Sono 260 milioni i cristiani perseguitati nel mondo

Di Redazione
16 Gennaio 2020
I risultati dell'ultimo rapporto di Porte Aperte: 2.983 cristiani uccisi per la loro fede nel 2019, maglia nera alla Nigeria; 9.488 chiese distrutte, oltre la metà in Cina. Il paese più pericoloso resta la Nord Corea. Il fenomeno più letale è il terrorismo islamico
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Sono 260 milioni i cristiani perseguitati nel mondo, contro i 245 milioni dell’anno scorso, secondo l’ultimo rapporto pubblicato ieri da Porte Aperte, che prende in considerazione il periodo che va dall’1 novembre 2018 al 31 ottobre 2019. Sui circa 100 paesi monitorati della World Watch List, in 73 la persecuzione è alta, molto alta o estrema e un cristiano su 8 viene perseguitato.

QUASI 3.000 CRISTIANI UCCISI PER LA LORO FEDE

Il numero di cristiani uccisi per ragioni legate alla fede scende da 4.305 dello scorso anno a 2.983 del 2019. Il paese dove vengono uccisi più cristiani a causa della loro fede è, ancora una volta, la Nigeria dove i Fulani sono ormai ben più letali di Boko Haram. Il secondo paese dove sono morti più cristiani è la Repubblica Centrafricana e il terzo lo Sri Lanka, dove si è verificato l’anno scorso il terribile attentato di Pasqua.

Nel periodo studiato, 9.488 chiese ed edifici connessi sono stati attaccati o chiusi (almeno 5.500 solo in Cina), 3.711 cristiani sono stati arrestati senza processo o incarcerati, 8.537 cristiane sono state violentate o abusate sessualmente. Per il 18esimo anno di fila, il paese dove la persecuzione è più estrema è la Corea del Nord (qui la storia inedita della convertita Sang-Hwa), dove un numero imprecisato tra 50 mila e 70 mila cristiani sono incarcerati nei gulag, magari solo perché sono stati trovati con una Bibbia. Seguono Afghanistan, Somalia, Libia, Pakistan, Eritrea, Sudan, Yemen, Iran, India, Siria, Nigeria, Arabia Saudita, Maldive e Iraq.

L’INFLUENZA DEL TERRORISMO ISLAMICO

Le cinque dinamiche principali che hanno portato all’aumento della persecuzione sono: la diffusione della militanza islamica violenta negli Stati deboli dell’Africa sub-sahariana, la diffusione della militanza islamica violenta nell’Asia meridionale e sudorientale, l’aumento dell’influenza della criminalità organizzata in America Latina, l’ascesa della sorveglianza digitale di Stato e i conflitti in Siria e Iraq. In questi due paesi, come nota il direttore di Porte Aperte, Cristian Nani, «i cristiani stanno scomparendo: in Iraq dal 2003 ad oggi è sparito l’87% dei cristiani, mentre in Siria dal conflitto civile il 66%. È emergenza assoluta».

Tra i paesi dove la persecuzione è aumentata di più nell’ultimo anno c’è sicuramente il Burkina Faso, che passa dalla 61esima alla 28esima posizione a causa degli attacchi dei terroristi islamici. Preoccupante anche la Cina, che sale dalla 27esima alla 23esima posizione, dove il governo comunista considera i cristiani come una minaccia alla stabilità al potere del Partito comunista.

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