quel B inciampi e ti fai male… è la prova di ciò che è la democrazia per chi la pensa come te.

          4. Toni

            Moderatore consentimi di rispondere a Filomena!

          5. giovanna

            Scusa, Toni, non ti appellare al moderatore, è completamente inutile !
            Se ancora non ti hanno pubblicato , si vede che , essendo anche domenica, non hanno ancora vagliato il tuo intervento che è finito in moderazione automatica.
            E in moderazione automatica non ci vanno( solo) gli interventi con qualche volgarità o offesa di troppo, ma quelli che un sistema di probabilità segnala a causa di parole chiave non sempre azzeccate.
            Il tutto rende molto faticoso interloquire , inoltre non è nemmeno garanzia certa di filtro di interventi offensivi, ma tocca accettare un minimo di controllo, per quanto seccante possa essere.
            Ciao, Toni: il più paziente di tutto saprà pazientare !

          6. Toni

            @ Giovanna
            Aspetterò … 🙂 ma ci tengo a rispondere a Filomena!
            Ciao

          7. Tommasodaquino

            Standing Ovation!!!

      3. Tommasodaquino

        Sottoscrivo ogni parola del post

    3. Angelo

      Signora/signorina Filomena, economicamente la Russia fa parte dei BRICS, l’Italia fa parte dei PIGS. L’Italia prima dell’entrata nella “liberale” Europa aveva la prima o la seconda posizione mondiale (non Europea) come risparmio privato. Le PMI italiane facevano spietata concorrenza alla Germania. Prima dell’entrata in Europa, l’Italia era (grosso modo) libera di fare accordi con i paesi extra europei (vedi caso Libia -Eni – Gheddafi) , oggi non esiste tale libertà (vedesi caso South Stream).
      Dove sia questa “migliore” qualità della vita negli stati liberali, resta un mistero che vede solo lei (e qualche elettore del PD). In USA, patria “liberal” il tenore di vita (soprattutto lo stile) è più basso (ed è in discesa) di quello italiano (che invece sta precipitando grazie al “liberal Renzi”).
      Ci sono i super ricchi e milioni di poveri. Qui si sta tentando di fare lo stesso. Scelga con attenzione. Perchè la motivazione reale che ha fatto incazzare i “filo gender” i “filo-omosessualisti”, è che Putin ha imposto alle ONG la tracciatura dei finanziamenti (pena la cacciata dal Paese)… Dovrebbe studiare di più, mi dispiace doverle ribadire certe nozioni basilari. In secondo luogo, anche in Russia ci sono state manifestazioni gay, solo che non possono fare le schifezze che si fanno in Italia e non si possono fare in presenza di minori. Tenga presente che i gay in Russia non se la passano bene, ma è un sentimento popolare molto diffuso quello di esser “poco delicati con i gay”. Che cosa farà quindi, se la prenderà con la maggior parte dei russi che considerano i gay malati? Oppure, molto più subdolamente dirà che la colpa è di Putin che ha, a mio avviso, saggiamente “consigliato” ( tramite la legge che lei contesta, approvata dalla DUMA russa) un basso profilo invece di certe esternazioni da carnevale brasiliano?
      La Russia è un’economia in crescita, l’unico paese autosufficiente al mondo. Le ricordo qualche dato:
      140 milioni di abitanti per il 55% delle superfici coltivabili mondiali; enormi giacimenti di gas e cospicue riserve petrolifere. Deve “smarcarsi” su certe cose, ma non credo che impiegherà tanto dato che se riescono a costruire un missile “Bulava”, non avranno difficoltà a copiare le piccole e medie imprese (di cui hanno tanto bisogno a causa delle ruberie effettuate dai SUOI amici liberali negli anni ’90 ).
      Nel 2018 sarà pronto il gasdotto Power of Siberia (collegherà un’affamata Cina ad fornitissima Russia); poi, vedremo se amerà ancora i “liberal”.
      Che il fato la protegga signorina/signora Filomena; scelga con oculatezza i suoi partiti politici. E naturalmente passi più tempo ad informarsi su fonti diverse e divergenti. Attualmente sta dimostrando lacune paurose. E ho sempre notato che l’ignorante è dominato dal sapiente.

      1. Filomena

        Vede /Signorino Angelo, ammetto candidamente le mie lacune in politica economica ma il tenore della discussione verteva sulla qualità di vita e sui principi di convivenza che regolano la società da parte dei singoli cittadini. In realtà gli squilibri tra ricchi e poveri che peraltro sono ben noti in Italia e da molti anni, cominciano a farsi sentire anche in Russia almeno a giudicare dagli esempi dei super ricchi che si vedono dalle nostre parti. Inoltre ne ho conferma diretta anche da fonti personali di famiglia. L’aspetto economico per quanto importante però non è l’unico che fa di uno Stato il luogo dove scegliere di vivere. Il fatto che in Russia ci siano ancora dei retaggi omofobi non giustifica Putin dal proporre al Parlamento leggi che rinforzano l’omofobia e casomai dovrebbe combatterla. Inoltre la Russia negli anni recenti aveva fatto un grande passo depenalizzato l’omosessualità e questo clamoroso passo indietro non va certo nella direzione di una apertura di vedute in tal senso. Ma forse non è neanche questo il punto, bensì il fatto che approfittando della scarsa inclinazione al dissenso della popolazione dovuta agli anni della dittatura sta letteralmente facendo il bello è il brutto tempo in barba alle elementari regole di democrazia. A livello socio-culturale il cittadino russo medio è fermo a 50 anni fa. Il sogno delle ragazzine ancora oggi è trovare un buon partito che le sposi esattamente come facevano le nostre nonne da noi negli anni sessanta. Senza contare che la speranza di vita media corrisponde a quella di tutti i Paesi dell’ex Unione sovietica e si aggira intorno ai 65 anni, circa 20 in meno che da noi in Occidente. A parte alcune grosse città, la vita è ancora molto rurale e il clima non gioca certo a favore di una buona qualità di vita specialmente se associato alla vita e ai disagi della campagna. Queste non sono informazioni che io mi sono inventata, ma come le ho già detto derivano da fonte diretta di chi in Russia ci ha vissuto fino a pochi anni fa. Le condizioni di vita mediamente sono peggiori che da noi, oltre il fatto che regna imperante la corruzione e i cittadini sono abituati a subire le decisioni che vengono dal dittatore di turno con una sorta di rassegnazione. Poi ci sono i ricchi, pochi che si possono permettere tutto è che in patria sostengono le leggi repressive e retrograde a livello sociale di Putin e appena possono arrivano da noi dove possono usufruire dei diritti civili comprando tutto con i loro soldi. Può darsi che a livello macro economico la Russia di Putin sia quella che descrive lei, io sono ignorante in merito come mi faceva notare giustamente, ma a livello individuale la Russia è quella che anche se solo in parte le ho descritto io. Ebbene se questo è il prezzo da pagare per smarcarsi da quello che lei definisce il potere derivante dal pensiero unico, le rispondo sinceramente….anche no. Preferisco mangiare pane e cipolla ma fare quello che voglio della mia vita senza che nessuno si arroghi il diritto di aggiudicarsi moralmente per le mie scelte.

        1. Angelo

          Signorina/signora Filomena, le condizioni attuali della Russia non sono “perfette”, ed infatti alcuni indicatori che lei ha citato sono giusti. I super ricchi russi, sono il frutto del governo Gorbaciov ed Eltsin che nel periodo antecedente a quello “putiniano” hanno svenduto ai “soliti noti” buona parte delle immense ricchezze. Gli oligarchi sono quelle persone che, alla caduta dell’URSS hanno approfittato di quel vuoto di potere. Da quando c’è Putin, invece, lentamente, le cose stanno migliorando. Sicuramente la Russia è una democrazia “imperfetta” sotto certi punti di vista; ma mi dice dove c’è qualcosa di meglio? In USA, ormai è un oligarchia mascherata, dove i poliziotti sparano e “taserizzano”centinai di cittadini in barba a qualsiasi concetto di democrazia e civiltà. In USA, le manifestazioni di Ferguson, son state “domate” dai reparti speciali armati come se si fosse in guerra. In Italia, non so se nota la “tempestica” di certe “indagini”.Non so se nota il fatto che Gianni Lannes, giornalista a lei sconosciuto, rischia di morire e ogni volta che fa un convegno dove parla di certe cose, accusando con documenti i “soliti noti”, subisce attentati e “messaggi strani”. In Italia non siamo in una democrazia; siamo una colonia europea e sotto la stretta sorveglianza degli USA.Sì, è vero qui c’è Conchita Wurst che vince (chissà perchè….) l’Eurovision e poi (che casualità) va a cantare al parlamento europeo (dove i parlamentari non possono legiferare ma al massimo discutere su ciò che decide la Commissione Europea, non eletta da nessuno…). La nostra è una parvenza di democrazia molto di più di quella russa. Quindi, per chi sta combattendo? Per quale ideale dato che qui li hanno scardinati uno ad uno e li hanno sostituiti con le turba sessuali più ignobili e con il valore unico del soldo?
          Che democrazia è quella italiana dove, in barba alla Costituzione, devono esserci il 50% di quote rosa in politica? Dove sta il merito? Dove la “democraticità”?

          1. Tommasodaquino

            No cioè sono d’accordo con lei riguardo alla critica alla democrazia occidentale ma il teorico delle scie chimiche non si può proprio sentire (poi per carità magari nelle altre inchieste avrà anche avuto ragione ma quella sulle scie chimiche è stato proprio uno scivolone, imho)

      2. Filippo81

        Bella, Angelo, sono d’accordo con te

      3. lucillo

        Ma siete proprio scemi! E con analisi storiche, economiche, strategiche che definire ridicole è fare un complimento.
        Se Putin fosse non dico gay, ma semplicemente neutro, direste il contrario.
        Ma lui è furbo e voi allocchi, e con una legge omofoba e un po’ di galera alle femen si prende il plauso di un popolo addormentato da 70 anni di dittatura e il vostro, spaventato e paranoico di fronte al mondo che cambia.

        1. diabolik

          aho non ci fate caso, lucillo è proprio così, non lo fa apposta ! ah ah ah

    4. diabolik

      Filome’…..FORZA PUTIN ! ah ah ah

  18. Filippo81

    Per quanto riguarda kiSSinger,obama e kerry mi astengo da ogni commento per non diventare triviale,

  19. Filippo81

    Grazie di cuore a Mattia Ferraresi per il coraggioso articolo !

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