Tempi
AccediRegistratiIscriviti alla Newsletter    
  • Abbonati a Tempi
  • Contenuto riservato agli abbonati di Tempi
  • Entra nell’area riservata di tempi.it
  • Gestione abbonamento
  • Home
  • Informativa sul trattamento dei dati ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Ue 2016/679 (GDPR)
  • Iscrizione alla newsletter di Tempi
  • La redazione
  • Modifica password
  • Modifica profilo
  • Password dimenticata
  • Privacy policy
  • Profile
  • Pubblicità
  • Registrati a Tempi
  • Registrazione completata
  • Registrazione gratuita
  • Scrivi a Tempi
News Ticker
  • [ 24 febbraio 2021 ] Gli insulti a Meloni di una sinistra in crisi Politica
  • [ 24 febbraio 2021 ] L’eredità dell’ambasciatore Attanasio, una vita per i bambini in Congo Esteri
  • [ 24 febbraio 2021 ] Dopo i magistrati, i giornali. Quand’è che Mieli scriverà “Il Sistema 2”? Interni
  • [ 24 febbraio 2021 ] Come osa la preside «lasciare trapelare le sue idee» su gender e aborto? Società
  • [ 23 febbraio 2021 ] Congo. L’ambasciatore Attanasio ucciso «nell’eldorado del jihadismo» Esteri

Venezuela, l’università di Caracas è quasi abbandonata: «Maduro non ci difende»

Redazione 18 aprile 2014 Esteri

A più di due mesi dall’inizio delle proteste, viaggio nella più importante università del Paese. Chiusa dopo le azioni dei collettivi paramilitari contro gli studenti.E dal Governo nessuno intende intervenire

Dei 50 mila studenti che qui venivano educati ogni anno non c’è traccia oggi all’Università di Caracas. Nell’edificio storico che sorge nel centro della città i segni della vita d’ateneo hanno lasciato spazio a quelli della battaglia: c’è spazzatura ovunque, bandane abbandonate per terra (una puzza ancora di aceto, usato per proteggersi dai gas lacrimogeni), le postazioni dei picchetti, i cartelli. In giro per il campus poche persone. E sul muro a fianco dell’ufficio del rettore una scritta fatta a spray: “La rivoluzione è morta con Chavez”. La descrizione è quella che il giornalista Daniel Lansberg fa sulla rivista americana Harper direttamente dalla capitale del Venezuela, ed è la fotografia di un paese sempre più distrutto dalla violenza con cui il Governo Maduro sta rispondendo alle manifestazioni dei suoi oppositori, che in più di due mesi ha provocato la morte di 41 persone.

GLI EVENTI DI MARZO E APRILE. Protagonisti delle manifestazioni sono, per lo più, gli studenti, e l’Universidad Central de Venezuela è stato uno dei luoghi dove più si è dimostrato in queste settimane. E la cosa ha destato un certo interesse: è la più grande istituzione del paese di scuola superiore e in più è pubblica, e unisce studenti e personale di diverse classi sociali.
L’ultima chiusura che l’ateneo ha subito è legata ad un susseguirsi di episodi di violenza cominciati il 12 marzo scorso, quando un gruppo di 16 paramilitari dei colectivos a favore del governo sono entrati nell’edificio delle facoltà scientifiche, picchiando e derubando alcuni studenti.
Cinque giorni dopo, stessa scena ad architettura: 11 studenti spogliati dei loro averi. Anche il 3 aprile c’è stato un’altra azione e le accuse del personale universitario si sono rivolte al governo, che non fa nulla per evitare i blitz.

LO STATUTO SPECIALE. Il motivo per cui il Governo non può intervenire alla UCV è legato allo status speciale di cui questo ateneo gode, che concede autonomia all’università e vieta che al suo interno entrino forze dell’ordine. Questo trattamento speciale ha origine nell’Ottocento, quando si decise che, per rendere il più possibile libera la scuola dalle influenze coloniali e religiose, l’UCV ricevesse una sorta di attestato d’indipendenza e sovranità interna: grazie a questo poteva scegliere rettori e linee di sviluppo senza dover risentire di influenze governative. Maduro si aggrappa a questi accordi: se volete che la polizia entri, dove cedere parte della vostra autonomia. E non è nemmeno stata ascoltata la proposta della direzione dell’università, che chiedeva di mettere alcuni agenti all’esterno degli edifici per prevenire almeno l’ingresso di alcuni violenti.

DIALOGO E CIBO. Intanto, il dialogo tra Maduro e i suoi oppositori continua ma senza alcun progresso. Mercoledì c’è stato un incontro di 4 ore tra le parti: i manifestanti chiedevano una legge di amnistia, proposta però rigettata dalla presidenza. Gli studenti non partecipano neanche alle trattative, in un Paese che è sempre più costretto a fare i conti con disagi sociali ed economici. Il cibo è sempre più scarso, e la povertà cresce: la società Datanalisis ha pubblicato un rapporto in cui si evidenzia l’aumento dei problemi di approvvigionamento nei supermercati, dove si evidenzia che, dei 18 prodotti che costituiscono il paniere familiare di base, il consumatore riesce ad ottenerne meno della metà.

  • caracas
  • chavez
  • dialogo
  • maduro
  • proteste
  • studenti
  • università
  • venezuela

Articoli correlati

Nessuna immagine
Chiesa

In 17 mesi sono stati uccisi nel mondo 5.479 cristiani: 322 al mese. Triste record della Nigeria

Redazione 5 giugno 2014 Chiesa

È uscito un nuovo rapporto di Open Doors, che analizza la situazione dei cristiani perseguitati dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014

Nessuna immagine
Esteri

Venezuela nel baratro. Lettera dei vescovi contro il governo e il «marxismo socialista»

Benedetta Frigerio 14 gennaio 2015 Esteri

Il paese è in ginocchio e i vescovi attaccano il «sistema totalitario e centralizzato, che ha preso il controllo dello Stato in tutti gli aspetti della vita»

Nessuna immagine
Esteri

Venezuela post Chavez, «Prendete i fetenti». L’opposizione denuncia intimidazioni e violenze

Benedetta Frigerio 27 aprile 2013 Esteri

Licenziamenti, decurtazione dello stipendio, segnalazione tramite social network. I sostenitori di Capriles raccontano le angherie subite dopo le elezioni

Abbonati a Tempi

VIDEO

cina zhejiang shuixin chiesa croce
Cina. Il Partito comunista demolisce un'altra croce a Wenzhou
Altri video

LETTERE AL DIRETTORE

Facciamo un dispetto al diavolo: aiutiamo l’amico Abhay a pagare la retta della scuola Emanuele Boffi
Scrivi al direttore

I nostri blog

  • Lettere dalla fine del mondo
    Aldo Trento
    Lettere dalla fine del mondo
    Più opere, meno prediche: sono i “fatti” di Cristo a sbaragliare le ideologie
  • Il Deserto dei Tartari
    Rodolfo Casadei
    Il Deserto dei Tartari
    Quant’è dura spiegare san Tommaso ai censori di Facebook
  • Good Bye, Lenin!
    Angelo Bonaguro
    Good Bye, Lenin!
    Kebab staliniano «con doppia carne»
  • Cartolina dal Paradiso
    Pippo Corigliano
    Cartolina dal Paradiso
    Dolindo, il don “sciosciammocca”
  • Terra di nessuno
    Marina Corradi
    Terra di nessuno
    Da dove sei venuto?

Foto


  • Il distretto questo sconosciuto

  • Costruire e far crescere scuole oggi

  • La coscienza religiosa dell’uomo moderno

  • Covid: i nonni sono davvero fragili?

  • La stella e la mezzaluna

  • John Henry Newman. Santità, ragione, libertà
Altre Foto

Tempi

Contrattempi Soc. Coop.
Piazza della Repubblica, 21
20124 Milano
P.I. 10139010960

  • Home
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • La redazione
  • Scrivi a Tempi
  • Esteri
  • Società
  • Interni
  • Politica
  • Chiesa
  • Spettacolo
  • Sport
  • Cultura
  • Economia

Copyright © Tempi.it

Questo sito utilizza i cookie al fine di offrire un servizio migliore agli utenti. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.OkLeggi di più