Cina. «Il regime fa morire in carcere Zhang Zhan»

Di Leone Grotti
19 Novembre 2021
L'ex avvocato della giornalista che raccontò la verità su Wuhan e il Covid: «Le autorità vogliono mandare un avvertimento a tutti. Chi non si piega alla propaganda, farà la sua stessa fine»
Zhang Zhan, la giornalista in carcere in Cina che rischia di morire per aver raccontato Wuhan e il Covid-19

Zhang Zhan, la giornalista in carcere in Cina che rischia di morire per aver raccontato Wuhan e il Covid-19

Il regime comunista in Cina sta facendo morire in carcere Zhang Zhan per lanciare un avvertimento a tutta la popolazione: «Tutto ciò che non è allineato alla propaganda non può essere detto. E chi lo fa in pubblico – è il messaggio – farà la stessa fine di Zhang Zhan». Lo ha dichiarato Ren Quanniu, ex avvocato della giornalista di 38 anni, condannata un anno fa a quattro anni di carcere per aver raccontato nelle prime fasi della pandemia che cosa stava avvenendo a Wuhan.

I 122 video di Zhang Zhan

Zhang Zhan, avvocato di professione, dopo essersi recata a Wuhan in seguito allo scoppio della pandemia e all’inizio del lockdown, pubblicò 122 video che infastidirono il Partito comunista cinese. Arrestata il 15 maggio 2020, è stata detenuta senza processo in un carcere di Shanghai e torturata in cella. In seguito all’inizio di uno sciopero della fame a settembre, è stata incatenata mani e piedi, legata al letto per 24 giorni e costretta a nutrirsi con un sondino. La condanna definitiva è arrivata il 28 dicembre 2020 per aver diffuso «false informazioni» e per aver «turbato la stabilità sociale e creato problemi di ordine pubblico».

Durante gli 11 mesi di carcere, Zhang ha continuato il suo sciopero per la fame chiedendo di essere rilasciata in quanto innocente. A fine ottobre il fratello Zhang Ju ha scritto su Twitter che la sorella, alta 1.77 metri, pesa ormai meno di 40 chili. «È così testarda. Rischia di non vivere a lungo. Se non resisterà al prossimo inverno, desidero che il mondo ricordi la sua immagine», aggiunse pubblicando una sua foto da giovane.

La «vendetta» del regime

Parlando a Voice of America, il fratello ha aggiunto che la salute di Zhang ha subito in prigione un «danno irreversibile» e che, secondo i medici, «potrebbe morire» presto. La madre della giornalista, Shao Wenxia, ha accusato le autorità comuniste della Cina di voler uccidere la figlia.

Quando le testimonianze dei familiari sono diventate pubbliche, oltre 160 avvocati e attivisti per i diritti umani cinesi hanno deciso di pubblicare una lettera aperta al governo di Shanghai, per chiedere che Zhang venga liberata immediatamente. Secondo l’ex avvocato della donna, Ren, la cui licenza è stata revocata dal governo per averla difesa, il Partito comunista vuole «vendicarsi» di Zhang e «lanciare un avvertimento» a chiunque nel paese. «Per il governo tutto ciò che riguarda il virus è sensibile, compresi la sua origine e la situazione della città di Wuhan», spiega al Guardian.

«Lei ha aiutato Wuhan»

Nella lettera aperta per il rilascio di Zhang si legge:

«Quando molte persone fuggirono da Wuhan terrorizzate, Zhang fece da sola il percorso inverso. Questo tipo di coraggio è raro. Questo è uno di quei comportamenti che un governo moderno dovrebbe incoraggiare. Non solo contribuisce ad aiutare nel disastro, ma crea un’atmosfera di mutua assistenza e amicizia. È ingiusto utilizzare mezzi criminali per punire le azioni di Zhang Zhan, che non erano soltanto innocue ma addirittura utili».

@LeoneGrotti

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