Le droghe "leggere" sono molto più pesanti e molto più diffuse di qualche decennio fa. I risultati sono più patologie psichiatriche e danni neurologici. Qualche dato per i fan della legalizzazione. Parla il neuroscienziato Giovanni Serpelloni
Profitti nulli o quasi, sovrapproduzione, perdite per miliardi di dollari, licenziamenti, serre spente, ricoveri in aumento (soprattutto di bambini). Cosa resta della corsa all'oro verde che giova a Stato e mercato nero
Serre chiuse, licenziamenti, la concorrenza del Messico. Dalla legalizzazione dell'erba voluta da Trudeau la maggioranza dei produttori continua a segnalare perdite impressionanti. E il mercato nero ringrazia
Parlamentari italiani e francesi vogliono curare l'economia post Covid con la legalizzazione della cannabis. Un'idea trita e ritrita che non funziona (anzi)
La «legge più equa del paese» punta a immettere «le minoranze colpite dalla guerra alla droga» nel mercato della marijuana ad uso ricreativo. Mercato già saturo ovunque
Trudeau mette marijuana e hashish sullo stesso piano di alcol e tabacco: permessi agli adulti, proibite per i minorenni, i consumi non aumenteranno. Ma si sbaglia di grosso
Facile proclamare «Maria Maria, Maria ti amo» al tempo di Fini e Giovanardi, difficile dopo i 40 anni continuare a verniciarla di ribellismo paragiovanilistico
Antonio Maria Costa, per anni direttore a Vienna dell'Ufficio Onu per la lotta a droga e criminalità organizzata, spiega: «Alto rischio di danni psichici, provoca danni sociali per miliardi»
Senza controllo i "club" dove si ritira la marijuana, i cittadini che la coltivano a casa non si registrano, farmacie ferme. L'assurdo: droga esentasse, il pane no
Al Marijuana Investor Summit di Denver si sono delineate prospettive allettanti per il mercato miliardario della cannabis legale. Ma non tutti i conti tornano