

All’inizio mancano 8 giorni. Tra poco più di una settimana un’atleta britannico (ancora non se ne conosce il nome, qualcuno dice David Beckham, ma forse sarà la leggenda della canoa Steve Redgrave) accenderà il braciere olimpico, dando così finalmente inizio ai XXX giochi a cinque cerchi della storia moderna. Ma come ogni Olimpiade che si rispetti non mancano neanche a questa vigilia le polemiche in tema di organizzazione e sicurezza.
L’ultima è datata ieri. Il LOCOG ha infatti fatto sapere che la cerimonia di apertura durerà mezz’ora in meno. Motivo? Ufficialmente per permettere agli oltre 80mila spettatori che affolleranno lo Stadio Olimpico di prendere gli ultimi mezzi pubblici per tornarsene a casa o in albergo, ma la motivazione sembra più una scusa campata per aria. Lo show, coordinato dal regista Danny Boyle (Oscar nel 2009 con The Millionaire) e costato 27 milioni di sterline, dovrebbe iniziare da programma alle 21, per concludersi a mezzanotte e mezza: troppo grande il rischio che la gente non riesca a essere per le 2.30 alla fermata della metropolitana più vicina, troppo pretenzioso chiedere alla società che gestisce il trasporto pubblico di prolungare il servizio di qualche decina di minuti. La realtà pare un’altra, ed è quella della sicurezza: negli ultimi giorni il rigore britannico ha vacillato enormemente, mostrando falle imbarazzanti che hanno portato qualcuno a paventare anche l’idea di cancellare l’evento.
La G4S, società che gestisce in via privata la security dei Giochi, la settimana scorsa ha stupito tutti con una dichiarazione scioccante: i 284 milioni di sterline che hanno ricevuto non sono stati sufficienti a reclutare i 10mila addetti alla sicurezza che avevano garantito. Il governo è stato costretto a richiamare così in fretta e furia 3.500 soldati (gran parte dei quali di fresco ritorno dall’Afghanistan), che si aggiungono ai 7.500 militari già distribuiti nel villaggio olimpico a garantire la sicurezza degli eventi. Se a questi si aggiungono il migliaio di “bobby” londinesi e artificieri e le 4.000 guardie private addestrate dalla G4S, si arriva a 17mila uomini impegnati. Un numero notevole (quasi il doppio dei 9.500 soldati britannici impegnati in Afghanistan), ma che non riesce comunque a trasmettere la necessaria sicurezza sull’evento, specie a Heathrow, l’aeroporto principale della città, da tanti dipinto come un colabrodo.
Ma le polemiche non sono finite qui. I controlli, tanto leggeri in tema di sicurezza, si stanno rivelando invece estremamente rigidi tra commercianti e rivenditori in tema di pubblicità e marketing. Nella zona olimpica è vietato esporre qualsiasi tipo di reclame che non siano i brand ufficiali delle Olimpiadi, agli atleti non sarà permesso usare i social network a scopo pubblicitario (sempre se non si tratta di sponsor ufficiali dei Giochi), pena la perdita delle eventuali medaglie. Per tutelare il simbolo a cinque cerchi la polizia non fa sconti a nessuno, con episodi che vanno dal ridicolo allo sgradevole. Alla British Sugarcraft Guild, per esempio, è stato proibito ai fornai produrre dolci che si rifacessero ai cerchi olimpici, mentre un macellaio di Weymouth ha dovuto rinunciare a cinque salsicce incrociate in un cartello pubblicitario affisso all’esterno del suo negozio. Nei quartieri est della città c’è poi un bar, il Café Olympic, cui è stata tolta la “O” dall’insegna sopra l’ingresso. Qui sì che invece i controlli sono ferrei, con annesse discussioni. Ma d’altronde, che Olimpiadi sarebbero senza polemiche?
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Heathrow colabrodo? Nooo!! Ma dai? Non lo sapevo!! Com’e’ possibile???…
Io sto a ovest di Londra e da che mondo e’ mondo uso Gatwick: meno casino e prezzi piu’ ragionevoli (c’e’ Easyjet)