
Cari amici del “Sesto Polo”, ecco dov’era l’Agenda Draghi

Cari amici che avete votato Terzo Polo, poi risultato quarto e sesto fra i partiti, c’è una notizia per voi: è stata ritrovata la fantomatica “Agenda Draghi”.
Quell’agenda su cui i vostri due leader, Carlo Calenda e quell’altro che è volato a Tokyo, hanno costruito la loro campagna elettorale, la loro credibilità, la loro “competenza”; quell’Agenda Draghi che Draghi, al Meeting di Rimini, ha detto «non esistere»; quell’Agenda incarnata da Draghi stesso che, però, a differenza di quanto paventato da quei due, s’era detto indisponibile a “stare” nel loro governo.
Il garante nelle cancellerie
Comunque, sta di fatto, che, come scritto in un articolo di Repubblica pieno di notizie (ma di interpretazioni sbagliate, che infatti lo stesso Draghi ha smentito), l’Agenda oggi ce l’ha Giorgia Meloni.
«Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche di Parigi, Berlino e Bruxelles, il presidente del Consiglio in carica ha contattato Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Ursula von der Leyen. Garantendo per la leader di Fratelli d’Italia».
Draghi, quindi, così come aveva detto a Rimini, non solo pensa che il governo abbia tutte le carte in regola per rappresentare il Paese, ma si è pure mosso per Meloni, esponendosi «per lei con le Cancellerie».
Tre partite
Il patto, dice Repubblica, è che Meloni mostri serietà e fermezza su tre partite: sostegno all’Ucraina, ancoraggio alla Nato, conti pubblici. Cose che, come rilevato dagli osservatori più intelligenti e meno faziosi (leggete su Tempi, tra le altre cose, le interviste a Orsina, Mingardi e questo articolo di Castellani) la leader di Fdi, ha iniziato a fare da tempo (per gli appassionati c’è un sempre lucido Ruini sul Corriere della Sera).
Ecco dunque dov’era finita l’Agenda Draghi dispersa in questa campagna elettorale. Era almeno da due mesi nella borsa di Giorgia Meloni.
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