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La pericolosa vittoria degli ambientalisti radicali a Strasburgo

Di Leone Grotti
10 Aprile 2024
La Corte europea dei diritti umani, stravolgendo il diritto, equipara la tutela dell'ambiente a un diritto umano e condanna la Svizzera per non aver tagliato a sufficienza le emissioni di CO2. Ma non prescrive nulla al governo, ammettendo di non essere competente
Greta Thunberg accerchiata dai giornalisti a Strasburgo dopo che la Cedu ha equiparato la tutela dell'ambiente a un diritto umano
Greta Thunberg accerchiata dai giornalisti a Strasburgo dopo che la Cedu ha equiparato la tutela dell'ambiente a un diritto umano (Ansa)

Da anni l'ambientalismo radicale cerca una sponda giudiziaria, scavalcando politica e scienza, nella sua battaglia contro il cambiamento climatico. E la strategia sembra funzionare visto che ieri la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), con una sentenza già definita «storica» dai giornali e attraverso un'interpretazione allegra e illegittima della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ha considerato una violazione dei diritti umani la presunta insufficiente riduzione delle emissioni di CO2 da parte di uno Stato.
Tre casi super ideologici
I 17 giudici della Grande Camera hanno analizzato ieri tre casi, accomunati da un altissimo tasso di ideologia, ai quali hanno deciso di conferire la massima priorità. Il primo, l'unico in cui i ricorrenti hanno ottenuto una parziale vittoria, è il caso Verein KlimaSeniorinnen Schweiz e altri contro Svizzera. Una associazione che riunisce signore anziane impegnate nella lotta a favore dell'ambiente, insieme a quattro membri della medesima ...

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