libia
Dopo l'Angelus di ieri, papa Benedetto XVI ha rivolto un appello ai governi e alle popolazioni di Siria e Libia: «Rinnovo alle autorità e alla popolazione siriana un pressante appello, perché si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda alle legittime aspirazioni dei cittadini». In Libia «le armi non hanno risolto la situazione, si rilanci un piano di pace per il paese»

Gian Micalessin, inviato del Giornale, critica la guida delle operazioni di guerra da parte dei due paesi: «E' la missione degli errori, non sono neanche capaci di condurre le azioni militari. Ora vogliono limitare i danni ma i ribelli non prenderanno mai Tripoli. Sono divisi e odiati da molte tribù. L'Italia non può fare altro però che restare in guerra»

Il Gruppo di contatto ha riconosciuto i ribelli del Consiglio nazionale transitorio come «legittima autorità di governo in Libia». Sarà soltanto l'inviato Onu, Abdel-Elah al-Khatib a negoziare un accordo con Tripoli e Bengasi. Gheddafi: irrilevante. I bombardamenti Nato andranno avanti anche per il Ramadan

Esce un rapporto di Human Rights Watch che denuncia abusi dei ribelli libici in quattro città liberate ai danni di civili. Gian Micalessin, che ha conosciuto i ribelli a Bengasi, non è stupito: «Sono senza controllo, non hanno disciplina né un leader, non rispondono a nessuno. La guerra è diventata una lotta tribale: i ribelli attaccano le città legate a tribù vicine a Gheddafi»

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha dichiarato attraverso un video che «la Nato continuerà la sua missione perché se ci fermiamo un numero imprecisato di civili perderebbero la vita». Intanto il ministro Frattini propone come «ipotesi di lavoro» di sospendere le ostilità per formare un corridoio umanitario

Pierluigi Magnaschi commenta a Tempi il raduno della Lega a Pontida: «Le riforme annunciate da Bossi a Pontida sono vaghe e senza indicazione di tempi. Pura demagogia. Ma la Lega resta con Berlusconi, ecco la notizia. La maggioranza è messa male ma è il male minore perché l'opposizione è messa peggio»

Saif Al Islam propone un compromesso tra la cacciata di suo padre e la persecuzione dei ribelli: «Elezioni. Entro tre mesi. La garanzia della loro trasparenza potrebbe essere la presenza di osservatori internazionali. Accettiamo l'Ue, l'Ua, l'Onu e la Nato. Ma la maggioranza dei libici sta con mio padre»
