
Telefonatissimo Sanremo: filosofare sempre, cazzeggiare mai!

Telefonatissimo Sanremo, ci sono: l’influencer più amata dagli haters che non sa fare nulla («non sa cantare, non sa presentare, non sa ballare, non sa recitare e a parte quelle di Instagram non ha mai fatto una diretta. Perfetta per l’Ariston» ha scritto Luigi Mascheroni nel più perfetto dei ritratti della «Chiara Kuliscioff della sinistra massimalista milanese») e si è presa anche la Rai; la pallavolista nera che odia l’Italia razzista, la giornalista belva più odiata dagli intervistati, l’attrice scrittrice che saprà farsi amare o odiare per qualcosa, insomma, eccole: co-conduttrici nonchiamatecivallette presenti! E sarà un bell’andare di gambe e corpi d’ogni forma, colore, spacco su palco, tv e copertine, e nessuno potrà gridare al sessismo e al Medioevo perché sarà tutto un “filosofare sempre, cazzeggiare mai”, uno speech per questa o quella causa, una denuncia di questa o quella ecatombe.
Forza tanga e omelie a Sanremo
Forza Chiara Ferragni dunque: postaci tutto tra un parto, un pianto, un tanga, una visita agli Uffizi, al Memoriale della Shoah, un pandoro, una sfilata e un concertone del Primo maggio, una stellina qui e lì, una denuncia della violenza economica contro le donne e una story incoraggiante dell’onnipresente marito Fedez, «si sta cagando addosso!».
Forza Paola Egonu, menaci come sai fare tu che ci ricordi ogni giorno che siamo un paese di razzisti e «se mai dovessi avere un figlio di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?». Forza Francesca Fagnani e forza Chiara Francini, anche se non giocate a palla e nessuna delle due vanta un seguito tre volte superiore allo share medio di un’edizione di Sanremo, «ognuna è un mondo», dice Amadeus, e quindi forza mondo e anche Amadeus che lo fa girare anche quest’anno.
Gianni Morandi is in the air ed Elodie putt*** come Kant
Telefonatissimo Sanremo: c’è Gianni Morandi, il Gianni nazionale, da generazioni sinonimo di amore incondizionato, che da giorni canta coi fan fuori dall’Ariston e a Sanremo è già tutto un “giannimorandi is in the air”, e c’è Fiorello, non al Festival ma al dopofestival cioè in orario nonno morto di stenti sul divano, a guerre agli stereotipi e prediche sulla bellezza interiore finite.
C’è l’antigovernativa Elodie che per non sbagliare ha puntualizzato che «Voglio essere putt*** dall’inizio alla fine» e poi ha specificato che per «putt*** intendo stronza, ossia decisa, che sa quello che vuole. Do una accezione positiva alla parola putt***», un po’ come Kant che spiega il noumeno, ma con una mamma “disorientata” da Egonu che sui giornali loda il meticciato perché «io vivo in Brianza da sei anni e ci sto benissimo. In Italia puoi dire quello che vuoi, sei libero, hai dei diritti. Hai paura di far crescere un figlio dove non c’è tutto questo, non qui».
La curva depressi e l’originalissimo tubopornofluido
Telefonatissimo Sanremo: ci sono i superospiti nazionali e le battute sul transfer in furgone-freezer di Ornella Vanoni, i Pooh, i Cugini di Campagna, Al Bano e Massimo Ranieri, e le articolesse da ventimila battute per spiegare chi canta quando dove cosa e chi lo vota come e perché, le giurie, e poi loro, la falange trending topic: parlerà di depressione post partum la canzone di Levante ed esplicitamente di depressione Kekko dei Modà e Mr Rain, ed implicitamente di depressione Grignani, Colapesce e Dimartino, Ultimo, e per fortuna che i Coma Cose cantano cose di crisi per essersi lasciati (ma poi son tornati insieme, indie happy end).
Ci sono Madame alias “sono stata confusa dai complottisti ma ora sto facendo tutti i vaccini”, indagata dalla procura di Vicenza per falsi green pass e – sempre in quota igiene mentale – c’è Rosa Chemical che vuole strafare portando sul palco «il sesso, l’amore poligamo e il porno su OnlyFans» e per non rischiare di non stare sulle palle a tutti i reazionari d’Italia o lasciare un briciolo di mainstream agli altri, aggiunge di sé cose originalissime, tipo che «io sono stato cresciuto da mia madre, ma se fossero state due sarebbe stato anche meglio» e «ho una relazione aperta: ho una fidanzata. Ma se non la vedo per due giorni è possibile che io abbia fatto sesso con altre quattro persone».
Immancabile amarcord: Vasco, Gorbaciov e la superligure Canalis
Telefonatissimo Sanremo: non manca nessun antistereotipo, nessuna riduzione di tutto a cliché politicamente correttissimo e aggiornatissimo. Ci sono le donne né nude né mute, c’è antirazzismo, depressione, fluidità, ci sono gli articoli indignati sul green washing di Eni e le emissioni di Co2, ci sono le foto piccanti di Arisa rilanciate da Affari Italiani che continua a sottolineare il suo vero nome, Rosalba Pippa, per solleticare i body shamer, le foto in accappatoio del team, la copertina di Chi perculata da Selvaggia Lucarelli, Marco Mengoni grande favorito – ma non diteglielo troppo perché come ogni nuovo sex symbol che si rispetti (qui la lista) soffre di dismorfismo corporeo e si sente brutto e sbagliato.
Ci sono in coda a quelli dei bookmaker gli eterni pezzi più letti e ricicciati su Sanremo: le dieci canzoni entrate nella storia che non hanno vinto all’Ariston (ahi Vasco, Fiorella, Rino Gaetano!) e tutte le volte che la politica, la guerra e la polemica hanno trionfato, gli amarcord sull’indemoniato Benigni, il comizio di Grillo, i metalmeccanici dell’Italsider, la visita di Gorbaciov e signora, il tentato omicidio del disoccupato salvato dal Pippo nazionale. E come dimenticare oggi Elisabetta Canalis, sarda promoter de «la mia Liguria»?
Le lettere di Zelensky e Ferragni. E le vignette di Osho
Telefonatissimo Sanremo: è tutto già scritto, tutto così prevedibile e irresistibilmente rassicurante, ci saranno cantanti sul palco, in piazza, su una nave da crociera, presto sapremo anche chi sono la metà di questi 28 concorrenti della gen z e cosa cantano di bello, scopriremo se il tizio di Ultima Generazione che manifestava con gli anarchici per “Alfredo” fuori dal carcere di Opera verrà a buttare barattoli di vernice lavabile anche su un abito Schiaparelli, se ci sarà un collegamento dal covo di Messina Denaro, e se il messaggio all’Italia di Zelensky che verrà letto da Amadeus farà più share della “lettera a me stessa” di Ferragni letta da se stessa.
Quanto a noi, lo seguiremo come il congresso del Pd, il processo Open Arms, la visita della Von der Leyen a Roma, con la stessa, trepidante motivazione: inoltrarci le vignette di Osho ospite a Casa Sanremo. Il nostro Kant, Gorbaciov, il nostro vate del cazzeggiare sempre, filosofare mai.
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