Capitano Ultimo: «L’antimafia è un business. Mangiano sulla memoria di chi è morto»

Di Redazione
25 Ottobre 2013
L'uomo che arrestò Totò Riina è durissimo con quei politici e giornalisti che hanno costruito carriere e «fatto si soldi» sputando sullo Stato. E facendo un favore ai mafiosi

«L’antimafia? Un business. La trattativa Stato-mafia? Una pagliacciata. Delegittimare lo Stato? Un’azione criminale». Ieri Panorama ha pubblicato un’intervista strepitosa a Sergio Di Caprio, il Capitano Ultimo, che vent’anni fa arrestò Totò Riina. L’intervista è tutta da leggere perché il mitico ufficiale dei carabinieri (celebrato anche in una nota fiction tv) parla senza peli sulla lingua di mafia, antimafia e processi “spettacolo”. Oggi De Caprio, 52 anni, è colonnello dei carabinieri e vicecomandante del Noe, Nucleo Operativo Ecologico. Ha messo in piedi una casa famiglia in cui ha accolto otto minori e sei detenuti minorenni.

L’ANTIMAFIA E’ UN BUSINESS. Ultimo dice che lo spirito dell’antimafia è stato tradito. E il primo a essere stato tradito è stato Giovanni Falcone. «Era lui che in solitudine e tra mille ostacoli portava avanti quelle battaglie di civiltà, di amicizia, di dignità, di giustizia». Ma «i suoi colleghi» lo hanno distrutto, lo hanno «indicato come bersaglio alla mafia. E Totò Riina ha saputo colpire. In questo senso, si possono considerare i mandanti morali delle stragi».
Oggi l’antimafia «viene usata per costruire carriere politiche, per assumere potere. È diventata spettacolo, un gran bel business per alcuni. Ci sono giornalisti che hanno fatto carriera all’interno del proprio giornale, gente che ci ha fatto proprio i soldi, altri ci fanno persino teatro: una vergogna, mangiano sulla memoria di chi è morto». Costoro sono come «i capi delle tifoserie», che hanno commesso «un reato morale gravissimo»: «Pensa alla felicità di Riina – dice De Caprio a Giorgio Mulè che lo intervista – a sentire chi delegittima lo Stato, chi insinua il dubbio fino a sporcare i massimi livelli istituzionali, fino alla presidenza della Repubblica. Te la faccio io una domanda: questo è o non è oggettivamente un favore alla mafia?».
De Caprio ha parole durissime contro questi «cattivi maestri»: «I giovani vedono tutti questi soloni che parlano, che scrivono che la mafia è tutto e ovunque, e sono confusi».

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DIETRO RIINA C’E’ RIINA. Parlando con stima del suo maestro, il generale Mario Mori, recentemente assolto, Ultimo bolla la cosiddetta trattativa Stato-mafia come «una pagliacciata». Chi ne ha infangato il nome? Si tratta di «parecchie persone che da diversi agitando il suo nome e usando la loro funzione pubblica per fare politica, scrivere libri, partecipare a convegni, organizzare spettacoli»; costoro commettono atti «gravissimi». Perché «è giusto e doveroso ricercare la verità e le prove, diverso è screditare le istituzioni e le persone».
Infine, il colonnello esprime il suo parere sulla verità delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: «Dietro Riina c’è Riina. Ritengo che minimizzare il ruolo di cosa nostra nelle stragi sia un’azione criminale e sia interesse strategico da parte di Riina e dei corleonesi».

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3 commenti

  1. Mappo

    Chissà cosa avrebbero da rispondere certi “eroi” dell’antimafia in servizio permanente effettivo, tipo Don Leoluca Orlando, Saviano, Ingroia…
    La mafia è composta da due tipi di mafiosi: i mafiosi propriamente detti e gli antimafiosi di professione come i nomi appena citati.

  2. beppe

    sbarramento ad oltranza contro la bindi. che vada in pensione e non si faccia più vedere. mantenuta parassita .

  3. Michele

    Sciascia e Pasolini continuano ad avere ragione. I professionisti dell’antimafia sono sempre in servizio attivo impegnati a diffamare cittadini onesti ma non utili per i loro progetti di potere. La commissione nazionale antimafia, con o senza Bindi, e’ un altro tassello della malagiustizia imperante. Onore al capitano Ultimo, meriterebbe un seggio in Parlamento. Ma forse no, non lo meriterebbe lui, lo meriteremmo noi. Ma tra tante quote rosa e arcobaleno non credo proprio egli verrebbe accolto.

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