Da Finmeccanica a Contrada, da De Magistris al sisma dell’Aquila. Le sentenze del 2014
Certamente anche quest’anno certi verdetti giudiziaria hanno riservato delle sorprese. Casi noti e meno noti, di cui tempi.it si è occupato per tutto il corso dell’anno. Eccone alcuni.
IL CASO GALLO. L’anno si è aperto con il ricorso presentato alla Corte dei conti da Vittorio Gallo, protagonista di un caso che il suo difensore ha sintetizzato così a tempi.it: «Una vicenda surreale. I giudici viaggiano all’insaputa l’uno di ciò che fa l’altro». Gallo è un ex impiegato delle Poste di Roma, arrestato nel 1997 con l’accusa di aver fatto da basista per una rapina: nel 2011 è stato assolto con formula piena e con sentenza definitiva, tanto che nel 2013 lo Stato italiano gli ha riconosciuto un risarcimento di 75 mila euro per l’ingiusta detenzione preventiva subìta. Proprio nello stesso periodo in cui gli veniva versata la cifra, la Corte dei conti ha condannato Gallo ad un risarcimento di 500 mila euro a Poste italiane, per la rapina che, sempre secondo la giustizia italiana, l’uomo non ha mai commesso. A causa dell’arresto e del processo, Gallo dal ’97 ha perso il lavoro fino ad ammalarsi e a subire un’invalidità del 100 per cento. L’uomo per un periodo della sua vita è rimasto senza alcuna dimora, costretto a dormire nei centri di accoglienza della Caritas. La corte dei Conti ha fatto partire in automatico il processo per il risarcimento alle Poste dopo le prime accuse, senza preoccuparsi di verificare altro: dato che non riusciva a rintracciare l’uomo, rimasto appunto senza domicilio, ha celebrato il processo in contumacia, non offrendogli l’opportunità di difendersi o di mostrare ai giudici la sentenza con cui era stato nel frattempo assolto.
CONTRADA IN CARCERE ILLEGALMENTE. Una sentenza davvero storica è stata quella della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che l’11 febbraio ha condannato l’Italia ad un risarcimento di 15 mila euro a Bruno Contrada, ex numero due del Sisde. Secondo la corte di Strasburgo, l’Italia ha violato i diritti umani di Contrada, detenendolo seppur molto anziano e in condizioni di salute drammatiche, tra l’ottobre 2007 e il luglio 2008. Il periodo è relativo all’ultima parte della condanna definitiva per associazione mafiosa a dieci anni di carcere: Contrada si è sempre professato innocente, ma è stato condannato dalla Cassazione nel 2007. All’epoca l’ex agente del Sisde aveva già 75 anni, ma ogni richiesta di scontare la pena ai domiciliari è sempre stata respinta dalla giustizia italiana fino al 2008, malgrado l’uomo in carcere avesse perso 22 chili, e fosse duramente provato da varie malattie. Contrada ha finito di scontare la sua pena ai domiciliari dal 2008 all’11 ottobre 2012. «Anche per me c’è un giudice. Non a Berlino, ma a Strasburgo»: così l’uomo ha commentato a tempi.it la notizia del risarcimento.
LA GIUSTIZIA LUMACA FA FUGGIRE L’AZIENDA. Tra fine agosto e inizio settembre l’azienda statunistense Alps South, da tempo interessata ad aprire uno stabilimento in Italia a Bassano del Grappa (Vc), ha reso nota la sua intenzione di ritirarsi. I vertici di Alps South (specializzata nella produzione di componenti biomediche) hanno fatto spiegato che l’idea di creare 400 nuovi posti di lavoro nel nostro paese è sfumata «per la scarsa capacità che ha il sistema giudiziario italiano di proteggere il know-how aziendale e perché l’esecutività di una sentenza è sempre incerta e i tempi della giustizia sono troppo lunghi se paragonati al resto d’Europa».
DE MAGISTRIS CONDANNATO RIMANE IN CARICA. Il 24 settembre, quasi un anno dopo la conclusione del processo monstre Why Not (che nell’ottobre 2013, in Cassazione, si era concluso con l’assoluzione definitiva della maggioranza degli imputati, e il rinvio a nuovo processo di quelli in precedenza condannati) il tribunale di Roma ha condannato l’ex pm Luigi de Magistris e il suo consulente informatico, Gioacchino Genchi, a un anno e tre mesi per l’illecita acquisizione di utenze telefoniche intestate a parlamentari e all’interdizione dai pubblici uffici. De Magistris, che è intanto stato eletto sindaco a Napoli, dovrebbe dimettersi ma non lo ha mai fatto, finché il Tar della Campania, il 30 ottobre ha deciso che la sospensione decisa dal tribunale di Roma fosse scorretta, e ha reintegrato il sindaco al proprio posto.
LA TANGENTE CHE NON ESISTE. Il 9 ottobre il tribunale di Busto Arsizio (Va) ha assolto l’ex amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, «perché il fatto non sussiste», dall’accusa di corruzione internazionale. L’ex ad di Finmeccanica nel 2013 era finito al centro di una rovente polemica mediatica, oltre che di un’inchiesta giudiziaria in cui era accusato di aver corrotto, con una presunta tangente un capo di stato maggiore indiano per indurlo ad acquistare per il suo paese alcuni elicotteri militari Agusta Westland (gruppo Finmeccanica). Per questo motivo, il 12 febbraio 2013 è finito in carcere per 84 giorni in custodia cautelare, mentre la vendita degli elicotteri all’India (un affare da 560 milioni di euro). Dopo l’assoluzione di Orsi quest’anno, il suo difensore ha spiegato a Tempi che «non c’è mai stato alcuno illecito di Agusta. Nessuna tangente è stata pagata, come hanno ammesso persino gli stessi consulenti tecnici del pm».
ASSOLTI GLI SCIENZIATI. L’11 novembre è giunta una nuova sentenza del tutto inattesa: la Corte d’appello dell’Aquila ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha assolto i 6 scienziati membri della commissione Grandi rischi che nel 2009, secondo l’accusa, non avevano previsto il terremoto causando la morte di 309 persone. Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Stefano Gresta ha spiegato a tempi.it che il processo di primo grado che aveva portato alla condanna degli imputati era stato condotto «con un modo di agire lontano da quello di uno scienziato»: «Per costruire la “verità processuale” si erano estrapolate frasi dal contesto o singole parole dalle frasi».
IL RICERCATORE SUGLI OGM. L’11 dicembre è giunta, 14 anni dopo l’apertura dell’inchiesta, l’assoluzione in primo grado per Vitangelo Magnifico, ex direttore dell’Istituto sperimentale per l’orticultura di Pontecagnano (Sa), fino al 2000 uno dei poli più avanzati al mondo per la ricerca sugli Ogm. Magnifico, dopo essere entrato in polemica con l’allora ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, era stato indagato per una miriade di piccoli reati (28): è stato assolto da tutti con formula piena, «perché il fatto non sussiste». Nel frattempo Magnifico ha dovuto dimettersi dall’incarico, e l’Istituto ha dovuto abbandonare gran parte delle sue ricerche, scivolando verso un lento declino. «L’Italia ha rovinato me e anche se stessa» ha detto Magnifico a tempi.it.
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