Lo Stato continua a non pagare le imprese creditrici. I costruttori edili, infatti, hanno finora visto solo 1,2 miliardi di euro dei quasi 20 che spettano loro per debiti pregressi accumulati al dicembre 2012. Poco più di un ventesimo del totale, insomma. Un po’ pochino. Così almeno sostiene l’Ance, l’associazione nazionale di categoria, che pur saluta con prudente soddisfazione il decreto legge numero 35 del 2013, quello che dovrebbe sbloccare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, come chiesto a gran voce ieri anche dal premier Enrico Letta.
MANCANO 19 MILIARDI. Oggi l’Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha tenuto a Roma la sua assemblea annuale, dove è emerso che le imprese edili vantano ancora 19 miliardi di euro di crediti nei confronti della pubblica amministrazione. I debiti del comparto a livello statale, infatti, ammontano – a dicembre 2012 – a 7 miliardi di euro (il 38 per cento del totale) mentre quelli contratti a livello locale, con Regioni, Province, Comuni e Sistema sanitario nazionale, ammontano a 11 miliardi (62 per cento). Per i costruttori il tempo medio di attesa del pagamento da parte dello Stato è di 8 mesi, con punte fino a 2 anni di ritardo. Mentre il decreto chiede, in adempimento alla direttiva comunitaria, di rispettare il termine di 30 giorni massimo, un mese.
LUNGA È LA STRADA. Il decreto “sblocca-debiti” della pubblica amministrazione ha finora assegnato 21 dei 40 miliardi stanziati per il biennio 2013-2014. Mentre le domande non soddisfatte ammontano a 13,3 miliardi di euro. Intanto – vale la pena ricordarlo – lo stock totale di debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese ammonta a una cifra compresa tra i 90 e i 130 miliardi di euro. La strada, insomma, è ancora molto, molto lunga. Soprattutto se lo Stato invita le amministrazioni a non pagare prima di un anno.