
Mentre gli animalisti piantano croci anti vivisezione, Nature attacca l’Italia: non è un paese per scienziati
Italia, la scienza è sotto attacco. L’allarme arriva da Nature, rivista scientifica britannica tra le più autorevoli del settore, che nel suo ultimo numero dedica un lungo editoriale alla ricerca nel nostro Paese: «Sono stati due anni molto duri», scrivono ricordando la sentenza che ha condannato i tecnici che dovevano “prevedere” il terremoto de L’Aquila, i tagli alla ricerca che cresceranno nei prossimi mesi e, soprattutto, la recente approvazione della legge “restringi-vivisezione”, «che rischia di essere la peggiore sfida per la scienza italiana». Insomma, l’Italia non è un paese per scienziati: «Non è difficile vedere come queste restrizioni, se implementate, possano avere conseguenze catastrofiche per l’intera comunità di ricerca biomedica in Italia. Se ai laboratori verrà impedito di fare ricerca sugli animali», si legge nell’editoriale, «gli scienziati saranno costretti ad abbandonare i loro progetti oppure acquistare animali da laboratori basati fuori dall’Italia, rendendo così gran parte degli esperimenti proibitivamente costosi».
LE CROCI DI ANIMAL AMNESTY. Anche dall’estero arriva quindi un segnale alla politica e all’opinione pubblica italiana, compatta nell’opporsi all’uso di cavie nei laboratori farmacologici, tema tornato d’attualità in questi mesi tanto per la legge quanto per la raccolta firme degli animalisti. Un’opposizione che continua, nonostante la sottoscrizione “Stop Vivisection” sia ormai terminata da un mese: l’ultimo episodio è questa mattina, quando alcuni attivisti di Animal Amnesty (come si vede dalla foto, tratta dalla pagina Facebook di Animal Amnesty) hanno protestato costruendo un cimitero con croci e foto di animali all’esterno del Centro Mario Negri di Bergamo, l’istituto di ricerca diretto da Silvio Garattini, scienziato spesso accusato di essere un “torturatore” (leggi qui l’intervista a tempi.it). Proprio verso uno dei suoi centri, quello di Milano Bovisa, era rivolta la manifestazione che sabato porterà migliaia di animalisti nel capoluogo lombardo, ma le disposizioni del Prefetto hanno fatto ripensare ad un percorso solo per le vie del centro.
LE RESPONSABILITA’ DEGLI SCIENZIATI. E mentre gli animalisti protestano, dall’Inghilterra Nature lancia il suo allarme verso l’Italia, elencando tutte le limitazioni che la legge pone alla ricerca, in una nazione sempre più incapace di conciliarsi con il mondo della scienza: l’obbligo di anestesia per qualsiasi esperimento, la riduzione dei generi animali da poter usare in laboratorio, l’eliminazione degli xenotrapianti. La stessa rivista, mesi fa, aveva attaccato il metodo Stamina, accusando il nostro Paese di sostenere questa cura usando i pazienti come «animali da esperimento». Ora, si è passati alla sperimentazione sugli animali: «Queste misure draconiane, se ratificate, comprometteranno l’abilità dei ricercatori italiani a competere per sovvenzioni internazionali. Costretti ad eliminare protocolli in vivo, gli scienziati italiani troveranno difficile, se non impossibile, vincere borse di studio europee e internazionali, portando ad un effetto “palla di neve”, dove il restringimento dei budget porta ad un esodo di massa dei ricercatori». L’articolo non usa termini gentili, nemmeno con il mondo stesso della scienza. È vero, tra la popolazione manca una conoscenza generale del mondo della biologia e della ricerca, ma «alcune responsabilità le hanno pure gli scienziati. La comunità scientifica tradizionalmente ha fallito nello spiegare adeguatamente il motivo per cui veniva fatta ricerca biomedica, facendo così fermentare pregiudizi e diffidenze tra la gente».
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11 commenti
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Mi pare che qui si stia facendo molta leva (troppa) sull’istinto di protezione che si può avere verso i bambini. Bravi, strumentalizzate anche loro. Comunque non potete condannare chi ha un animale domestico e lo tratta nel miglior modo possibile, perché non sapete cosa voglia dire. I nostri cani e gatti, anche col microchip vengono rapiti e venduti a laboratori come questi perché? Perché la ricerca (che dicesi essere al servizio delle persone) deve venire prima di una persona che ama il suo gatto o il suo cane? Che se il gatto sparisce lo cerca ovunque, sparge volantini, c perde il sonno, sta fisicamente male…? A che pro provocare tanta sofferenza non solo ad un animale, ma anche a chi non lo vede tornare, non lo vede morto x strada e immagina il peggio? A che pro impiantare una presa di corrente sulla testa di un animale? Cosa c’entra con la nostra salute? A me sembra anche che vi nascondiate tutti dietro un dito.
qui si può trovare una rivista che parla delle problematiche della vivisezione/sperimentazione animale. Chi crede che tutte le vivisezioni/sperimentazioni animali siano utili farà bene a leggerla:
http://www.agstg.ch/downloads/magazin/2013/albatros_magazin_tierversuche_37it_www.pdf
Ilici o bestie è stessa roba. Anzi, meglio le animali.
Fortunatamente l’Unione Europea ha deciso di finanziare solo i metodi di ricerca innovativi che non prevedano la sperimentazione in vivo sugli animali e che producano dati attendibili per l’uomo
Non so quanti animali sezionati abbiano salvato vite umane.
Aiutiamo i poveri bambini invece che animali.
questo animalismo estremo sta raggiungendo livelli grotteschi, con psicopatici ovunque che si farebbero ammazzare per uno stupido cane, che se ne fregano se il proprio beniamino abbaia di continuo disturbando il vicinato o sporca ovunque, ma che resta indifferente e tira dritto se vede un essere umano in difficolltà sulla propria strada. Tanto l’importante è che i lor puzzolenti giocattoli viventi abbiano le crocchette fresche.
Viviamo in una società che trova giusto e lecito fare a pezzi il proprio figlio nel grembo materno, e trova sadico e deprecabile fare un prelievo di sangue a un ratto.
Al nostro paese serve più cultura e formazione scientifica, perché il popolo bue ne è talmente a digiuno da bersi tutte le panzane che gli propinano, da stamina alla “vivizezione”, dall’omeopatia ai vaccini brutti e cattivi, dalle scie chimiche ai “pericolosi” ogm.
Tutte scemate che verrebbero dissipate in un baleno con un minimo di conoscenza, e di logica, scientifica.
cInvece siamo talmente imbottiti di ideologia da non riconoscere il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato. Non siamo più nemmeno in grado di riconoscere l’ovvio, nè di usare il buon senso.
Colpa nostra
dovremmo piantare davanti alle sedi deglio animalisti le croci relative a tutti gli umanio che moriranno perchè non si potrà più fare ricerca.
Cominciamo col piantare le croci di tutti i bambini non nati e trattati molto peggio dei più “vivisezionati” animali…
che c’entrano i bambini? Guardi che chi rispetta gli animali rispetta di più anche gli esseri umani. Viceversa, chi non rispetta gli animali spesso maltratta anche gli esseri umani.