Il modello cinese spiegato a Walter Ricciardi (che vuole copiarlo)

Di Leone Grotti
22 Gennaio 2022
L'esperto ha detto che per uscire dalla pandemia bisogna «copiare la Cina» ma non sa di cosa parla. La strategia «zero Covid» è fallimentare e spaventosa
Walter Ricciardi

Walter Ricciardi

Fermi tutti. Walter Ricciardi conosce un metodo per «uscire dalla pandemia in otto giorni». Ce l’avesse detto prima, il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, ci saremmo risparmiati due anni d’inferno. Avesse parlato prima, l’eminente ordinario di Igiene pubblica alla Cattolica di Roma, gli avremmo dato subito il Nobel, l’avremmo eletto presidente della Repubblica, gli avremmo fatto fare una story con i Ferragnez. Ma la geniale trovata, il nostro, l’ha conservata in serbo nel suo cuore per due anni, per rivelarla soltanto nell’imminenza dell’uscita del suo libro Pandemonio (a proposito, complimenti per l’originalità del titolo).

Ricciardi vuole copiare la Cina

Invece di convocare una conferenza stampa da trasmettere a reti unificate in tutto il mondo, Ricciardi, che nonostante sia in televisione un giorno sì e l’altro pure resta umile, si è contentato di esporla a Coffee Break su La7. Ma la trovata era così geniale che si è giustamente sentito in dovere di ribadirla ieri in un’intervista a Repubblica. E qual è questo metodo rivoluzionario, l’elisir di lunga vita che tutti agognano, il sacro graal inseguito dai virologi quasi fossero novelli Indiana Jones? Accattatevillo: «Bisogna fare come la Cina, tamponare 60 milioni di italiani e isolare gli infetti».

Tralasciando per un attimo tutti i miliardi di evidenti motivi per cui questa operazione è impossibile e per cui non sarebbe affatto risolutiva, vale la pena soffermarsi sulla parte iniziale dell’oracolo: «Bisogna fare come la Cina». Se Ricciardi pensa davvero che la Cina sia un modello nel contrasto della pandemia o si è perso qualcosa negli ultimi due anni o si è abbeverato troppo alla fonte del Quotidiano del popolo.

Se c’è la pandemia è colpa del regime

L’esperto ha forse dimenticato non tanto che la pandemia ha avuto origine a Wuhan, ma che se la Cina non fosse governata da una dittatura forse non si sarebbe mai diffusa in tutto il mondo. Se infatti, per paura di fare brutta figura, il Partito comunista cinese non avesse minacciato con licenziamento e carcere i medici che avevano rintracciato e scoperto il virus, e permesso così al Covid-19 di circolare liberamente per un mese intero, pur conoscendone già la pericolosità, forse oggi non ci troveremmo in questo Pandemonio (ancora complimenti). E se non avesse arrestato e fatto sparire i giornalisti (una dei quali sta morendo in carcere, se a Ricciardi interessa) che hanno tentato di informare il mondo di quanto accadeva a Wuhan, forse avremmo potuto attrezzarci meglio nelle prime fasi della pandemia ed evitare decine di migliaia di morti.

Ma questo è il passato, pensa probabilmente Ricciardi, perché rivangarlo? La strategia “zero Covid” della Cina funziona, assevera sicuramente il nostro, ergo va copiata. Posto che il suo sbandierato successo potrebbe riposare solamente su una colossale falsificazione dei dati reali dei contagi e delle vittime, come ipotizzato dallo studioso George Calhoun applicando al Dragone un modello matematico sviluppato dall’Economist, ci sono alcuni piccoli “effetti avversi” della strategia cinese.

Quarantene infinite e popolazione schedata

Pur di eradicare il virus, posto che questo sia possibile, Pechino sta letteralmente rendendo la vita un inferno a 1,4 miliardi di cinesi adottando misure tanto draconiane quanto prive di ragionevolezza. A Shenyang, capitale della provincia nordorientale di Liaoning, otto milioni di abitanti, dove non si registrano nuovi casi di Covid-19 da mesi, è stata introdotta la quarantena preventiva più lunga del mondo: per entrare in città, prima di poter uscire per strada, bisogna isolarsi per 56 giorni e fare almeno 10 tamponi nel frattempo. In altre regioni la durata della quarantena è inferiore, ma non scende mai sotto i 21 giorni.

Per impedire che un qualunque soggetto “nasconda” la propria positività, le farmacie devono schedare tutti coloro che acquistano farmaci antinfluenzali e trasmettere i dati al governo. Se una persona viene trovata positiva, deve rivelare dove si è recato nei precedenti 14 giorni, ora per ora, e tutti i suoi dati e i suoi spostamenti sono resi pubblici. È una piccola violazione della privacy, certo, ma siamo sicuri che a Ricciardi non spiacerebbe.

Il terrore di risultare positivi al Covid-19

I lockdown vengono imposti a ripetizione, senza preavviso e anche in assenza di una reale emergenza. Nell’ultimo anno gli abitanti di Ruili, al confine con il Myanmar, così come quelli di tante altre città, hanno passato quasi tre mesi chiusi in casa. Ogni volta che viene scoperto un singolo caso, parte il lockdown e il tamponamento di massa. Un uomo ha testimoniato online di aver fatto 90 tamponi in sette mesi. Un padre ha denunciato che al figlio di un anno di età sono stati fatti 74 tamponi. In 12 mesi 200 mila persone sono scappate, non riuscendo più a vivere, e per impedirlo il governo ha imposto 21 giorni di quarantena per chi vuole lasciare la città.

La gente è così terrorizzata all’idea di risultare positiva, sapendo quello che potrebbe accadere, che cerca di evitare i test e la città di Harbin è arrivata a offrire 10 mila yuan, circa 1.500 euro, a tutti coloro che si fanno tamponi e risultano positivi.

Lockdown «disumani» a ripetizione

I 13 milioni di abitanti di Xi’an, che solo ora stanno lentamente tornando alla vita, hanno subito un mese di lockdown totale, a partire dal 23 dicembre, senza neanche la possibilità di uscire di casa per comprare da mangiare, dopo che sono stati scoperti 1.600 casi (quando in Italia erano 180 mila). Il confinamento, definito «disumano» perfino da un membro del Partito comunista (che Ricciardi lo perdoni per tanta impudenza), ha spinto i cittadini a riversarsi online per riempire di critiche le autorità per la mancata distribuzione di cibo in molti quartieri. Gli abitanti sono stati costretti a ricorrere al baratto per non morire di fame. Per non fare una figuraccia, il governo ha vietato di criticare online il lockdown e decine di persone che l’hanno violato sono finite in carcere.

Una donna, incinta all’ottavo mese in preda ai dolori, è stata lasciata fuori dall’ospedale perché il tampone effettuato due giorni prima le era appena scaduto. Seduta al gelo per strada fuori dalle porte dell’ospedale su uno sgabello di plastica, con una pozza di sangue sotto, ha perso il bambino. Una seconda donna incinta ha abortito per lo stesso motivo mentre il padre di una giovane è morto perché tutti gli ospedali visitati in otto ore hanno rifiutato di ricoverare l’uomo in preda a dolori al petto perché non riguardavano il Covid.

La storia ricorda tragicamente quella di Yan Xiaowen, che nelle prime fasi della pandemia fu trascinato in un centro per la quarantena e costretto a lasciare a casa da solo il figlio di 17 anni affetto da paralisi cerebrale. Il Partito comunista locale della città di Yanjia avrebbe dovuto prendersi cura di lui, lo aveva promesso, ma era in altre faccende affaccendato e l’ha lasciato morire di fame.

La Cina non ha sconfitto il virus

Tralasciamo la gente che in molti villaggi è stata letteralmente murata in casa dalle autorità per timore che non rispettasse la quarantena, il modello cinese è ottimo anche per quanto riguarda la scuola. Ad Anyang, dove 5,5 milioni di persone sono attualmente in lockdown, i 4.040 studenti della scuola Yucai sono stati messi in quarantena in tre diversi centri lontani dalle famiglie dopo che sono stati scoperti nella scuola nove casi di Covid. Un video del trasferimento dei piccoli, ancora con le cartelle sulle spalle, spiega meglio di mille parole la follia del provvedimento. A quei bambini forse mancano i genitori, ma per bloccare la pandemia questo e altro.

È questo il modello che piace a Ricciardi? È questo che l’eminente esperto desidera per l’Italia? Questo susseguirsi di lockdown, tamponi e controllo ossessivo e onnipervasivo della popolazione non spaventa forse più della pandemia? Infine un nota bene: nonostante tutto questo Pandemonio (ancora complimenti) la Cina non ha sconfitto il virus.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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