Altro che vietare il presepe, in Francia sono già oltre: «Bambini, intonate inni e canti alla laicità»

Di Leone Grotti
02 Dicembre 2015
La laicité ormai è a tutti gli effetti una religione di Stato. Così nelle scuole, il 9 dicembre, bisogna «celebrarla in modo solenne». Con tanto di alberello

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In Francia vige il più rigido laicismo ed è ovviamente vietato cantare a scuola per Natale motivi tradizionali come Il est né le divin enfant o Douce Nuit, sainte nuit. Però, è consigliato «intonare inni, fare canti e opere musicali» ispirati alla «laicità». Il 9 dicembre, infatti, sarà il 110mo anniversario della legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato e bisogna «celebrarlo in modo solenne».

GIORNATA DELLA LAICITÀ. Il rettore dell’accademia di Nancy-Metz ha scritto a tutte le scuole sotto la sua giurisdizione: «Il capo dello Stato ha suggerito all’indomani degli avvenimenti di gennaio che la giornata della laicità, fissata nella data dell’anniversario del voto della legge di separazione tra Chiesa e Stato, sia celebrata con solennità nelle scuole e in tutti gli stabilimenti. La terribile tragedia del 13 novembre non può che rafforzare oggi questa volontà di mobilitarci intorno ai valori della République».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]CARTA DELLA LAICITÀ. Il rettore Gilles Pécout, nominato nel 2014 da François Hollande, scrive che i presidi possono mettere in campo «diverse iniziative» ma «in ogni caso la carta della laicità deve essere al centro di tutti gli avvenimenti». A scanso di equivoci, fornisce qualche consiglio favorendo «lavori di esplorazione lessicale, di produzione letteraria o poetica» a partire proprio dalla Carta.

TESTI CHE CONTANO. Vivamente consigliata anche la «lettura comparata» di testi fondamentali come «la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, la legge del 1882 sulla laicità a scuola, la legge del 9 dicembre 1905, le Costituzioni del 1946 e 1958, la convenzione per i diritti del bambino e la legge del 2004 sui simboli manifesti», quella che per intenderci vieta di appendere un crocifisso in classe o ad alunni e insegnanti di portarlo al collo in modo visibile.

«INNI ALLA LAICITÀ». Le religioni ovviamente non si devono bandire, si possono anche usare in modo strumentale «facendo una lettura comparata di testi sacri di religioni diverse che veicolino lo stesso messaggio di fraternità e pace». Segno che in Francia la laicità è ormai la vera e propria religione dello Stato, il rettore consiglia alle scuole di comporre «canti e inni» alla laicità, di rappresentarla con «esposizioni e quadri» e di festeggiarla «piantando l’albero della laicità o lanciando dei palloncini».

@LeoneGrotti

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19 commenti

  1. SUSANNA ROLLI

    Grazie, Luca Dragonetti.

  2. leo aletti

    Sanno cantare la Marsigliese, meglio noi vogliam Dio.

  3. Diego

    Propongo di organizzare per il prossimo 9 dicembre delle manifestazioni di canti natalizi sotto l’ambasciata e i consolati della Francia.

  4. Lucia

    E quando cambieranno i nomi del calendario?

    1. Filippo81

      Al posto del Presepe e dell’Albero introdurranno la piramide massonica !

  5. Filippo81

    Quando cantano gli inni “alla laicità” si mettono davanti a un ritratto di Marat o di Danton ?In mancanza di immagini di quest’ultimi possono sempre ripiegare su foto di sarkozy o hollande ! ah ah ah

  6. angelo

    Una ragione in più per non mandare più i figli nelle scuole di Stato, che sono scuole di regime, e sempre lo saranno.

    1. SUSANNA ROLLI

      A volte ti tocca, nei paesini, poi, è già quasi difficile trovare una scuola!

  7. Sebastiano

    Redazio’, però con ‘sta moderazione a volte siete esagerati…e che mai ho scritto di offensivo?

  8. Sebastiano

    I soliti ridicoli, abbuffati di grandeur anche nella buffonaggine.
    Manco si rendono conto che i loro stessi proclami di Liberté, Egalité e Fraternité sono scopiazzati – e alla grande – dalla tradizione cristiana.
    E pretendono pure di dare lezioni al mondo intero, mentre il piedistallo che si sono inventati gli sta franando sotto i piedi.
    La questione dei simboli (una vera e propria idiosincrasia) li colloca perfettamente nella loro visione shariaticamente ateistica.
    Altro che liberté. E’ solo vigliaccheria di basso conio.

    1. AlessandroT

      La Francia, Sebastiano, come il Regno Unito vive delle glorie del passato, nel mito dell’impero, del dominio su etnie diversissime sparse in Africa e Asia. Ogni Impero è per sua natura tendente al multi-culturalismo e alla tolleranza religiosa anche se spesso la cultura e religione del popolo conquistatore domina formalmente: la Francia imperiale ha trovato il proprio collante nei principi e nella cultura illuministico-rivoluzionaria tra cui la laicità dello Stato è infatti la tanto celebrata legge risale al periodo di massima fioritura della Francia imperiale (1905).
      Ma ora che questo impero non c’è più la Francia si trova di fronte a un bivio doloroso: divenire uno stato-nazione come gli altri, con la propria identità storica, culturale e religiosa (ricostituendo grosso modo lo stato-nazione del ‘400, di Giovanna D’Arco per intenderci) oppure non accontentarsi di ridursi a essere una nazione potente ma come le altre e mantenere un “respiro universale”, un senso di missione nel mondo (ispirandosi alla Francia rivoluzionaria post 1789 e soprattutto all’Impero Francese di Napoleone I e III).
      Forze diverse spingono per una o l’altra soluzione e al momento non è chiaro quale prevarrà: persino il Fronte Nazionale, teoricamente partito identitario, a volte sembra farsi interprete del più rigido laicismo! È comprensibile che la grandeur infiammi l’animo dei francesi ma più che grandeur in Francia vedo banlieu.
      Il dibattito sull’anima profonda e le radici antiche della Francia non può evitare il battesimo di Clodoveo, Carlo Magno, o Giovanna d’Arco. Per non parlare di Carlo il Martello e la sua sconfitta dei mori a Poitiers o Roncisvalle! Ma i francesi si approprieranno veramente di questi miti fondativi solo se supereranno l’idea di essere investiti di una missione illuminista e di dover in nome di questa missione universalistica essere uno stato rivoluzionario, non lo stato dei francesi ma uno stato militante, neutro proprio perché universale.

  9. AlessandroT

    Ma allora perché chiamare i giorni della settimana con i nomi di divinità romane e la domenica addirittura “giorno del signore”? Perché festeggiare il Natale (=nascita e sappiamo bene di Chi)? Perché continuare a usare nomi cristiani? Perché vivere in paesi che si chiamano “Saint” “Église” “Marie”?
    La Francia non riuscirà mai a fuggire da se stessa e dalle proprie origini a meno che la popolazione musulmana superi gli autoctoni cristiani. Allora e soltanto allora l’identità francese si “emanciperà” dalla sua radice cristiana.

    1. Quali autoctoni cristiani, quando ormai sono una minoranza spaurita che ormai neanche ha la forza di provare a protestare per queste porcate diaboliche? Tra l’altro, la Francia sta già cercando di abolire i nomi dei posti che rimando a santi o a chiese; rendetevi conto di quanto sono caduti in basso…

  10. saint-juste

    Grande !! Non vedo l’ora di celebrarla. Con sant’ambrogio il 7, immacolata l’8, sai che pontee ?!

  11. powerfons

    Poi si chiedono come mai cresce il fondamentalismo! Non vorrei sembrare razzista ma in Francia su questa cosa hanno una tara mentale, in passato provarono a cambiare i nomi dei mesi e dei giorni della settimana. Ma una bella pernacchia alla fine del canto della laicità non gliela fa nessuno??? La risposta più bella sarebbe che tutti gli studenti credenti (cristiani, musulmani, ebrei,etc) si prendessero per mano e stessero muti durante queste buffonate, consegnassero fogli bianchi e poesie vuote, come vuoto è l’ideale loro proposto dalla scuola.

  12. Livio

    Mi ricorda tanto la pallina di neve che parte su dal cucuzzolo della montagna..

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