Il giornalista del Foglio Giulio Meotti ha lanciato sulla piattaforma change.org una petizione dal titolo “Portiamo Asia Bibi in Italia”. Meotti segue da anni la vicenda della donna cristiana pakistana, condannata a morte per una falsa accusa di blasfemia e recentemente riconosciuta innocente. «Ora – nota Meotti – la situazione è persino peggiore di prima. Il fatto che non possa lasciare la prigione per paura delle ritorsioni degli islamisti dà a questa storia un finale tragico, amaro. Non può finire così, Asia Bibi oggi si trova in un limbo, bisogna fare qualcosa».
APPELLI E INIZIATIVE
E Meotti qualcosa ha fatto, scrivendo un appello al presidente Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, e ai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Servirà? «Ho notato che in altri paesi c’è molto più fermento che da noi su questa vicenda. Negli Stati Uniti, in Canada, in Belgio molta gente si è mossa, ha promosso appelli, s’è lanciata in iniziative. Serve una campagna internazionale di pressione sui nostri rappresentanti politici perché si muovano. D’altronde stiamo parlando di una donna che non è nelle grinfie dell’Isis, ma di un paese, il Pakistan, con cui esistono rapporti commerciali e politici. Dunque, con tutte le sue contraddizioni, è un interlocutore. Facendo un po’ di pressioni si potrebbe ottenere qualche risultato».
TANTE COME LEI
La speranza di Meotti è dunque che la politica, anche quella italiana, faccia la sua parte. «Ma occorre mobilitarsi perché la vicenda sia conosciuta e a tutti sia chiaro che Asia Bibi è una donna in ostaggio di un paese alleato. È una donna cristiana, ma la battaglia per la sua liberazione riguarda tante come lei».
IL TESTO DELL’APPELLO
Qui di seguito riportiamo il testo dell’appello. L’invito è a sottoscriverlo collegandosi qui.
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
Al Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi,
Ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini,
Dopo 3.422 giorni di prigionia con una condanna a morte, Asia Bibi è stata prosciolta da ogni accusa di “blasfemia” dalla Corte Suprema del Pakistan. Ma dopo l’assoluzione, numerosi partiti e organizzazioni islamiste hanno scatenato il caos nel paese. Sono disposti a tutto pur di rovesciare la sentenza e mandare a morte la donna cristiana. L’avvocato di Asia Bibi ha già dovuto lasciare il paese e i magistrati che l’hanno prosciolta sono minacciati di morte. Numerosi politici, cristiani e musulmani, sono stati uccisi per averla difesa. Dopo l’assoluzione, il governo pakistano sembra aver fatto marcia indietro, cedendo alle pressioni dei fondamentalisti islamici e congelando la sua scarcerazione. È urgente che l’Italia, in nome della sua tradizione umanistica, le conceda subito la cittadinanza onoraria, come ha fatto la città di Parigi. È altresì urgente che l’Italia le conceda subito il diritto di asilo e fornisca ad Asia Bibi tutta la protezione politica e diplomatica di cui ha bisogno. Ogni giorno trascorso in questo limbo è un rischio per la sua vita. In carcere il mese scorso due detenuti hanno già cercato di ucciderla. L’Italia non può restare in silenzio e inerme davanti alla sorte di Asia Bibi, simbolo della persecuzione di cui sono vittime i cristiani in tutto il mondo. Impedire che sia portata a compimento la condanna a morte per un reato inaccettabile e inesistente è un dovere di tutti, cristiani e non cristiani.