Da san Pietro a papa Francesco. Che bello avere il Vicario di Cristo fra noi
1) La caratteristica fondamentale della sua vita è l’amore appassionato a Cristo e la fede in Lui.
Significativa la triplice domanda di Gesù: “Pietro, mi ami tu più di costoro?”. E la sua risposta: “Signore, tu sai tutto. Tu sai quanto ti amo!”. Non era una fede intellettuale, nutrita di studi, ma un amore totale alla persona di Cristo.
“E voi, chi dite che io sia?”. Pietro è stato il primo a dare la risposta giusta: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Il cristianesimo è sostanzialmente la fede e l’amore appassionato a Gesù Cristo, che vuol dire imitarlo e farlo conoscere.
“Volete andarvene anche voi?”. Pietro risponde: “Da chi andremo Signore? Tu solo hai parole di vita eterna”.
La fede e l’amore a Cristo lasciano però a Pietro tutti i suoi limiti e peccati. Si fa dire dal Maestro: “Via da me, o Satana! Tu ragioni come gli uomini, non pensi come Dio”. La notte del Venerdì Santo tradisce Gesù: “Non lo conosco”. E quando Gesù è in agonia appeso in Croce, Pietro non si fa vedere, fugge lontano.
Tutto questo avrebbe dovuto scoraggiare Pietro, renderlo pessimista, allontanarlo da Cristo. Invece, da uomo vero, era umile e riconosce il suo peccato, piange amaramente, crede dell’amore a Cristo che lo purifica, lo redime, lo rinnova. La coscienza del suo peccato non diminuisce, anzi aumenta il suo amore appassionato a Cristo. Se mi sento triste per il mio peccato è perché non sono umile. “Dio perdona sempre, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono”.
Ecco l’esempio più toccante di Pietro. Lo scoprirsi uomo e peccatore (“Allontanati da me – dice a Gesù – che sono un uomo peccatore”) non lo abbatte, sa che l’amore a Cristo vince tutto e riprende il cammino con nuova lena.
Gesù ama le persone autentiche e Pietro lo era. Ritorna sui suoi passi e nel Cenacolo è con Maria e gli altri Apostoli a ricevere lo Spirito Santo. Poi è pieno di coraggio e al Sinedrio, che gli proibiva di parlare ancora di Cristo, risponde: “Bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini”. Lancia la sfida ed è disposto a ricevere una buona dose di frustate, a farsi incarcerare e poi, alla fine della vita a morire crocifisso come il suo Maestro, addirittura con la testa in basso.
2) Pietro è il primo Papa e rappresenta l’interminabile successione dei 265 Papi che ci tengono uniti a Cristo. Gesù ha lasciato un messaggio da trasmettere nei secoli e ha creato la comunità dei credenti, la Chiesa, con un capo, il Papa. Un uomo come tutti gli altri, debole e peccatore, ma che ha l’assistenza dello Spirito Santo, per conservare la fede e trasmetterla attraverso i vescovi e i sacerdoti nei secoli dei secoli.
Gesù dà a Pietro le chiavi del Regno (Mat 16, 18-19), l’incarico di confermare i suoi fratelli nella fede (Lc 22, 32), la missione di pascere il gregge di Cristo (Gv 21, 15-19). E poi, prima di salire al Cielo ha promesso lo Spirito Santo: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità egli vi guiderà alla verità tutta intera e vi annunzierà le cose future” (Gv 16, 7-15).
In duemila anni la Chiesa cattolica, con l’assistenza dello Spirito Santo, è cambiata molte volte, ma sempre nella fedeltà al Vangelo. Il Papa continua a guidare la Chiesa e specialmente negli ultimi tempi ha acquistato una forza di persuasione e di commozione che non ha nessun’altra autorità mondiale.
Quant’è bella la nostra fede! Nella confusione di idee proposte del nostro tempo abbiamo con noi il Vicario di Cristo, il rappresentante di Gesù sulla terra. Non è da solo, ma agisce in comunione con i circa 4.500 vescovi della Chiesa cattolica e ha l’assistenza dello Spirito Santo.
Monsignor Aristide Pirovano (1915-1997), fondatore della diocesi di Macapà in Amazzonia brasiliana (1946-1965) e superiore generale del Pime (1965-1977), in tempi di relativismo e divisioni nella Chiesa, parlando e scrivendo ai missionari si riferiva spesso al Papa e diceva: “La mia linea è quella di stare sempre col Papa”.
Ai partenti per le missioni diceva (22 settembre 1968): “Cari confratelli, solo nel Papa e col Papa si realizza quell’unità con Cristo, per la quale Gesù pregò nel Cenacolo: ‘Ti prego, Padre per quelli che crederanno in me: perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17, 20-23)’. Così anche noi potremo essere uniti nella Chiesa di Cristo e nel nostro Istituto”.
3) Oggi il Signore ci ha mandato un Papa che sta mettendo le basi per portare la Chiesa sempre più vicina a Cristo e sempre più a servizio del Popolo di Dio. Giovanni XXIII aveva convocato il Concilio Vaticano II, Papa Francesco sta consultando i vescovi e le comunità cristiane per indicare com’è la conversione della Chiesa, cioè di noi tutti, partendo dai vescovi, sacerdoti e persone consacrate.
Francesco è il primo Papa che viene dalle missioni e porta nelle nostre Chiese antiche l’entusiasmo della fede e la collaborazione all’azione evangelizzatrice della Chiesa, che lo Spirito ha suscitato nelle giovani comunità fondate dai missionari.
Non è facile capire e seguire questo Papa, il metodo migliore è leggere e meditare pregando la sua Lettera apostolica Evangelii Gaudium (la Gioia del Vangelo), scritta come Francesco parla, a braccio, e quindi facilmente comprensibile e molto leggibile, concreta, pratica, provocatoria. Dobbiamo capire, amare il Papa, pregare per lui e chiedere allo Spirito Santo di accendere anche in noi il “fuoco della Pentecoste” che può infiammare il mondo e portare i popoli nel gregge di Cristo e l’umanità in un cammino verso il Regno di Dio.
tratto dal blog di padre Piero Gheddo
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!