«Evangelizzare l’Asia: il grande compito del terzo millennio»
Pubblichiamo l’intervento tenuto da monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, il 24 febbraio alla presentazione a Taipei della traduzione cinese del suo libro La casa, la terra, gli amici. La Chiesa nel terzo millennio.
Cari amici, la traduzione nella vostra lingua di questo mio piccolo libro vuole essere il segno di un compito grande che sento sempre più importante: il rinnovarsi dell’incontro nel nostro tempo tra il cristianesimo e i popoli e le culture dell’Asia. Non dimentico che il cristianesimo è nato in Asia, nella sua estrema regione occidentale, la Palestina. Il Dio fatto uomo ha conosciuto soltanto un estremo lembo del vostro continente, crocevia della storia di tanti popoli. Non dimentico poi che la fede in Cristo ha raggiunto presto, forse già in epoca apostolica, alcune regioni dell’India. Poi l’immensa Siberia asiatica, attraverso la predicazione e la vita delle comunità della Chiesa ortodossa.
Il cristianesimo sbarca in Cina
Allo stesso modo, già intorno all’VIII secolo missionari nestoriani erano giunti in Cina, come attesta la stele che si può vedere con commozione a Xi’an. Poi, a fine 1200, i missionari francescani sono arrivati nella Terra di Mezzo. Un intero capitolo andrebbe dedicato all’opera di Matteo Ricci, che tanti di noi conoscono e che ha segnato una strada importante anche per i nostri tempi per l’incontro con dei mondi che gli uomini occidentali potevano solo sognare. Come potrei dimenticare i martiri giapponesi del XVII secolo e i martiri coreani assieme ai tanti nostri fratelli che ancora nel nostro tempo testimoniano la loro fede in mezzo a mille pericoli e difficoltà in Birmania, in Cina, in India, in Corea del Nord?
La diffusione del cristianesimo avviene secondo un disegno divino che non possiamo investigare e tanto meno prevedere e attraversa l’abisso della libertà degli uomini. Possiamo però da questa lunga storia bimillenaria raccogliere alcuni insegnamenti.
La sintesi necessaria fra fede e cultura asiatica
Primo: perché un popolo incontri Cristo occorre una presenza stabile di cristiani che, attraverso la carità e la luminosità della vita portata da Gesù, interpellino le coscienze e le attese sempre presenti dei loro fratelli.
Secondo: occorre conoscere, studiare e comprendere dall’interno le culture, le filosofie e le religioni praticate dai popoli a cui siamo mandati. Tutto ciò esige un lunghissimo lavoro che nasce dalla simpatia, dalla condivisione, dall’amore per scoprire ciò che nelle culture pagane può essere accolto e trasfigurato o deve essere, invece, respinto perché contrario al vangelo. Il terzo millennio potrà vedere il sorgere dei Padri della Chiesa asiatica che, in analogia profonda con i Padri della Chiesa antica, opereranno quella sintesi fra fede e cultura che ha sorretto il cristianesimo occidentale per secoli.
Terzo: niente può essere preventivato. Dobbiamo affidare alla preghiera, alla supplica a Dio e al lavoro quotidiano di evangelizzazione i passi in avanti di questo grande disegno. Un giorno san Giovanni Paolo II mi disse che il terzo millennio sarebbe stato il tempo dell’Asia. Fu anche per questa ragione che desiderai l’apertura di una casa della Fraternità San Carlo a Taiwan. Affidiamo a Maria il compimento delle nostre attese.
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