Mentre nella vicina Bologna si progetta di togliere tutti i fondi alle scuole paritarie dell’infanzia – per deviarli in toto verso le scuole statali – nella vicina Forlì si ragiona in modo diverso. «È da anni che chiediamo che il Comune sostenga le scuole paritarie per ragioni prettamente economiche – dichiara Alessandro Rondoni, capogruppo del Pdl in Consiglio comunale – Perché risparmia: per lo Stato sarebbe insostenibile occuparsi direttamente dei bambini delle scuole private e paritarie». Insieme ai gestori delle scuole private paritarie e alla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì, il Comune si è impegnato a ridefinire una convenzione di durata quadriennale con gli asili privati e paritari. «In sede di commissione si è lavorato insieme all’assessore all’Istruzione Gabriella Tronconi in un confronto votato all’interesse comune dei genitori».
DISPARITÀ MINIMA. «Finalmente qualche piccolo segnale è arrivato – spiega Rondoni a tempi.it – Le risorse sono comunque modeste, e persiste ancora una disparità evidente tra chi usufruisce di una scuola paritaria e chi una pubblica» ma i passi in avanti sono notevoli. Usufruiscono dei 13 istituti parificati circa mille bambini (su una popolazione scolastica complessiva di circa 3 mila). Alle loro famiglie è stato offerto un sostegno pari a 700 euro annui. La retta diventa uguale a quella della scuola comunale per le famiglie cui l’Isee non supera i 21 mila euro, ed è stato inserito un incremento del 15 per cento del rimborso per la spesa di personale addetto al sostegno.