Scuole paritarie. Passi avanti dal governo ma «per avere giustizia ed equità serve una legge»

Di Daniele Guarneri
06 Agosto 2015
Dopo l'incontro tra il ministro e le associazioni, Giulio Massa (Aninsei) parla a tempi.it: «Aderiamo incondizionatamente alla proposta che Tempi ha lanciato. Ora ci sono due trattamenti per lo stesso servizio pubblico»

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Pace fatta tra scuole paritarie e governo? Non proprio, ma qualche passettino in avanti c’è stato. A cominciare dalla mattina del 4 agosto, quando rappresentanti dell’esecutivo e delle associazioni si sono incontrati a Palazzo Chigi. Il tema dell’incontro era naturalmente “Imu – Scuole paritarie”, un confronto che si è ritenuto necessario dopo la sentenza della Cassazione sul contenzioso tra Comune di Livorno e due istituti paritari sul pagamento dell’Ici per il periodo 2004/2009.

«MOLTO SODDISFATTA». Al tavole erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Per le associazioni, invece, c’erano Fidae, Aninsei, Agidae, Ucei, Usmi, Fism e Cdo-Opere educative. «Sono molto soddisfatta dalla disponibilità mostrata dal Governo e in particolare dal ministro Giannini», fa sapere suor Anna Monia Alfieri, responsabile del settore scuola per l’Usmi.

[pubblicita_articolo]GIUSTIZIA, NON PRIVILEGI. In particolare, «è sulla prospettiva di esaminare i costi della scuola con l’intento di individuare un costo standard che vedo grande disponibilità da parte dell’esecutivo». Stesso apprezzamento arriva anche dal presidente nazionale di Fidae. Don Francesco Macrì non era presente all’incontro, ma da suoi delegati al tavolo del governo ne ricava anch’egli impressione positiva: «Sembra di percepire tutte le premesse per una conclusione equa della problematica fisco-scuola paritaria. Equa perché noi non cerchiamo privilegi ma giustizia. Salvo inghippi, ci muoviamo pur sempre su un terreno politico, a metà settembre ci sarà un secondo appuntamento del tavolo di lavoro dove speriamo di arrivare a stabilire finalmente regole certe in materia di fisco e paritarie».

«SERVE UNA LEGGE». Giulio Massa (Aninsei) smorza un po’ i toni: «La trattativa di ieri è solo un primo passo. Quello che chiediamo al governo è che venga riconosciuta la funzione pubblica della scuola paritaria», dice a tempi.it. «Per fare questo bisogna stabilire se queste scuole sono considerate enti commerciali oppure no. Fatto questo, per togliere ogni tipo di interpretazione serve una norma, una legge, qualcosa di scritto che equipari le scuole paritarie a quelle statali in materia fiscale. Adesso non c’è equità, le faccio un esempio: oggi le scuole statali pagano la tassa sui rifiuti in base al numero di studenti; quelle paritarie in base ai metri quadrati della scuola. Ne risultano tasse sproporzionate. Le sembra normale? Per questo aderiamo incondizionatamente alla proposta che Tempi ha lanciato, perché oggi, a conti fatti, ci sono due trattamenti diversi per uno stesso servizio pubblico».

CONFERMA DELL’ESENZIONE. Per settembre, dunque, si attende una conferma definitiva e certa dell’esenzione dall’Imu per le scuole paritarie e dell’applicazione della normativa Monti relativa alla vecchia Ici. E soprattutto la possibilità di affrontare in modo completo l’intero aspetto fiscale relativo alle scuole paritarie e le eventuali attività commerciali legate agli istituti scolastici.

@daniguarne

Foto scuola da Shutterstock

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1 commento

  1. Luca P.

    Il bastone e la carota.
    Questo è il gioco che lo Stato fa con le Scuole Paritarie (che non sono solo “confessionali” !).
    Concede le briciole della detrazione da 70€ ma tassa le scuole come ogni altra attività commerciale.
    Ora fa un piccolo passo indietro sull’IMU ma riduce di anno in anno le sovvenzioni a queste scuole che fanno parte, assieme a quelle statali, dell’insieme delle SCUOLE PUBBLICHE (legge n° 62 – 10.03.2000).
    Ecco dimostrato come lo Stato applica il gioco del bastone (tasse, burocrazia, obblighi …) e della carota (ovvero il solo profumo, le briciole, di una compensazione che non vedremo mai) al mulo delle scuole paritarie, mulo senza il quale lo Stato non sarebbe in grado di assolvere al compito educativo di centinaia di migliaia di cittadini.
    La sottomissione a questo infino gioco viene accettata dalle scuole primarie esattamente come le donne di “Assassinio nella cattedrale” di Eliot … “Vi fu contro di noi meschina ingiustizia. Però, nel vivere, siamo andate avanti: vivendo, e in parte vivendo”.

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