La Francia prova a riportare ordine nelle banlieue prima che sia troppo tardi
Parigi. Riportare l’ordine repubblicano, la fermezza e l’autorità in quelle zone che lo storico Georges Bensoussan aveva ribattezzato nei primi anni Duemila «i territori perduti della République». È questo l’obiettivo del piano per le banlieue annunciato giovedì dal primo ministro francese Élisabeth Borne, un piano che era atteso da molto tempo e che in seguito alle rivolte di quest’estate scatenate dalla morte del giovane Nahel durante un controllo di polizia è salito in cima alle priorità.
Tolleranza zero contro i giovani delinquenti delle banlieue
«Le violenze di giugno hanno profondamente scioccato i francesi. Li hanno colpiti duramente. Abbiamo dunque il dovere di fare collettivamente tutto il possibile affinché non si riproducano più», ha dichiarato il premier Borne dal grande anfiteatro della Sorbona, davanti ai 500 sindaci dei comuni colpiti dalle sommosse di giugno e luglio. Il capo del governo francese ha anzitutto annunciato lo sblocco di 100 milioni di euro per aiutare finanziariamente i sindaci «alla riparazione e alla ricostruzione» dell’arredo urbano danneggiato, «accanto al risarcimento delle assicurazioni». Dopo aver denunciato la «piaga» del traffico di droga, «matrice di tutte le delinquenze», contro la quale prossimamente verrà annunciato «un piano nazionale», Borne ha promesso tolleranza zero contro i giovani delinquenti.
Il governo proporrà al Parlamento di permettere la collocazione obbligatoria di questi ultimi «in delle unità educative della protezione giudiziaria dei giovani». «In alcuni casi», ha aggiunto Borne, «si può pensare a un inquadramento dei giovani delinquenti da parte dei militari, che potranno in particolare trasmettere i valori di disciplina e di superamento di sé». Oltre al controllo dei militari, sarà introdotta una multa da 750 euro, cinque volte l’importo attuale risalente al periodo Covid-19, in caso di violazione del coprifuoco. Pugno duro anche contro i genitori dei responsabili minorenni di eventuali futuri danni. Il piano del governo francese stabilisce infatti la «responsabilità finanziaria per il danno causato». «Proporremo al Parlamento che si possano imporre corsi sulla responsabilità genitoriale o lavori di pubblica utilità ai genitori che si sottraggono ai loro doveri educativi», ha indicato Borne.
La messa al bando digitale degli account social
Sottolineando a ragione che i social network hanno avuto un “ruolo chiave” durante le sommosse dopo la morte di Nahel, il premier punta a instaurare una «messa al bando digitale», ossia una sospensione dell’account social incriminato per sei mesi in caso di diffusione o di condivisione di contenuti violenti o che incoraggiano la violenza. Evocando «la situazione di certi quartieri, dove tutte le sfide securitarie, sociali, familiari e educative sembrano accumularsi», il primo ministro ha annunciato infine la creazione di una “Forza d’ordine repubblicana” (figurava tra le proposte del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, durante l’ultima campagna elettorale) che dovrà concentrare le sue energie nei quartieri prioritari «in materia di sicurezza, ma anche per apportare risposte giudiziarie, educative o sociali».
Come funziona il piano per le banlieue
Le prime squadre della Forza d’ordine repubblicana verranno dispiegate a Besançon, Valence e Maubeuge entro la fine dell’anno, saranno composte da agenti della polizia nazionale e polizia giudiziaria, funzionari finanziari, personale educativo e assistenti sociali. E il dispositivo sarà pilotato sul campo dal sindaco, dal prefetto e dal pubblico ministero, ha precisato l’entourage del premier Borne. Del problema dell’islamismo il primo ministro francese non ha mai parlato durante il suo discorso alla Sorbona, anche se è chiaro che nel piano di ripristino dell’ordine sia inclusa anche la lotta contro le derive dell’islam, l’altra grande “piaga” assieme al traffico di droga.
Donna velata minaccia di farsi esplodere a Parigi. Fermata
Proprio ieri, 31 ottobre, si è verificato a Parigi un altro episodio che conferma quanto sia alta la minaccia di attacchi terroristici in nome di Allah. Una donna che indossava il velo integrale ha iniziato a gridare “Allah Akbar” all’interno di un vagone della metropolitana parigina, poi ha inneggiato al terrorismo e minacciato di farsi esplodere. Sollecitati da alcuni pendolari presenti durante i fatti, i poliziotti hanno fatto evacuare rapidamente la stazione del metrò Bibliothèque François Mitterrand, dove la donna è scesa, isolandola e invitandola a mostrare le mani che stava nascondendo sotto il vestito. Temendo per la loro sicurezza e dinanzi al mancato rispetto degli ordini, i poliziotti hanno aperto il fuoco.
Secondo quanto riportato dai media francesi, la donna è stata colpita all’addome ed è stata trasferita in ospedale. Attualmente, è in prognosi riservata ma le sue condizioni sono stabili. La scorsa settimana, a Chanteloup-les-Vignes, banlieue dove fu girato il celebre film La Haine di Matthieu Kassovitz, si è riunito anche il Comitato interministeriale delle città, che era stato più volte rinviato e che avrà il compito di fornire soluzioni ai problemi ricorrenti dei cosiddetti “quartieri prioritari”, in termini di occupazione, alloggio, istruzione, discriminazione, ma anche di lotta contro l’islamismo.
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