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Nemmeno la prospettiva dell’apocalisse può placare l’odio dell’Iran verso Israele

Di Rodolfo Casadei
04 Aprile 2024
L’attacco al consolato di Teheran a Damasco è parte di una lunga guerra segreta che per il regime degli ayatollah finirà solo con la cancellazione dello Stato ebraico. Perché così impone il loro credo messianico
Bandiere di Israele e degli Stati Uniti bruciate in piazza a Teheran per protesta dopo l’attacco aereo israeliano al consolato iraniano a Damasco, 1 aprile 2024
Bandiere di Israele e degli Stati Uniti bruciate in piazza a Teheran per protesta dopo l’attacco aereo israeliano al consolato iraniano a Damasco, 1 aprile 2024 (foto Ansa)

Il recente attacco al consolato iraniano a Damasco che ha causato la morte di due comandanti del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica (Cgri) e di altri cinque miliziani, attribuito a forze israeliane, è solo l’ultimo episodio della guerra segreta fra Iran e Israele che va avanti almeno dal 2005, data dell’elezione del “falco” Mahmoud Ahmadinejad a presidente della Repubblica islamica.

Normalmente nessuno dei due Stati rivendica l’attacco condotto contro l’altro, ma mentre quelli iraniani vengono compiuti quasi sempre attraverso forze straniere (libanesi, palestinesi, irachene, siriane) che agiscono per procura, assistite da vicino o da lontano da personale specializzato del Cgri, Israele interviene direttamente con le sue forze armate (senza però rivendicare). L’attacco a una sede diplomatica non è una novità: nel 2012 le ambasciate israeliane in Georgia e in India furono attaccate con autobombe (solo nel secondo caso ci fu esplosione) da sospetti elementi riconducibili al...

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