Allarme, «la destra» si è presa il Nobel per la pace: addio all’«impeccabile neutralità» con cui fu premiato Obama

Di Correttore di bozze
04 Marzo 2015
Costretto alle dimissioni dai conservatori il presidente (laburista) del comitato. Inaudita «ingerenza politica» là dove prima regnava notoriamente il disinteresse

obama-nobel-pace-shutterstock_230986138Quell’imbelle pacifista smidollato del Correttore di bozze non la smette di frignare da quando questa mattina ha appreso dalla penna di Anais Ginori su Repubblica che «per la prima volta in 114 anni» è stato «cacciato» il presidente del comitato che decide l’assegnazione del Nobel per la pace.

Almeno, questo è quanto ha capito l’inetto Correttore scorrendo titoli e sommari apposti al servizio. Poi, leggendo l’articolo, si scopre che in realtà «l’ex premier norvegese Thorbjørn Jagland è stato defenestrato», sì, ma solo «dalla carica di presidente del comitato», non dal comitato in sé. Comunque questi sono dettagli. La sostanza è sempre quella ed è una coltellata al cuoricino peace and love del Correttore di bozze: il benemerito comitato, quell’esemplare consesso di persone per bene, il «salotto buono – per usare le parole di Repubblica – dove ogni anno si conferisce la massima onorificenza umanitaria del mondo, un premio capace di trasformare un nome in un’icona, una speranza, un messaggio universale», ecco, questa spettacolare adunanza di costruttori di pace assolutamente estranei a qualunque interesse terreno ha ormai detto «addio all’antica tradizione di non ingerenza politica», ahinoi.

repubblica-nobel-pace-comitato-kInsomma, riassume Anais Ginori, «il comitato del Nobel per la Pace non è più quella fortezza intoccabile, rimasta protetta, almeno nelle apparenze, per oltre un secolo». La cacciata, per modo di dire, di Jagland – che per inciso è anche «dirigente del partito laburista», ma appunto solo per inciso – testimonia che «da ieri, la battaglia politica norvegese è entrata di prepotenza» anche in quest’ultimo angolo di eden rimasto fra noi. Pensate che quel Jagland era così lontano dalle nostre volgari scaramucce partigiane, ma così lontano, da aver regalato un Nobel per la pace a Obama praticamente alla cieca, quasi senza neanche pensarci. Era il 2009 e il signor presidente non aveva ancora cambiato le lenzuola alla Casa Bianca, di lì a poco avrebbe accumulato montagne di nuovi amici in giro per il mondo mandando a casa loro tanti simpaticissimi droni bombardieri, ma il distributore di Nobel come poteva saperlo? Agiva nella «tradizionale non ingerenza», lui. Accadde anche quando, nel 2012, scelse l’Unione Europea come simbolo della pace planetaria. Solo della gente molto cattiva e incivile può aver desiderato le dimissioni di un uomo siffatto.

Infatti di chi è la colpa di questo scandalo inaudito? Della destra, ovvio. Come spiega Repubblica, se oggi «l’impeccabile neutralità dell’istituzione norvegese traballa», è perché al posto di un uomo che pur essendo incidentalmente di sinistra si è sempre lasciato guidare solo da «supremi valori e principi», arriva invece «un esponente del partito conservatore al governo, Kaci Kullmann Five». Peggio ancora: la «rimozione forzata» di Jagland, apprende sgomento quella mammoletta di un Correttore di bozze, «fotografa uno scontro politico più forte e duro nel paese, nel quale cresce l’estrema destra». Fascisti bastardi.

Ormai «tre dei cinque membri rappresentano la destra norvegese», quindi, ragiona la giornalista, «di sicuro (ripeto: di sicuro, ndr) le prossime riunioni nella fondazione Nobel di Oslo saranno un po’ meno pacifiche». Un vero uomo di pace inteso nel senso di «impeccabile neutralità» probabilmente valuterebbe l’idea di invadere Oslo con le truppe di terra.

@Correttoredibox

Foto Obama da Shutterstock

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2 commenti

  1. essere di sinistra = garanzia di neutralità ??

    Uahahahahahahahahaha hahaha ahahaha ahah era da tempo che non ne sentivo una così bella.

    Non che la destra sia meglio.

  2. Livio

    la sinistra ha il potere di regalarmi un sorriso ogni giorno

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