Rimini. Tutto è cominciato nel 2011 grazie a Facebook. È sul popolare social network, infatti, che Emilia Huang ha visto le foto dei suoi amici dell’università cattolica Fu Jen di Taipei (Taiwan) in un posto strano: il Meeting di Rimini. «Le foto erano bellissime e loro avevano delle facce… Io dovevo sapere perché erano così felici, perché c’era quell’amicizia speciale fra loro», racconta Emilia a tempi.it.
Emilia, giovane cinese di 21 anni, aveva cominciato a studiare italiano dopo aver conseguito una laurea in fashion marketing. Dopo aver fatto alcune ricerche per conto suo sul Meeting, un giorno si è presentata a uno dei tanti incontri che uno dei professori di italiano teneva con i ragazzi al di fuori delle lezioni universitarie. Quel professore era don Emmanuele Silanos, sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo, che quest’anno celebra il suo trentesimo anniversario.
SAN CARLO A TAIWAN. «La Fraternità è presente a Taiwan dal 2001», spiega a tempi.it don Donato Contuzzi. «Io, originario di Matera, trapiantato a Parma, sono arrivato nel 2012. Dopo che Lele (Silanos, ndr) è dovuto tornare a Roma, siamo rimasti in tre sacerdoti a Taipei». Qui «prestiamo servizio in due parrocchie e insegniamo italiano all’università. Ai ragazzi proponiamo un’amicizia guidata, concreta: ceniamo insieme una volta alla settimana, teniamo alcuni incontri e andiamo in caritativa (facciamo volontariato, ndr) in un ospizio».
È a uno di questi incontri che un giorno si è presentata Emilia, senza essere invitata da nessuno. «Ero abbastanza timida, all’inizio ascoltavo e basta. Si parlava di cose molto profonde e questo mi ha colpito: con i miei amici non parlavamo mai così. Non affrontavamo temi come l’amicizia, la solitudine o quale significato può avere un esame per te. Era tutto diverso e io diventavo sempre più curiosa».
Quei sacerdoti italiani trapiantati a Taiwan, infatti, la stupivano: «Si vedeva che erano più felici di tutti noi, eppure avevano abbandonato tutto, dalla casa alla famiglia, per venire qui. Io volevo saperne di più, da dove veniva la loro felicità? Già allora c’era qualcuno che mi stava aspettando, anche se io non sapevo chi fosse. Però cercavo una risposta».
CATTOLICI A TAIWAN. A Taiwan i cattolici rappresentano appena l’1 per cento della popolazione. «La maggior parte della popolazione è buddista, taoista o sincretista, segue le religioni tradizionali, il culto degli antenati e vede il cristianesimo come qualcosa di lontano, occidentale», fa il quadro della situazione don Donato. «Fortunatamente sono anche molto aperti e accolgono tutti. Io quando sono arrivato ho subito uno shock culturale, ma tutti con me, a partire dai sacerdoti della mia casa, sono stati super accoglienti. Le difficoltà sono molte, qui è un altro mondo, a partire dalla lingua, ma le dimentichi tutte quando qualcuno sente parlare di Cristo per la prima volta e poi magari, per miracolo, se ne innamora e si battezza. Come Emilia».
«LA MIA STRADA». La ragazza un giorno è andata fino in fondo alla sua curiosità e ha chiesto a uno dei sacerdoti della San Carlo di conoscere il cristianesimo. «Ho cominciato a seguire il catechismo, dovevo sapere se era la mia strada. La prima volta che sono andata a Messa, davanti al crocifisso, non ho fatto altro che piangere. Ho sentito subito un abbraccio enorme e ho capito che era la mia strada. Che differenza rispetto a prima».
Che cosa c’era prima? «Io ho sempre seguito la religione tradizionale taoista, andavo spesso al tempio con mia mamma a pregare. Noi chiedevamo le cose che chiedono tutti: pace, felicità… Ma non c’era un rapporto. Per me invece Gesù è un amico, un padre. Questo rapporto nei riti taoisti è impossibile».
GIUSSANI IN CINESE. Emilia si è battezzata nel 2013, oggi ha 26 anni e non ha più lasciato la compagnia della San Carlo e del movimento di Comunione e liberazione. Ora aiuta a tradurre don Giussani in cinese: «Metto la mia conoscenza delle lingue al servizio. Spesso aiuto i preti a fare le traduzioni degli articoli di don Giussani o i sottotitoli dei video». Oggi «penso sempre a come posso dire a tutti quello che ho incontrato: comunicare la bellezza, la gioia, la mia vita. Vorrei dirlo al mondo intero».