Trump, i cambiamenti climatici e l’ideologia del New York Times
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Nicholas Kristof è un grande giornalista (ha vinto due premi Pulitzer) e il New York Times è un grande quotidiano. Ma a volte riescono a organizzare operazioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con l’informazione. Il recente filmato-editoriale “Cosa abbiamo visto in Madagascar” ne è una prova.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]CONTRO TRUMP. L’obiettivo del reportage è accusare Donald Trump di essere ideologico per quanto riguarda i cambiamenti climatici. Il presidente eletto, infatti, nega l’esistenza di certezze granitiche sul collegamento tra essi e le attività dell’uomo, giudicando inutili i grandi accordi climatici come quello di Parigi. Per dimostrargli che ha torto, il Nyt fa un viaggio nel sud del Madagascar e ci catapulta in una landa desertica e desolata, affollata da bambini malnutriti.
CAMBIAMENTI CLIMATICI. Qui, dice Kristof, molto tempo fa c’erano fiori e foreste. Oggi solo sabbia. Intervista un’anziana donna di un villaggio: «Il clima qui è cambiato?». Risposta: «Certo che sì, una volta c’erano i fiori. Ora non c’è più niente. Mai vista una siccità così». Il clima evidentemente è cambiato. Lei il perché non lo sa, Kristof invece sì: «È colpa di noi ricchi occidentali. Le nostre scelte ricadono sui poveri. È il paradosso del cambiamento climatico». Il giornalista del Nyt non fornisce alcuna prova scientifica di quello che dice e le persone che intervista, al pari di chi guarda il filmato, non sembrano affatto interessate alla sua polemica personale con il presidente americano. «E chi è Trump?», gli risponde la signora quando Kristof cerca di farle un complimento dicendole che «lei sa molte più cose di Trump, perché riconosce che i cambiamenti climatici esistono».
SICCITÀ CAUSATA DALLE AUTOMOBILI. Dire che i cambiamenti climatici esistono e che sono causati dall’uomo sono due cose ben diverse. Ma nel filmato si fa volutamente confusione. La miseria ripresa in modo magistrale dalle telecamere americane è immensa e struggente, ma l’unico obiettivo di Kristof è cercare di far sentire in colpa l’Occidente e far passare Trump per un capitalista insensibile. Ecco perché usa in continuazione frasi del tipo: «Ma la colpa di tutto questo è nostra». E offre soluzioni assolutamente discutibili senza fornire basi scientifiche di alcun genere: «Per cambiare in modo sistematico la vita di queste persone», azzarda, «dovremmo investire nel clima e fissare un prezzo per il carbone. Perché non dobbiamo dimenticare: questi problemi sono creati dalle vostre automobili e dalla mia».
IDEOLOGIE CONTRAPPOSTE. Kristof è un eccellente inviato ma non è uno scienziato, né un economista, né tantomeno un climatologo. E non è cercando di far sentire in colpa le persone che riuscirà a convincerle che la desertificazione del sud del Madagascar è dovuta al tubo di scappamento delle loro automobili. Soprattutto, non è con un’operazione giornalistica ideologica che potrà controbattere l’ideologia climatica di Trump.
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