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È lo stesso ritornello della campagna elettorale e si è visto come è andata a finire, ma questa perenne accusa di fascismo e autoritarismo rivolta da alcuni media e giornali (leggi Repubblica e Stampa) a Giorgia Meloni e al suo governo è ormai scaduta nel ridicolo. Non passa giorno che l'accusa non si riproponga sotto diverse forme, ma sempre ribadendo la stessa sostanza. Una noia pazzesca, come sono tutte le ossessioni e i tic che annebbiano la mente di chi li alimenta, ma paiono stramberie lunatiche a tutti gli altri che assistono allo spettacolo sbadigliando.
Sono "cose da giornalisti", gente chiusa nella sua bolla redazionale e twittarola, un mondo ztl dove l'originalità non supera i 30 all'ora e dove non c'è nemmeno bisogno di un Fleximan per abbattere gli autovelox, perché vanno tutti piano piano alla stessa velocità di marcia, secondo percorsi stabiliti, polemiche citofonate, continuamente ripetute fino al tormento.