«Gli sciiti mozzano le teste dei sunniti per vendetta». Non c’è pace per l’Iraq

Di Leone Grotti
14 Marzo 2015
Le milizie sciite, aiutate dai pasdaran iraniani, sono a Tikrit. Lo Stato Islamico perde terreno, ma «c'è una guerra civile strisciante». Intervista a Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera

Mideast Iraq Islamic State

Non è ancora successo, ma Tikrit cadrà presto. La propaganda del governo iracheno, che ha lanciato un’offensiva il primo marzo, ha già dato da giorni per conquistata la città natale di Saddam Hussein, nelle mani dello Stato islamico dall’anno scorso. In realtà, si continua a combattere e ci sono ancora centinaia di jihadisti nella zona dei palazzi presidenziali. Il destino di Tikrit però è segnato e l’Isis ne uscirà decisamente indebolito, ma c’è una notizia che non fa ben sperare per il futuro dell’Iraq: «Gli sciiti hanno già cominciato a restituire ai sunniti lo stesso trattamento che è stato riservato loro», rivela a tempi.it Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera.

Che tipo di trattamento?
Girano video terribili di giovanissimi miliziani sciiti che brandiscono le teste mozzate dei sunniti. E mentre lo fanno, sorridono. Alcuni sembravano addirittura stranieri. Come l’Isis ha perpetrato crimini terrificanti contro gli sciiti e le altre minoranze, così ora il rischio è che gli sciiti compiano gli stessi crimini contro la popolazione sunnita. Io l’ho scritto fin da quando è partito l’attacco.

Che cosa?
Il problema sta nella composizione delle forze che guidano questo attacco. Ad oggi non esiste un vero esercito iracheno, che è ancora debole dopo essere stato sbaragliato in modo clamoroso e vergognoso l’estate scorsa dallo Stato islamico. Sul terreno, di fatto, ci sono le milizie sciite e i pasdaran iraniani, guidati dal generale Suleimani. Essendo una forza settaria, il rischio è che prolunghi la guerra civile strisciante tra sciiti e sunniti.

E gli americani come la vedono?
Ci sono 3.000 consiglieri americani in Iraq e sanno bene tutto quello che succede. Sanno che la presenza dell’Iran è cresciuta dal loro ritiro nell’estate 2011. Barack Obama però ha fatto capire che in questo momento il pericolo numero uno è l’Isis e quindi chiude un occhio, anche se gli Stati Uniti hanno già ripetuto più volte che non stanno bombardando Tikrit. L’America farà di tutto perché questa violenza settaria non si verifichi, ma in parte purtroppo è già realtà.

Una vittoria degli sciiti a Tikrit può paradossalmente peggiorare la situazione in Iraq?
No, se pensiamo che il Califfato sia il pericolo numero uno. Però è chiaro che gli iracheni non possono vincere da soli e siccome gli Usa non vogliono portare truppe sul terreno, è inevitabile che Teheran si inserisca. 

Mideast Iraq Islamic State

Questa vittoria sull’Isis dunque non risolverà i problemi dell’Iraq?
No, perché il problema è strutturale: una guerra civile strisciante, un governo sciita centrale debole e incapace di essere inclusivo, comprendendo anche l’elemento sunnita. Questo problema è politico e risolverlo sarà dura: tutti sanno che a Tikrit, la roccaforte dei sunniti per eccellenza, l’Iran è considerato il nemico numero uno.

Ora però lo Stato islamico è nei guai.
Questa per i jihadisti è una delle sconfitte peggiori dopo Kobane. Perdono territorio, uomini e sanno che ora tocca a Mosul. La sconfitta di Tikrit, poi, allontana forse per sempre la possibilità di conquistare Baghdad, un obiettivo chiave dei jihadisti. Potrebbero ancora prenderla da Falluja, ma non possono più accerchiarla. È un bel cambiamento, visto che fino a poco tempo fa si parlava degli attacchi all’aeroporto internazionale di Baghdad. Ma c’è un altro grande problema per l’Isis.

Quale?
La propaganda dello Stato islamico è fortissima ma le debolezze interne sono tante. C’è uno scontro feroce tra i jihadisti arrivati dall’estero e i miliziani locali. Io poi conosco le tribù sunnite, so che loro hanno accettato di collaborare con l’Isis perché odiavano l’Iran, ma non amano certo gli uomini di Al-Baghdadi. La sconfitta di Tikrit accelererà la disgregazione interna. Questo vale per tutti i movimenti rivoluzionari: finché le cose vanno bene, si è tutti uniti ma il problema è durare.

Lo Stato islamico durerà?
No, ne sono convinto. Si sgonfierà.

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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14 commenti

  1. Kopinkollo

    @Yusuf

    Bisogna poi aggiungere che ai primi di marzo, nella provincia di Ninive, le forze irachene hanno arrestato quattro consiglieri militari stranieri che davano assistenza ai militanti dell’ISIS: uno originario di un Paese del Golfo Persico, ma gli altri tre con doppia nazionalità, israelo-americana.

    Insomma : gli USA bombardano le forze anti-ISIS !

    È questo il nucleo di verità che si può cogliere dietro le accuse e narrative americane: è che l’armata del Califfo sta subendo dure batoste sul terreno in Siria e in Iraq. Il 3 marzo i capi dell’ISIS si sono ritirati da Tikrit sotto l’avanzata degli iracheni, regolari milizie «volontarie» , ma con l’apporto decisivo delle forze Quds, ossia della guardia rivoluzionaria dell’Iran e del suo celebrato Generale Qassem Soleimani.

    Le ultime notizie parlano di una Tikrit ermeticamente isolata, dove resisterebbero non più di una sessantina di guerriglieri e sniper, i sopravvissuti di un repulisti operato dagli stessi leader del Califfato: che hanno eliminano i feriti gravi nella città assediata, e compiuto esecuzioni per tradimento contro quelli dei loro stessi uomini che cercavano di arrendersi.

    Per di più, in quella che è stata la città di Saddam Hussein, migliaia di sunniti locali si sono uniti alle forze anti-Isis, altra smentita al progetto israelo-americano di allargare la frattura fra i due Islam: i sunniti di Tikrit non devono sentirsi poi tanto vicini a quei fanatici messi insieme a combattere lì «da novanta Paesi», dunque non solo tagliagole, ma anche stranieri che pretendono di comandare sulle fiere kabile tikrite.

    Nella provincia di Kirkuk, i peshmerga e le forze volontarie stanno ripulendo villaggio dopo villaggio dai terroristi.

    1. Raider

      Tutto, pur di non vedere la novità: che una democrazia è sorta dove non la si voleva e a opera di chi si è accusato di averla imposta. La sconfitta dell’Isis è questione di tempo e di volontà politica: si era proibito agli Occidentali – che non ne avevano tanta voglia – di intervenire, guai!, questo che esportano la democrazia e poi, abbandonano al loro destino i dilettanti allo sbaraglio messi lì con la forza, sostituendo le tirannie gardite alla Saddam: come hanno fatto con gli iracheni, che possono vendere il petrolio a prezzi di mercato – come prima -, senza Oil for Foods e per giunta, utilizzando i proventi del petrolio a beneficio di tutto il popolo iracheno, non del Partito, degli amici, della corte e del clan di Saddam Hussein.
      Nello stesso tempo, gli Occidentali, in sostanza, U.S.A. E Uk – e Israele: con parziale veduta de la Mecca e Emirati -, accusandoli di tenersi alla larga e facendo combattere al proprio posto iracheni, sciiti, sunniti: e infine, non sapendo che inventarsi per tenere sempre desto l’odio anti-occidentale, ecco che li si accusa di sostenere l’Isis: e lo farebbero pur sapendo che è destinato a essere sconfitto. Che il jihadismo possa prevalere fra diverse fazioni anti-Assad o anti-Baghdad – quanto a questo, si erano distinti proprio quei sunniti pro-saddam esaltati dai complottisti come campioni di patriottismo islamico contro governi illegittimi: e ora, invece, graditi, meno male! – e aggregare il risentimento anit-occidentale e anti-israeliano che vediamo all’opera anche qui, non sembra una cosa tanto strana, tenute nel debito conto le storiche rivalità intra-islamiche: ma no!, così è troppo facile! Molto meglio scaricare sugli altri – i soliti imperialisti occidentali – la responsabilità di arretratezza, miseria, rivalità, tirannia che l’Islam deve a se stesso: e infatti, no, la democrazia no!, è un valore occidentale e non gli va bene.

  2. Yusuf

    @Kopinkollo

    Sionisti aiutati da eretici iconclasti wahabiti per distruggere quello che è considerato il terzo luogo santo dell’islam. Ulteriore segno che alla fine i tre fondamentalismi sono legati fra di loro pur odiandosi.

    Sempre riguardo a Cremonesi credo il suo articolo faccia il paio con le dichiarazioni del senatore Patrick Leahy (democratico del Vermont) che ha minacciato apertamente il Governo iracheno, che sta combattendo contro il Califfato: ha le prove, dice, che le truppe irachene si macchiano degli stessi crimini di guerra dei decapitatori loro nemici («torture, stupri, assassini»). E il Dipartimento di Stato minaccia di aprire un’inchiesta sulle «atrocità commesse dalla forze irachene».

    Insomma ad accusare l’Iraq di tortura è la superpotenza che la tortura l’ha praticata e di fatto legalizzata a Guantanamo e Abu Ghraib.

    Inoltre il Governo iracheno ha accusato che mercoledì 11 marzo, mentre i suoi soldati si battevano nella riconquista di Tikrit, l’aviazione americana ha bombardato una base del suo esercito nella provincia di Anbar, ad ovest: due missili precisissimi che hanno fatto strage di 45 fra militari e ufficiali, oltre a un gran numero di feriti. Altri 22 soldati iracheni sono stati uccisi da un bombardamento americano a Ramadi; gli americani naturalmente hanno negato che l’aereo fosse il loro.

    Il 22 febbraio scorso gli iracheni hanno abbattuto due velivoli britannici che portavano armi, munizioni e materiali vari ai terroristi islamici del Califfo. E lo ha denunciato Hakem Al-Zameli, che è il presidente della Commissione Difesa del Parlamento iracheno, quindi l’autorità competente nella democrazia che l’intervento USA ha voluto instaurare a Baghad.

    1. Raider

      Le atrocità e ritorsioni commesse dalle forze anti-Isis sono state denunciate da più parti, evitarle e evitare rappresaglie indiscriminate sarebbe meglio per tutti, ma non per chi mette sullo stesso piano gli abusi commessi a Abu Ghraib e a Guantanamo, per cui furono costituite commissioni d’inchiesta, con la pratica sistematica della tortura e le uccisioni da macelleria halal che, praticate dal regime di Saddam Hussein senza né commissioni parlamentari o internazionali né proteste umanitarie, sono proseguite e anzi, sono state condotte su larga scala dai ‘resistenti’ nostalgici di quel regime, di cui perpetuare i metodi collaudati e le rigogliose tradizioni islamiche del Paese.
      A denunciare l’uso di torture e metodi illegali per raccogliere informazioni sono stati gli stessi sunniti che le subivano, mentre nulla gli stessi avevano da dichiarare quando le commettevano. Ma è significativo che, ora, il governo iracheno democraticamente eletto sia riconosciuto da chi lo contestava come ‘servo degli Occidentali’ e rifiutava la democazia e l’autonomia che il tanto rimpianto Saddam Hussein non si era mai sognato di concedere a sciiti, curdi e altre minoranze. Quindi, sembrerebbe che i tanto vituperati Occidentali, rovesciando Saddam Hussein, abbiano posto le condizioni per una intesa reale, libera, concordata – democratica, insomma – fra tutte le componenti religiose e etniche del Paese.
      Ecco perché è necessario depistare l’attenzione e anzi, mantenere alto il livello di odio contro l’Occidente accreditando bombardamenti – che non risolvono nulla, l’Isis sarà spazzato via: e perciò, qualora ci fossero davvero e fossero deliberati, non potendo rovesciare le sorti del conflitto, che senso avrebbero? Questo, i complottisti non se lo chiedono – su cui si farà piena luce. Infatti, il punto cruciale e dolente salta fuori in coda (di paglia) al post yusufeggiante: “Nella democrazia che l’intevento U.S.A. ha voltuo instraurare a Baghdada.” Ah, quanto gli brucia la democrazia! E quanto gli ustiona le meningi che a instaurarla, permettendo quello che prima era impensabile, la collaborazione effettiva fra i vari gurppi del mosaico iracheno, siano stati gli U.S.A. (non erano da soli: e sotto l’egida dell’O.N.U., ricordiamoci anche questo)! Alleluja!

  3. Kopinkollo

    Il precedente post era riportato dal sito Terrasantalibera.

    17 Marzo : viva San Patrizio ! Viva l’Irlanda ! E a proposito di genocidi, uno dei più drammatici eventi della storia europea del XIX secolo fu la Grande Carestia irlandese, la gigantesca catastrofe che colpì l’isola tra il 1845 e il 1852, che fu in realtà un atto di genocidio compiuto dagli inglesi per motivi opportunistici, come afferma lo storico irlandese Tim Pat Coogan.

    Nel 1845, il Sultano ottomano Abdul Mejid I espresse la sua intenzione di inviare 10.000 sterline ai contadini irlandesi ma la regina Vittoria pretese che il Sultano si limitasse a inviare solo 1.000 sterline, poiché ella aveva mandato ai suoi sudditi solo 2.000 sterline. Il Sultano inviò le 1.000 sterline ma spedì anche segretamente 3 navi cariche di alimenti. La Corte britannica tentò di bloccare le navi ma il cibò giunse nel porto di Drogheda e fu scaricato colà dai marinai ottomani.

    1. Raider

      Le rivelazioni di un anziano giudice iracheno e quelle di tal Wahhab, a proposito di wahhabiti:e “il regime sionista potrebbe…”, un’ipotesi, un sospetto, una cosa buttata là: e anche per oggi, i complottisti l’hanno sfangata.
      Che l’Isis stia andando incontro alla disfatta, è una notizia da accogliere lietamente, anche senza bufale al seguito per andare avanti nel programmna di deliri a tutto tondo: la distruzione della moschea delle rocce da attribuire a questi per colpirli e tappare la bocca agli altri, che hanno già deciso, qualunqe cosa accada, di chi è la colpa. E invece, no, gli islamici che vedono complotti contro di loro mentre fanno la guerra o la guerriglia a tutti, dal Maghreb e dall’Africa alle Filippine, si farebbero abbindolare da un progetto così cretino, che può venire in mente solo a chi non sa escogitare che le cose più improbabili per alimentare con pericoli immaginari – paranoici – odi secolari.
      E a proposito di odi secolari, bella anche quella del Sultano che si dà pena degli irlandesi, un unicum nella storia islamica, prima e dopo il 1845: nelle calamità che si abbattevano sul mondo, almeno fino a anni recenti, i musulmani non brillavano certo per esercizio della carità, specie se terremoti e carestie colpivano popoli non islamici. Con tutte le cose da ricordare quanto a sollecitudine verso i cristiani, la filantropia del Sultano era quello che ci voleva, parlando di sunniti e sciiti che applicano la stessa legge islamicamente corretta contro eretici, blasfemi e apostati.

  4. Kopinkollo

    La brigata israeliana di fanteria Golani si occupa della formazione dei ranghi alti dei comandi del gruppo terroristico DAESH (ISIL – ISIS) nel Sinai per compiere operazioni di sabotaggio in Egitto e nell’area nord-africana, ha rivelato recentemente un’anziano giudice iracheno.

    Wahhab al-Tayee, portavoce di al-Sadeqoun, una fazione del parlamento d’Iraq affiliata al gruppo Asaib Ahl al-Haq, ha detto che il gruppo terroristico di Daesh-ISIS, che sta andando incontro al completo annientamento in Iraq e Siria a causa delle gravi perdite che quotidianamente subisce per mano degli eserciti Siriano e Iracheno, “è stato trasferito in Egitto con il nome di Daames, o ISES (Stato islamico d’Egitto e Sudan)”.

    “Gli omicidi seriali di militari egiziani nel Sinai rivendicherebbero e confermerebbero la veridicità di questa affermazione”, ha aggiunto al-Tayee.

    “Allo stato attuale, DAESH ha implementato diverse brigate nel Sinai, i cui comandanti sono stati formati dal regime sionista tramite la Brigata delle Forze Speciali conosciuta come ‘Golani’. Al momento esse sono operative contro il governo egiziano”, avrebbe egli aggiunto.

    Giá nel 2014 il leader iraniano Ali Akbar Velayati aveva sottolineato che DAESH (anche conosciuto come ISIS o ISIL) era un progetto terroristico, formato da mercenari e criminali internazionali, ideato e realizzato dall’Occidente e da Israele per perseguire i propri interessi geostrategici di guerra e destabilizzazione globale.

    Sempre Velayati avrebbe indicato come il regime sionista potrebbe utilizzare le formazioni mercenarie terroristiche di DAESH (ISIS, ISES, ISIL) per raggiungere uno scopo fondamentale per la realizzazione dell’Eretz Israel: – la distruzione della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme, che se compiuta DAESH-ISIS limiterebbe alquanto, se non addirittura annullerebbe, le reazioni islamiche contro Israele, specie se fosse poi proprio Israele a “tappare la bocca per sempre” agli esecutori materiali della dissacrazione…

    Egli ha sottolineato che la cosiddetta ‘coalizione anti-ISIS guidata dagli USA’ non é altro che una farsa ed una copertuta, un “cavallo di Troia” per far penetrare le milizie yankee e pro-sioniste in territori off-limit senza approvazione ONU e NATO, ed i lanci statunitensi di attrezzature militari e armi nei territori sotto il controllo DAESH-ISIS (cosa ampiamente dimostrata da vari servizi fotografici in rete e anche sul nostro sito) dimostrerebbe ampiamente tale verità.

  5. Yusuf

    Occidente ed Israele in primis, sono ossessionati dal consolidamento sempre più forte dell’asse fra Iran, Siria, Hezbollah in Libano (a cui è vicino anche il generale Aoun che guida il Movimento Patriottico Libero) ed a cui ora si aggiunge anche lo Yemen e la componente sciita dell’Iraq a formare la mezzaluna sciita che sta seriamente mettendo in difficoltà l’attuazione del piano Yinon nella zona medio orientale.
    L’esercito iracheno sta sconfiggendo gli amici di McCain “sfuggiti di mano” alla Clinton. Questa è la verità. L’unica cosa che possono fare i vari Cremonesi per screditare l’esercito iracheno è riciclare notizie vecchie (quella del video, prodotto non si sa da chi, citato nell’articolo è del settembre scorso, ma non cita, per esempio le recentissime dichiarazioni di Khamenei che afferma «lo Stato Islamico, ISIS, è stato creato dagli Stati Uniti e da Israele per distorcere la vera immagine dell’Islam»
    Tutto questo conferma, se mai ce ne fosse bisogno che il caos nella zona non è frutto di un fantomatico “scontro di civiltà”, ma di un piano preordinato ideato e perseguito dal quello che Pepe Escobar chiama “l’Impero del Caos”.

    1. Raider

      Vabbe’, ai deliri risaputi e alle sconclusionate paranoie complottiste qui sopra, dle tale da nickname più adatto per esprimerne la totale chiusura mentale, non rispondo. Mentre Okkupant si riferisce a cose concrete, di cui si può discutere: e su cui si può dissentire, ovviamente. Proverò a fare l’una cosa e l’altra come ho sempre fatto, in maniera documentata, coerente e senza preconcetti, ossia, senza dire nulla che non sia argomentato:
      – le zone dell’Iraq di spettanza sunnita sono, per quanto mi consta, meno ricche di petrolio, assai meno ricche, in rapproto alla popolazione e al tenore di vita goduto sotto il predominio saddamita: se si trattava solo di riequilibrare i poteri, la richiesta di autonomia o indipendenza sarebbe emersa in maniera prioritaria, mentre gli attacchi ai curdi travevano spunto proprio dal rifiuto politico-religioso di considerare questa minoranza al di fuori del quadro di minoranza sottoposta al dominio e alle persecuzioni che essa subisce non solo nell’Iraq, del resto: e posti di rilievo nell’amministrazione, specie nell’esercito, ne furono dati ai sunniti dai governi sciiti proprio per evitare guerra e guerriglie terroristiche, che sono continuate, invece, fra doppiogiochismi, ritorsioni e rivalità e accuse di tradimento: e questa guerra contro i governi sciiti “illeggittimi” sono stati l’humus da cui è sorto jihadismo dell’Isis;
      – la difesa dei cristiani nel’islmistan ha una lunga storia, che non si può isolare dai rapporti di forza e dai contrasti di interesse fra le stesse potenze: ma non facciamo finta che sia colpa, ancora una volta, dell’Occidente, se i cristiani erano discrminati o non sono sati difesi opportunamente;
      – anche i Turchi approfitavano di rivalità politiche e fra e diverse confessioni religiose per cavarne il maggiro èprofitto possibile sul piano interno e internazionale, il divide et impera non è una logica monopolizzata da chi non ci va, perch va bene a tutti;
      – scegliere ai cristiani i protettori, loro che sono dhimmi appunto perché accettano di essere “protetti” dalle persecuzioni islamiche proprio dagli islamici, lo trovo piuttosto assurdo;
      – l’industrializzazione dell’U.R.S.S. fatta da Stalin trascura come fu fatta, i costi che ebbe e i limitati – rispetto ai costi – benefici che offrì; i successi tecnologici ebbero vita assai breve, non determinarono ricadute sul piano dell’ammodernamento delle strutture produttive, che si scontrarono, come sempre in un’economia pianificata, con le diseconomie di scala; e lo stesso arsenale atomico sovietico (che prolungò l’esistenza al regime ovvero ne rinviò la caduta) dovette più allo spionaggio che alla lungimiranza di Stalin, che eliminò un sacco di scienziati in nome della scienza assoluta e infallibile, il marxismo-leninismo, che si incarnava in lui, unico interprete autorizzato (da se stesso);
      – ho difeso la Russia laddove mi sembrava ve ne fosse motivo, l’idea di un’integrazione di un Paese che si estende lungo due continenti – per non dilungarmi, mi limito a questo – è fuori della realtà, non lo è sottoscrivere accordi e intese sul piano economico, culturale e anche politico, beninteso ma interessi, dimensioni e tradizioni imperiali russe cono altra cosa, per es., dalle tradizioni di altri Paesi dell’Est, permeati in profondità dall’influsso asburgico o tedesco e non estranei alle tradizioni parlamentari occidentali (sperimentate dalla Russia nel lasso di tempo compreso fra la Rivoluzione di Febbraio e quella d’Ottobre), così da poter essere integrati malgrado le difficoltà frapposte dal prolungato assoggettamento al potere sovietico;
      – la notizia per cui l’Iran non ha attaccato né bombardato Israele è nota anche da queste parti, ma non può certo oscurare quello che più volte è stato ribadito dai dirigenti e dai media iraniani e non solo da essi sulla distruzione, sull’annientamento, prima o poi, di Israele;
      – a parte l’uso “contundente” del tu, come se ci si prendesswe il attno di cponfiedenza necesario per caricarmi di responsabilità (per di più, in ordine alla scoperta dell’acqua calda) che né mi competono né mi sono mai sognato di assegnarmi, è ovvio che conviene differenziare le fonti di approviggionamento energetico e anzi, sarebbe bene diversificarle: anche proprio per evitare un accordo fra produttori che, di fatto, già ci condiziona, come nel caso delle politiche migratorie;
      – che lei sa cristiano è una scoperta, perché potrebbe chiedersi, come fanno molti cristiani ecome lei non mi pare abbia fin qui fatto, se l’Iran concede ai cristiani la libertà non solo di professare, ma di annunciare pubblicamente il Vangelo così come il buddhismo, il credo bahai. il mazdeismo, ecc..; e se lo Stato che a lei sembra così importante e non so, da prendere a modello e certo, al di sopra delle critiche cui sottoporre l’Occidente, ecco, se l’Iran riconosce ai propri cittadini il diritto di cambiare religione o di non averne; quindi, se l’apostasia è un reato.

  6. Okkupant

    Diventa sempre più importante per noi europei parlare con l’Iran prossima potenza regionale in Medio Oriente allacciando rapporti commerciali storici (soprattutto con la Germania) che si erano interrotti, anche gli Usa l’hanno capito e cercano l’intesa sul nuclerae: si sono resi conto che la politica delle sanzioni ha dato l’Iran in mano alla Russia senza ottenere risultato alcuno. E le sanzioni alla Russia hanno portato Mosca in dote a Pechino per cui il risultato è una progressiva unificazione dei governi asiatici, ben visibile nella Organizzazione della Cooperazione di Shanghai e nell’Unione Euroasiatica, per combattere quelli che i cinesi hanno chiamato i “tre mali” estremismo, secessionismo e terrorismo.
    Il risultato potrebbe essere disastroso per la leadership “occidentale” con la realizzazione del l’incubo della Guerra Fredda: un’Asia unificata sotto il
    direttorio Russia-Cina! Per questo l’amministrazione americana è in rotta di collisione con Netanyahu e il suo insistere sull’atomica iraniana! Washington e l’Europa hanno seguito i suggerimenti del Qatar e della Turchia sul cavallo su cui scommettere: i fratelli musulmani e le primavere arabe ma i risultati sono disastrosi.
    Infine è importante anche sostenere il governo di Baghdad e riprendere posizioni economiche strategiche nel paese come al tempo di Saddam Hussein. Promuovendo una soluzione libanese per l’Iraq con la suddivisione del potere tra sciiti, sunniti e curdi e la tutela delle comunità cristiane.

    1. Raider

      Già, che vuole? Suddividiamo l’Iraq fra sciiti, sunniti e curdi e altri ancora (tanto, il ripulistri di cristiani è bello che fatto): e il gioco è fatto! Saddam Hussein non la pensava così, lo hanno tolto di mezzi e i sunniti non ci stavano a perdere potere, ricchezza, primato politico-sociale: e com’è che gente così esaltata in pro dell’Islam ha fatto dei sunniti degli ‘eroici resistenti’, con tutto il popo’ di attentati contro gente in pellegrinaggio, donne al mercato, ragazzi che andavano a scuola, bambini rei di farsi medicare da medici occidentali, cristiani massacrati non dagli sciti, ma dai sunniti che se li erano coccolati come fiore all’occhiello del regime saddamita? Ora, la suddivisione del Paese secondo le georgrafie confessionali e tribali assegna ai sunniti le regioni meo ricche di petrolio. e perchè dovrebbe star bene a loro oggi quello che ieri non lo era? Certo, gli sciiti potranno spartire con loro un po’ di proventi del petrolio: ma per evitare che si protragga il caos. Insomma, una minaccai non p un bel modo di fondare una concordia nazionale dove nazione non c’è.
      E l’Iran! Le ragioni più generali di accordi dell’Occidente con le potenze emergenti, ma fragili – Russia gigante energetico, nano industriale; Cina gigante industriale, nano energetico: dipendente dalle oscillazioni di mercato, l’una, dalle esportazioni, l’altra: e entrambe con diritti civili, sindacali e politici che non si augurano a nessuno -, possono essere tante e si combinano con fattori locali e non che non sono prevedibili: ma che c’entra l’Iran, che sarebbe il perno della visione dell’Islam puro, moderno e da esportazione? Un’Iran che vuole la cancellazione di Israele, contende la leadership del mondo islamico all’Arabia Saudita, con una situazione interna sempre ion bilico, può essre trasformato nel fulcro del sistema di equilibrio internazionale solo se si soffre di vistose distorsioni ideologiche. Senza dire che il problema rimane: l’islamizzazione dell’Occidente, signori, l’islmizzazione dell’Occidente! Con tutti quei ragazzi introversi, insoddisfatti, disoccupati, disgustati dal nichilismo occidentale, che hanno – per i filo-islamici, i nazi-islamofili, i cattolici dhimmizzati che abbondano su queste pagine – tutto il diritto di delinquere e di portarci la sharya a domicilio.

      1. Okkupant

        Beh perché tu cosa proponi per l’Iraq? La spartizione? È questo ci assicura la pace? Tanti piccoli emiratini dove comanda il ras locale! Criminalità, mafia, instabilità ben più che adesso! Nessuno ha detto che l’Iraq deve sparire abbiamo visto i risultati in Libia quando scompare uno stato.
        E i cristiani? Ce ne sono ancora e non sono per niente disposti ad andarsene: troveranno posto anche loro nella costituzione come gli altri se avranno qualcuno che spinge in tal senso (ma sicuramente non sarà l’occidente perché il politicamente corretto ci vuole rigorasamente al di sopra della tutela di una religione particolare… suggerisco un nome: Russia, ruolo peraltro storico nella protezione dei cristiani nelle terre islamiche risalente al tempo dell’Impero Ottomano.
        Ci pensi alla mia ipotesi invece che liquidarla con sarcasmo: il Libano nonostante la fragilità è ancora lì, i cristiani se la passano meglio rispetto a molti paesi arabi nonostante hezbollah, “tra lo sciita e il sunnita il cristiano gode”. Il petrolio c’è anche nelle terre sunnite e curde, si può anche immaginare una soluzione federale come in Libia.
        Se la Russia è un “nano industriale” la Gran Bretagna che cos’è? La Russia non è un pese in via di sviluppo ma un’ex superpotenza il primo paese a mandare un uomo nello spazio, è una vergogna che la si assimili ai “paesi emergenti” e che sia esclusa dal G8! E poi cosa dici in Russia non ci sono diritti civili politici e sindacali come in Cina? Intendi il matrimonio tra due o più uomini o più donne? Quelle non c’è come il diritto al gay pride!
        L’Iran si è confermato essere uno stato come tutti gli altri infatti ogni movimento rivoluzionario compreso quello islamico in Iran prima o poi si trasforma in istituzione. Non credo affatto che l’Iran persegua la distruzione di Israele, e se è in competizione con l’Arabia Saudita per i cuori dei musulmani a noi che interessa? Dovremmo parteggiare per sauditi e qatarini quando anche da questo giornale sono emersi chiaramente il loro sostegno ai fratelli musulmani, all’Isis ad al-Qaida? Chi c’è dietro L’islamizzazione che tanto ti spaventa Raider? E allora ti ricordi il detto “divide et impera”? se li mettiamo in competizione commerciale ovviamente possiamo ottenere petrolio o gas a un prezzo minore e “sharia-free”!
        Infatti se possiamo scegliere tra più produttori (Russia, Iran, Libia, Arabia Saudita, Nigeria, Venezuela…) le condizioni le dettiamo noi non loro.
        Sui ragazzi emarginati, nostri fratelli cristiani e magari pure italiani abbiamo già discusso nel commento precedente, non c’entra con qui.

        1. Raider

          Il sarcasmo che lei mi rimprovera era diretto, come lei rileva giustamente, alle sue ipotesi; ma vedo che lei preferisce indirizzare il suo a me, visto che mi fa dire cose che non ho detto per sfidarmi a renderne conto.
          Lei fa delle idee degli altri ciò che le garba e poi, chiama a risponderne me: quando e dove ho sostenuto che i diritti gender rientrano fra quelli sindacali, prego? Non le viene in mente che nell’Islamistan Iran il problema non sono le rivendicazioni di matrimoni e adozioni gay e il Gay Pride – mi batto contro matrimoni e adozioni gay, uteri in affitto ecc… con la stessa deeterminazione con cui combatto l’islamizzazione dell’Occidente e le fandonie politicamente e storiograficamente corrette in por dell’islam -, ma l’omosessualità, punita con la pena di morte e comminata in modo piuttosto atroce: cosa che non l fa venire in mente nulla da dire ai musulmani, come cristiano (lei lo è?).
          Quando e dove ho sostenuto la spartizione dell’Iraq, che mi pareva scaturisse dal suo discorso – e potrei sbagliare: ma che non le ho ascritto d’ufficio -, è negli auspici di molti e ha in sottofondo l’accusa agli occidentali di avere ‘inventato’ (anche) l’Iraq, ma non si fanno venire in mente nulla di meglio?
          La Russia proitege i cristiani dall’impero ottomano: lo facevano anche gli altrre, la russia ha guerreggiato a lungo con i musulmani e non solo nel Caucaso, le sue credenziali pro-cristiani non sono, da questo punto di vista, migliori di quelle di altri: e non è neppure un Paese che possa garantire di perseguire una politica dioversa dagli altri, nel fare, come è ovvio, i propri interessi. Sembra, invece, che gli unici di cui dovremmo diffidare siano gli Occidentali… Con cui possono sussistere divergenze di interesse, ragioni di contrasto, certo, ma che non sono una caratterstica solo di questa parte del mondo: e l’articolo di Leone Grotti le fornisce qualche esempio e motivo di riflessione. Mentre quanto il cristiano abbia “goduto”, sotto la dominazione islamica, è un esempio che fa credere che le doscordie fra islamici siano la garanzia di quieto vivere per i cristiani, che, magari, godranno di più a fomentarle: non è un bell’esempio di pacificazione islamica e infatti, credo che il detto sia di marca o moneta corrente fra gli islamici nel rivendicare l’unità della Umma contro gli infedeli.
          Se il petrolio c’è anche nelle terre sunnite – quelle sciite e curde, era cosa nota -, contro cosa combattevano i sunniti, presentati come ‘resistenti’ ai governi sciiti che concedevano autonomia ai curdi? L’Ue ha una struttura industriale e capacità produttive propria di Paesi che hanno preceduto gli altri nell’industrializzazione, la Russia ha una storia economica e politica che ne fanno un caso a sè, per assimilarlo – cosa ben diversa da accordi commerciali e intese politiche, ovvio – ai Paesi dell’Ue: ma questo punto lo tratterò in un altro momento, se ce ne sarà l’occasione, mi preme di più chiarire altre cose
          Che l’Iran sia un Paese come tutti gli altri, quando promete di distruggere un altro Paese come tutti gli altrei e chiunque lo aiuti; quando sbandiera come segno di modernità il fatto che le cittadine straniere possono assistere a eventi sportivi nel Paese. e potrei fare altrio esempi: ecco, questa normalità, questa compatibilità della sharya con un Paese normale può venire in mente a chi, come lei, ritiene che non ci sia nulla da temere se l’Ue si libanizza e ion prospetttiva, non tanto remota, si islamizza.
          Che dire dell’idea che la concorrenza conviene al consumatore? Una scoperta all’altezza della emarginazione degli italiani che non c’entrava nulla neppure quando lei l’ha tirata in ballo a proposito degli islamici di seconda o terza generazione o convertiti occidentali all’Islam.

          1. Okkupant

            Si sono cristiano.
            Sull’Iraq sostenevo una soluzione sul modello del Libano con un equilibrio di potere tra i gruppi sciita, sunnita e curdo e il rispetto delle minoranze cristiane e jeside nel quadro di uno stato unitario, magari federale.
            Sulle credenziali delle altre potenze nel difendere i cristiani orientali basta leggere l’articolo sul genocidio armeno… forse un tempo gli europei dell’Ovest sostenevano la cristianità ma tutto si concluse prima con l’abbandono di Costantinopoli al suo destino turco poi con il tradimento della Francia e poi dei protestanti contro gli Asburgo. Da allora ha prevalso per essi la “realpolitik” come si dice mentre la Russia, magari anche per convenienze strategiche ha seguito fino al comunismo e paradossalmente anche oltre una politica di confronto contro l’islamismo e di sostegno alle comunità cristiane.
            Se non c’è petrolio nelle terre sunnite d’Iraq come faceva l’Isis a dare alle fiamme i pozzi attorno a Tikrit per rallentare l’avanzata degli sciiti? I sunniti hanno parteggiato per il califfato perché si sono sentiti esclusi dal potere da Baghdad.
            La Russia ha le risorse energetiche per sostenere una crescita industriale autonoma infatti Stalin l’aveva trasformata in una potenza industriale all’avanguardia negli anni ’30 ’40 ’50 altrimenti non sarebbe stato il primo paese a mandare un uomo nello spazio, ma la struttura statica del comunismo non ha favorito il rinnovo delle infrastrutture industriali accumulando un ritardo negli anni ’70 e ’80 e uno squilibrio nei confronti dell’industria pesante sulla manifattura e le nuove tecnologie degli anni 80. Nel passaggio al capitalismo gran parte della struttura industriale russa è stata dismessa perché non più funzionale alla domanda del mercato.
            Ma dimmi abbiamo “integrato nell’Ue” paesi ex comunisti come la Polonia, la Romania, la Bulgaria ora l’ex Jugoslavia e l’Albania e poi l’Ucraina la Moldavia e la Georgia e non possiamo integrare la Russia? Ma dai si capisce che NON SI VUOLE integrarla nell’Ue!
            L’Iran ha dichiarato guerra a Israele? Ha bombardato Tel Aviv? Ma se persino il Mossad ha sconfessato Netanyahu! E poi che l’Iran abbia la shariah non significa che dobbiamo O che voglia imporla a noi… comunque a due passi c’è l’Arabia Saudita e il Qatar con cui siamo “alleati” e non mi pare che i nostri governi si facciano problemi a fare business d’oro.
            Ma come ho detto l’America sta cercando di sottrarsi al ricatto di Israele e di aprire all’Iran perché ha capito che la sua politica sta portando alla nascita di un enorme blocco anti americano dal deserto libico alle sponde del mar cinese.
            Come Europa dovremmo muoverci a prendere quote di mercato prima che se le prendano gli usa.
            Lo dici tu che non c’entra nulla mai sentito parlare di legge delle domanda è dell’offerta, cosa succede se aumenti l’offerta (=i paesi con cui sei disposto a importare petrolio e gas)?

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