Strage dei migranti. Due settimane dopo, l’Onu si è defilato e l’Ue temporeggia

Di Leone Grotti
30 Aprile 2015
Aspettando improbabili soluzioni politiche e rinviando i capitoli più impopolari del dramma barconi, nessuno sembra capire che «il vero pericolo, in realtà, è non occuparsi di questi problemi»
FILE -- In this March 7, 2011 file photo, a boat loaded with migrants is spotted at sea off the Sicilian island of Lampedusa, Italy. The odyssey often begins in an Eritrean refugee camp in Sudan where smugglers offer a deal too good to refuse: Transport to Libya and the chance of a boat trip to Europe, sometimes with no money down. But once in the lawlessness of Libya, the desperate and the dreamers are essentially held hostage by their traffickers until payments are extorted from relatives or they come up with the cash themselves. (AP Photo/Antonello Nusca, File)

Sono passate due settimane dalla “strage dei migranti” e lentamente si è smesso di parlare delle circa 900 persone affogate al largo delle coste libiche. Scemata l’ondata emotiva e la percezione dell’emergenza, anche le contromosse politiche sembrano procedere a rilento.

SOLUZIONE POLITICA. Bocciata ogni possibilità di intervento aggressivo su suolo libico per impedire la partenza dei barconi, il Consiglio europeo straordinario che si è tenuto settimana scorsa aveva dato mandato a Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera europea, di mettere fretta al mediatore Onu Bernardino Léon perché trovasse una soluzione politica in Libia, mettendo d’accordo i due governi rivali di Tobruk e Tripoli. Una volta trovata l’intesa, la nuova formazione politica avrebbe dovuto dare una aiuto fondamentale nella lotta contro i trafficanti di uomini, impedendo le partenze o affondando i barconi.

«IMPOSSIBILE ESSERE OTTIMISTI». Ma proprio ieri Léon, che da mesi cerca invano un accordo, non ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti: «È difficile essere ottimisti. Non si può essere ottimisti in questo contesto in Libia. È impossibile. La sola speranza è il nostro duro lavoro. Speriamo di avere un accordo entro il Ramadan, ma per quanto riguarda le possibilità di raggiungerlo, lasciate che io sia molto cauto».

L’ONU SI DEFILA. Che cosa si può fare per non far partire i barconi se la mediazione fallisce? Nessuno sembra intenzionato a porsi questo problema. Soprattutto dopo che Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, istituzione davanti alla quale la Mogherini avrebbe dovuto portare il problema del Mediterraneo, ha dichiarato: «Distruggere i barconi non è la strada giusta anche se vanno fermati gli scafisti che li usano». I discorsi su un eventuale intervento del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dunque, sembrano già archiviati prima ancora di cominciare.

JUNCKER «DELUSO». Durante l’Eurogruppo si era anche deciso di triplicare i fondi per Triton e aumentare il raggio di intervento delle operazioni navali con lo scopo dichiarato di salvare più vite possibile. Ma in un’intervista al Le Monde, oggi il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha affermato: «I disastri che si sono verificati richiedono una risposta immediata ma io sono deluso dall’ultima riunione europea». Davanti alla risoluzione simbolica approvata dal Parlamento europeo, che vuole che Triton conduca operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti (“search and rescue”), ha commentato: «Non c’è bisogno di cambiare la dicitura». Non proprio un bel segnale.

«IL VERO PERICOLO». Per quanto riguarda la condivisione tra gli Stati membri dell’Ue dei migranti che sbarcano sulle coste italiane, l’ipotesi delle quote che piace ad Angela Merkel sembra ancora in alto mare. «La semplice menzione del termine “quota”», ha detto ancora Juncker, «è apparsa troppo pericolosa a molti miei colleghi. E questo mi ha amareggiato. Il vero pericolo, in realtà, è non occuparsi di questi problemi». Ma a due settimane dalla strage, Unione Europea e Onu sembrano non averlo ancora capito.

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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4 commenti

  1. Raider

    E com’è che, di colpo, con settimane di bel tempo, senza combattimenti in corso, senza emergenze umanitarie dell’ultima ora, dalla Libia i barconi non partono più? Non sarà che, sotto elezioni e con un’opinione pubblica esasperata, capitanerie di porto, ambasciate, agenzie O.N.U., vertici eurocratici/erofradici, Ong, speculatori di ogni risma, non danno il “via libera” perché si vuole evitare di dare fastidio al Gran Manovratore anonimo e collettivo dell’abbordaggio migratorio e ai partiti immigrazionisti che lo servono?
    FORZA LEGA! W SALVINI!

  2. Cisco

    Tagliagole vs. Ban-Ki-Moon, Mogherini, Leon: anche io sono molto pessimista.

  3. Filippo81

    Tanto per cambiare, ancora una volta onu e ue dimostrano di essere quello che sono……

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