Nella Bibbia islam-friendly made in Usa, Gesù è il “rappresentante di Dio”

Di Leone Grotti
13 Maggio 2012
Il "Padre" diventa "Allah". Il Vangelo diffuso in Turchia da associazioni americane è «fuorviante». Nella foga di essere islam-friendly, «minano la teologia cristiana». Le chiese locali protestano.

Proprio mentre il governo turco sta per fare un passo storico nei confronti delle minoranze religiose, e soprattutto verso la Chiesa cattolica, riconoscendo per legge il suo status giuridico, molte denominazioni cristiane turche hanno protestato a gran voce contro la distribuzione della Bibbia. Anzi, di “una” Bibbia. Quella diffusa, ma non autorizzata, da tre enti cristiani americani (“Wycliffe Bible Translators”, “Summer Institute of Linguistics”-SIL e “Frontiers”) che hanno deciso di modificare leggermente il testo per renderlo più islam-friendly, più vicino alla religione musulmana.

La notizia diffusa dall’Agenzia Fides – che ha ricevuto la lettera di protesta della “Alleanza delle Chiese protestanti” della Turchia, parte della “Alleanza Evangelica Mondiale” – parla di «traduzione fuorviante» del Vangelo di Matteo, pubblicato alla fine del 2011. Il testo è denso di errori in «parole molto importanti e fondamentali del Nuovo Testamento», che rendono la traduzione «sbagliata ed estremamente negativa». Il Vangelo così diffuso è per le chiese cristiane «inaccettabile e inutilizzabile».

La lettera passa poi agli esempi: il “Padre” diventa semplicemente “Dio” e il “Figlio di Dio” si trasforma in “rappresentante di Dio”. Il versetto di Mt 28,19 che dice “battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” è divenuto, ad esempio, “purificandole con l’acqua, nel nome di Allah, del suo Messia e del suo Santo Spirito”. Le chiese cristiane avevano segnalato questi “errori” ben prima della pubblicazione e avevano chiesto di cambiare la traduzione dei punti che «minano la teologia cristiana». Ma non sono stati ascoltati.

«Vogliamo che la Sacra Scrittura sia letta e compresa da tutti i settori della società» senza che la «teologia cristiana» sia stravolta, conclude la lettera. I cristiani sono meno dello 0.1 per cento in Turchia, su una popolazione di 72 milioni di abitanti, ma tra le chiese locali nessuno pensa che per accrescere la percentuale si possa confondere il Figlio di Dio con un suo rappresentante.

@LeoneGrotti

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