Leggere oggi l’articolo del Corriere della Sera firmato da Jean-Marie Colombani sulla manifestazione della Manif pour tous a Parigi e Lione aiuta a capire perché c’era davvero bisogno che 500 mila persone scendessero in piazza. Il giornalista francese, ex direttore del quotidiano Le Monde, grande sostenitore del governo Hollande e di ogni progressismo, descrive quello che secondo lui è un «vero arretramento di civiltà».
«MIGLIORAMENTO LEGGE SULL’ABORTO». Colombani non si capacita neanche di come «migliaia di manifestanti» (ma avrebbe dovuto scrivere almeno “decine” o “centinaia” di migliaia) possano avere da ridire sul «miglioramento della legge sull’aborto». Dove per miglioramento, Colombani intende le modifiche appena approvate dall’Assemblea nazionale, per cui non c’è più bisogno per interrompere la gravidanza di essere «in uno stato di sofferenza», è sufficiente «non volere una gravidanza».
L’aborto, insomma, non è più «un’eccezione» ma «un diritto», un «atto come un altro». Chi si oppone, per il Corriere, non può che essere «spinto da una tentazione ultra-conservatrice». Arretrata, appunto.
NATURALMENTE. Difendere la vita dei bambini non ancora nati è diventato un atto così inconcepibile e spregevole per Colombani, il quale ben rappresenta tanto i vertici intellettuali e politici della Francia quanto quelli dell’Unione Europea e dell’Onu, che i manifestanti vengono definiti «pericolosi». Sono un «segnale d’allarme».
L’ex direttore del Le Monde non capisce perché i genitori si preoccupino che ai figli a scuola venga insegnata la «teoria di genere». Ecco perché definisce la protesta di tante famiglie con i passeggini come «un sollevamento contro tutto quello che va nel senso dell’uguaglianza uomo/donna, con il rifiuto, naturalmente, dell’omosessualità». Perché, “naturalmente”, basta non essere d’accordo con il matrimonio e l’adozione gay per diventare un pericoloso «estremista».
GRAZIE CORRIERE. Bisogna ringraziare il Corriere della Sera per aver pubblicato, dopo l’articolo di Montefiori, il testo di Colombani perché fa capire anche al di qua delle Alpi qual è il linguaggio della nuova “Summa ideologiae” e quanto si stia allontanando dalla banale realtà dei fatti. Che 500 mila persone in Francia sono scesi in piazza a difendere.