Tokyo avverte il mondo e Pechino: «Pronti alla guerra per difendere Taiwan»

Di Rodolfo Casadei
04 Agosto 2021
Nell’ultima settimana dei Giochi il ministro della Difesa Nobuo Kishi esorta la comunità a occuparsi della «sopravvivenza» dell’isola. E torna ad ammonire la Cina: il Giappone sarà con gli Usa in caso di attacco militare
In caso di minacce alla sopravvivenza del Giappone (come un’invasione cinese di Taiwan), il paese potrebbe entrare in guerra senza violare la costituzione
In caso di minacce alla sopravvivenza del Giappone (come un’invasione cinese di Taiwan), il paese potrebbe entrare in guerra senza violare la costituzione (foto Ansa)

Ha aspettato il primo giorno dell’ultima settimana dei Giochi olimpici per lanciare il suo appello al mondo, attraverso le pagine del Financial Times: secondo il ministro della Difesa giapponese Nobuo Kishi la comunità internazionale deve dedicare maggiore attenzione alla «sopravvivenza di Taiwan», minacciata militarmente da Pechino. «Stiamo vedendo varie mosse da parte della Cina che hanno lo scopo di accerchiare Taiwan», ha dichiarato al quotidiano finanziario londinese. «Piuttosto che assistere a una collisione militare fra la Cina e Taiwan, la comunità internazionale dovrebbe dedicare maggiore attenzione alla sopravvivenza di quest’ultima».

Cina e Taiwan, tamburi di guerra

Kishi rievoca le violazioni dello spazio aereo e marittimo dell’isola da parte di cacciabombardieri e navi da guerra cinesi, ed esprime la convinzione che la pace sia minacciata. Tuttavia sottolinea che, nonostante la crescente preoccupazione, Tokyo non intende dare vita a una relazione militare diretta con Taipei, né vuole cambiare lo status attuale delle relazioni fra i due paesi, che dal 1972 non scambiano più ambasciatori dopo che il Giappone ha riconosciuto il governo di Pechino come il solo rappresentante dell’intera Cina. Insinua però che «pur mantenendo la struttura attuale delle relazioni (che con Taiwan sono solo commerciali – ndr), vogliamo raggiungere una comprensione reciproca attraverso varie iniziative, o attraverso lo scambio di opinioni fra Giappone e Stati Uniti». La “comprensione reciproca” con Taipei comprende la partecipazione giapponese alla progettazione e costruzione di sommergibili per la marina di Taiwan, e lo “scambio di opinioni” con gli Stati Uniti implica la possibilità di trovarsi al fianco degli Usa in caso di crisi militare relativa a un attacco cinese a Taiwan.

Taiwan e la sopravvivenza del Giappone

Che questo sia il messaggio criptato che Kishi ha deciso di mandare a Pechino si coglie da due eventi che lo hanno preceduto: la pubblicazione del Libro bianco “Difesa del Giappone 2021” il 13 luglio scorso e un intervento del vice premier Taro Aso il 6 luglio scorso. Il libro bianco è stato definito dal Financial Times «una rottura rispetto a tutti gli anni precedenti» in quanto con esso il Giappone «ha collegato direttamente la sicurezza di Taiwan alla propria». Il pamphlet, che porta in copertina l’immagine di un samurai a cavallo, si apre con una filippica del ministro Kishi nei confronti di Pechino: «La Cina ha proseguito i suoi tentativi unilaterali di cambiare lo status quo nel Mare cinese meridionale e orientale. Le navi della Guardia costiera cinese (Gcc) sono state avvistate quasi quotidianamente nella zone contigua alle isole Senkaku, parte del territorio nazionale del Giappone (ma rivendicate dalla Cina – ndt), e si sono ripetutamente introdotte nelle acque territoriali giapponesi. (…) In questo contesto, la Cina ha adottato nel febbraio 2021 la legge sulla Guardia costiera cinese. Questa legge contiene disposizioni problematiche in termini di compatibilità col diritto internazionale. (…) Non bisogna permettere alla legge sulla Gcc di calpestare i legittimi interessi dei paesi che ne sono interessati, compreso il Giappone. Inoltre l’innalzamento della tensione nel Mare cinese orientale è completamente inaccettabile».

L’instabilità della regione indo-pacifica

Nella parte intitolata “Security Environment Surrounding Japan” si legge: «Mentre la Cina aumenta rapidamente il suo potere militare, i cambiamenti nell’equilibrio di potenza militare fra Usa e Cina possono avere conseguenze sulla pace e la stabilità nella regione Indo-Pacifica. È necessario fare attenzione agli sviluppi militari dei due paesi in aree come il Mare cinese meridionale e Taiwan. (…) Nel corso di un’audizione del Senato americano, il responsabile del Comando americano Indo-Pacifico ha segnalato che l’equilibrio militare nella regione Indo-Pacifica sta diventando sfavorevole agli Stati Uniti e ai suoi alleati e che si stanno accumulando rischi che incoraggiano la Cina ad agire unilateralmente per cambiare lo status quo. Inoltre ha testimoniato che le ambizioni della Cina nei riguardi di Taiwan si manifesteranno nei prossimi sei anni».

«Giappone e Usa difenderanno Taiwan insieme»

Una settimana prima il vice primo ministro Aso si era espresso con toni duri e inequivocabili: «Se dovesse accadere un grave incidente (relativamente a Taiwan – ndr) non sarebbe affatto strano constatare che si creerebbe una situazione che minaccia la nostra sopravvivenza. In tal caso, Giappone e Stati Uniti devono difendere Taiwan insieme». Il riferimento alla “sopravvivenza” è cruciale, perché in base alla costituzione del dopoguerra il Giappone non può inviare in battaglia fuori dai confini nazionali le sue forze armate, che sono incaricate esclusivamente della difesa del territorio nazionale sotto attacco. Nel 2015 il governo presieduto da Shinzo Abe ha promosso una serie di leggi relative al dispiegamento delle Forze di autodifesa (questo è il nome delle forze armate giapponesi) che hanno allargato l’operatività dei militari giapponesi quando si creano situazioni che minacciano la sopravvivenza del Giappone. Un’invasione cinese di Taiwan o una guerra fra cinesi e americani in Asia potrebbero essere facilmente letti come eventi che minacciano la sopravvivenza del Giappone (che ha un trattato militare di difesa reciproca con gli Usa), e di conseguenza il paese potrebbe entrare in guerra senza violare la costituzione.

Pechino minaccia attacchi militari

Il giorno stesso della pubblicazione del libro bianco sulla difesa del Giappone la Cina ha reagito con dichiarazioni di un portavoce del ministero degli Esteri che ha condannato il governo giapponese per avere ripetutamente provocato la Cina, per avere interferito grossolanamente nei suoi affari interni, per avere ingiustificatamente criticato il normale consolidamento della forza militare cinese, per avere rilasciato dichiarazioni irresponsabili su legittime attività marittime e per avere enfatizzato la cosiddetta minaccia cinese: «Tutto questo è estremamente sbagliato e irresponsabile». Il Global Times, quotidiano online pro-governativo, riporta dichiarazioni di esperti strategici cinesi secondo i quali «qualora il Giappone decida di interferire militarmente nella questione di Taiwan o di servire da base militare a un intervento degli Usa volto a interrompere il processo di riunificazione nazionale della Cina, esso sarà trattato inevitabilmente come una minaccia alla Cina, e sarà bersaglio di attacchi militari cinesi».

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