Lee Cheuk-yan, testimone di piazza Tienanmen, all’incontro di Tempi
Venerdì 29 novembre all’incontro “La libertà è la mia patria. Da Piazza Tienanmen a Hong Kong” (Milano, Teatro Pime, via Mosè Bianchi, ore 21.00) parteciperà Lee Cheuk-yan, che era in piazza Tienanmen trent’anni fa, dove fu arrestato e poi rilasciato.
IL PESTAGGIO DI ALBERT HO
Al convegno organizzato da Tempi, cui parteciperà anche il missionario del Pime padre Gianni Criveller, avrebbe dovuto partecipare Albert Ho, avvocato e politico, direttore del “Museo 4 Giugno” a Hong Kong. Purtroppo, nei giorni scorsi, Ho è stato aggredito da uomini incappucciati che lo hanno malmenato. Inizialmente, Ho aveva assicurato la presenza al convegno, ma la sua situazione si è aggravata e, dunque, per motivi di salute, non potrà essere a Milano con noi.
CHI È LEE CHEUK-YAN
Al suo posto ci sarà, appunto, Lee Cheuk-yan, altro eccezionale testimone per comprendere sia quanto accadde a Tienanmen sia la situazione attuale della città autonoma. Dopo esserne stato presidente, attualmente Lee è segretario generale dell’Alleanza democratica a sostegno dei movimenti democratici patriottici in Cina, che organizza l’annuale veglia di Victoria Park, l’unico posto in cui la tragedia del 4 giugno 1989 è riconosciuta su suolo cinese.
Lee è anche segretario generale della Confederazione dei sindacati di Hong Kong ed ex parlamentare (è stato nel Consiglio legislativo di Hong Kong tra il 1995 e il 2016). È co-fondatore e vicepresidente del Partito laburista.
HONG KONG NEL CAOS
La situazione a Hong Kong rimane esplosiva. Come racconta oggi a tempi.it
il cardinale e arcivescovo emerito di Hong Kong Joseph Zen, «la protesta era pacifica, ma l’arroganza del governo e gli attacchi dei poliziotti, diventati belve, hanno fatto disperare i giovani». Finora sono circa 5.000 le persone arrestate. Il 24 novembre si vota per eleggere i 452 membri dei 18 consigli distrettuali. La Cina è sempre più minacciosa e non va dimenticato che, durante una visita in Nepal, il presidente Xi Jinping ha mostrato il volto feroce del regime: «Chiunque si azzardi a dividere qualsiasi regione dalla Cina morirà: i loro corpi saranno distrutti e le loro ossa maciullate e polverizzate».
IL MODO PER SOSTENERCI
Come abbiamo già scritto, Tempi ama la libertà e dunque gli uomini liberi. Il nostro intento è capire (e sostenere) le ragioni che hanno spinto degli uomini a scendere in piazza Tienanmen, trent’anni fa, e per le vie di Hong Kong, oggi, mettendo a repentaglio la propria vita e incolumità. Se volete darci una mano, potete fare una donazione al Fondo Più Tempi, lo strumento che abbiamo creato per organizzare questa e altre iniziative legate alla vita del nostro giornale.
Foto Ansa
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