Foschi: «L’aumento del monte ore sminuisce la professionalità del docente»

Di Daniele Ciacci
17 Ottobre 2012
Fabrizio Foschi (Diesse) critico nei confronti della legge di stabilità che aumenta le ore di insegnamento: «Grave danno per i precari. Il ministro smentisce se stesso»

«Gli articoli della legge di stabilità che riguardano l’allungamento dell’orario di servizio del docente – da 18 a 24 ore per le scuole medie superiori, mentre per le elementari è 22 – sono un errore del Governo, che ha agito senza una consultazione e senza una minima raccolta di pareri». Suonano taglienti le paorle di Fabrizio Foschi, presidente nazionale dell’associazione Diesse – Didattica e Innovazione scolastica – intervistato da tempi.it in merito alle nuove disposizioni della legge di stabilità approvate ieri dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, e presto discusse in Parlamento. «È un atto di imperio. Adesso speriamo che questi articoli possano essere cambiati».

Cosa comporta allungare l'”orario di impegno”del docente?
Sei ore in più – impiegate per coprire spezzoni e supplenze temporanee, oltre ad un certo numero di ore di sostegno – significa un grave danno per tutti quei precari che vivono di incarichi temporanei. Tutto sarà coperto da docenti già in cattedra. Va a deprimere la politica più volte dichiarata dal ministro sullo svuotamento delle graduatorie e sull’indizione di nuovi concorsi. Se i docenti attualmente in servizio copriranno una più larga fetta di orario, serviranno meno docenti nuovi. È una mossa puramente tecnica, ma azzardata.

Il docente diventa un “tuttofare”.
Il professore non viene valorizzato.È un discredito culturale. Il docente è ridotto a un impiegatuccio di campagna spostato da una funzione all’altra senza alcun rispetto per la propria professionalià. Nella Convention di Diesse tenutasi a Bologna il ministro Profumo era intervenuto in web-conference e conveniva sulla necessità di valorizzare la professione dell’insegnante. Ma così si sta smentendo. Vogliamo una liberalizzazione del sistema atta a creare diverse figure più o meno impegnate all’interno della scuola, con una proporzionalità diretta fra monte ore e stipendio. Nulla vieta di pensare a una progressione degli impegni, ma solo a fronte di un riconoscimento economico e giuridico della carriera.

L’allungamento del monte ore non fa a pugni con l’indizione dei nuovi concorsi per la docenza?
In prospettiva si perderanno dei posti. Il ministro aveva promesso che in primavera si sarebbe tenuto un nuovo concorso – le iscrizioni chiuderanno entro il 27 novembre – e dopo un terzo. Ma mi chiedo: quante cattedre potrà mettere a disposizione?

@danieleciacci

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2 commenti

  1. mesia

    il concorsone è una pura follia, soldi regalati alle lobby, ma chi non è a scuola queste cose non le capisce.
    l’insegnante ha già perso gran parte del suo peso sociale, colpa del fatto che i nostri grandi amministratori non vogliono generazioni che pensano ma consumatori alienati.
    paradossalmente tutti a scuola e tutti promossi non creano eccellenze.
    che portino pure a 40 ore l’insegnate, così quando saremo tutti schiavi di quelli che si sono arricchiti con i soldi della scuola potremo chiudere la scuola e dare la colpa agli insegnanti che non hanno insegnato.

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