Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Sport

Oltre il caso Peng Shuai. Non sarà lo sport a cambiare il mondo

Trattatello sull'ipocrisia suprema di chiedere allo sport di fare da supplente alle mancanze della politica e della società e indignarsi pure se non lo fa

Roberto Perrone
06/12/2021 - 6:25
Sport
CondividiTwittaChattaInvia
La tennista cinese Peng Shuai durante una partita degli Australian Open nel gennaio 2020 (foto Ansa)

Lo sport cambierà il mondo? A questa domanda epocale c’è solo una risposta: no. Non l’hanno cambiato gli storici boicottaggi degli anni Settanta-Ottanta e non lo muteranno neanche tutte le manifestazioni attuali.

Il moralismo a intermittenza su sport e politica

Ma non è questo il punto, il cuore della vicenda è l’ipocrisia diffusa e il moralismo a intermittenza. Ci arriviamo alla fine di questo breve trattatello sul tema dell’intreccio tra sport e politica. L’ultimo caso in ordine di tempo è quella della Wta, l’associazione delle tenniste professioniste che, per la situazione della tennista Peng Shuai, ha cancellato tutti i tornei (dieci) e anche le Wta Finals (il Master femminile) previsti in Cina. Riguardo alle Finals, c’era un accordo per disputarle a Shenzen fino al 2030. Steve Simon, il presidente dell’associazione ha dichiarato: «In tutta coscienza, non so come potrei chiedere alle nostre giocatrici di giocare nel Paese in cui a Peng Shuai non è permesso di parlare liberamente». Una decisione coraggiosa e importante. Non cambierà nulla in Cina e per la Cina, i prossimi Giochi Olimpici invernali a Pechino nel 2022 si fanno – il Cio ha già detto che preferisce la diplomazia, e ti credo – ma merita comunque un plauso. Fine.

L’era dei grandi boicottaggi

Un passo indietro. Anche lo sport, come la società, è stato travolto dal vento del 1968. Non che fino a quel momento fosse riuscito a fermare le guerre, non che le Olimpiadi non fossero state utili ai regimi più tremendi per mostrare i loro muscoli e la loro forza organizzativa (pensate a Berlino 1936 e molti decenni dopo a Pechino 2008), però fino a quel momento lo sport viveva in una cittadella. Con i pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos all’Olimpiade di Città del Messico del 1968, la cittadella venne violata. Poi ci fu la strage degli atleti israeliani a Monaco ’72 da parte dei palestinesi di Settembre Nero e la cittadella divenne un bunker. Improvvisamente lo sport si trasformò in un veicolo per messaggi di altro tipo, quasi sempre politici. Venne l’era dei grandi boicottaggi.

LEGGI ANCHE:

Proteste contro Xi Jinping, raffigurato come Winnie The Pooh

A Hong Kong vige l’autocensura: cancellato il film su Winnie The Pooh

23 Marzo 2023
Xi Jinping Putin Russia Cina

Com’è che Putin è finito tra le braccia di Xi Jinping

21 Marzo 2023

A Montreal ’76 non si presentarono 28 Paesi (27 africani più l’Iraq) per protestare contro il Sudafrica e la politica dell’apartheid. Non si presentò neanche Taiwan che aveva chiesto di partecipare con il nome di China Taipei ottenendo un rifiuto del Cio che non voleva turbare la Cina. Il regime comunista non mandava i suoi atleti ai Giochi dal 1952 ma erano in corso trattative per farlo rientrare (succederà nel 1984) e quindi non bisognava turbare il manovratore. In quello stesso anno, l’Italia del tennis andò in Cile a giocare, e vincere, la finale di Coppa Davis e il popolo si divise, andiamo o non andiamo dall’orrido Pinochet? Panatta e Bertolucci si misero le magliette rosse e conquistarono l’Insalatiera e i nostri cuori.

I moralisti che chiedono allo sport gesti di protesta

Nel 1980 ci fu il picco dell’ipocrisia italiana e non solo. A fine 1979 l’Urss aveva invaso l’Afghanistan e la presidenza di Jimmy Carter, ricordata come una delle più fallimentari della storia, reagì sfruttando lo sport: niente Olimpiade, boicottaggio. Aderirono 64 nazioni. L’Italia, come l’Inghilterra, diede un colpo al cerchio e uno alla botte: divieto di partecipazione agli atleti militari ma via libera a tutti gli altri, senza inno e con la bandiera del Cio. Certo, se fossi stato un’atleta che da quattro anni preparava quel momento e mi avessero detto stai a casa, avrei dato fuori di matto. Fuck Afghanistan. Nel 1984 l’Urss e il blocco del Patto di Varsavia (con l’eccezione della Romania) restituirono il favore a Los Angeles. Poi vennero Gorby, la fine della Guerra Fredda, Nelson Mandela e dal 1988 si sono sempre presentati tutti.

Però, di anno in anno, di manifestazione sportiva in manifestazione sportiva, di luogo in luogo, accorgendosi al momento di quello che accade in certe nazioni del globo, i soliti MISPE (moralisti in servizio permanente effettivo) hanno chiesto allo sport un gesto di protesta, clamoroso e dirompente, un gesto che dovrebbero fare la politica o quella che viene denominata “società civile” ma che viene, invece, domandato, pure con protervia e birignao, allo sport.

Quelli che si inginocchiano e le parole di Leclerc

Nel 2008 a Pechino si scoprì che i comunisti cinesi avevano invaso il Tibet (nel 1950) e che bisognava fare qualcosa. Poi, quando le squadre italiane si presero i petrodollari per andare a giocare la Supercoppa in Arabia Saudita ci fu una breve ma intensa insurrezione per la condizione della donna in quello scatolone di sabbia e petrolio. Passato l’evento, gabbata la protesta.

Da un anno ascolto molti osservatori chiedere agli atleti di inginocchiarsi contro il razzismo, li ascolto tagliare giudizi negativi a chi non lo fa, come se la solidarietà, la partecipazione non fossero sentimenti personali, come se un gesto non dovesse partire dalla propria coscienza, ma fosse imposto dall’alto. Ha detto bene il pilota della Ferrari, Charles Leclerc: «Io combatto il razzismo ogni giorno della mia vita, non ho bisogno di manifestare». Vangelo. Questi gesti hanno il vuoto dentro. Fateli, ma non imponeteli per legge morale e soprattutto non pensate che siano sufficienti.

Vai avanti tu, sport

Le iniziative hanno senso se cambiano la vita di chi le fa, non hanno senso solo perché qualcuno le fa. Pensiamo a quello che è successo nel weekend in cui i calcio ha dato il suo contributo contro la violenza sulle donne. Finiti gli appelli, alcuni figuri hanno molestato una giornalista. Il molestatore principale si è giustificato: «Era solo una goliardata». Probabilmente manco si era accorto che era la giornata contro la violenza sulle donne.

Non è che questi gesti, che questi messaggi non siamo importanti, ma i MISPE pensano che producano un cambiamento. Non è così. E in ogni caso l’ipocrisia suprema è quella di chiedere allo sport di fare da supplente alle mancanze della politica e della società e indignarsi pure se non lo fa. L’ipocrisia è pretendere che sia sempre qualcun altro a muoversi. Vai avanti tu. Non funziona così: vado avanti io, questo bisogna chiedere. A se stessi.

Tags: Cinadiritti umaniOlimpiadiPeng Shuai
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Proteste contro Xi Jinping, raffigurato come Winnie The Pooh

A Hong Kong vige l’autocensura: cancellato il film su Winnie The Pooh

23 Marzo 2023
Xi Jinping Putin Russia Cina

Com’è che Putin è finito tra le braccia di Xi Jinping

21 Marzo 2023
I giornali iraniani parlano dell'accordo tra Iran e Arabia Saudita mediato dalla Cina

«Ecco perché Arabia Saudita e Iran si affidano alla Cina»

19 Marzo 2023
Il sovrintendente del dipartimento di polizia per la sicurezza nazionale, Steve Li, con il libro incriminato a Hong Kong

Hong Kong introduce lo psicoreato

18 Marzo 2023
L'impianto di batterie elettriche della Catl (Cina) in Germania

L’invasione cinese dell’Europa parte da Germania e Ungheria

17 Marzo 2023
La Cina media tra Iran e Arabia Saudita

L’Arabia Saudita sceglie la Cina (e non gli Usa) come mediatore con l’Iran

15 Marzo 2023

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Chi sogna spaccature nel centrodestra per tornare al vecchio pantano
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Quei cattolici popolari in difesa della (vera) lotta operaia e contadina
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist