La feroce persecuzione politica di Xu Zhiyong in Cina

Di Leone Grotti
26 Giugno 2022
Il famoso avvocato è stato processato in segreto. È accusato di «sovversione del potere statale» per aver parlato durante una cena del rispetto della Costituzione in Cina. «Non è rimasto neanche un briciolo di umanità a questo Stato totalitario?»
Protesta a Hong Kong a favore del rilascio di Xu Zhiyong, attivista per i diritti umani a processo in Cina

I giudici del tribunale di Linshu, nella città di Linyi (Shandong), non hanno ancora emesso il loro verdetto nel processo a carico dell’avvocato Xu Zhiyong in Cina. L’attivista per i diritti umani, uno dei più “pericolosi” per il regime comunista, è perseguitato da anni ed è stato torturato per aver organizzato una cena tra amici durante la quale hanno discusso di come applicare veramente la Costituzione nel paese. L’udienza si è tenuta mercoledì a porte chiuse, in gran segreto, e all’avvocato di Xu, Zhang Lei, è stato proibito di parlare del caso.

Il regime in Cina perseguita Xu Zhiyong

Xu è formalmente accusato di «sovversione del potere statale», il reato “politico” più grave in Cina. L’avvocato è stato arrestato il 15 febbraio 2020 e da allora non è più stato liberato. Prima di essere detenuto, nel dicembre 2019, Xu aveva scritto una lettera aperta per chiedere le dimissioni di Xi Jinping.

La polizia ha deciso di arrestare Xu in seguito all’organizzazione da parte dell’attivista di una cena privata nel dicembre 2019 con altri avvocati e attivisti. Durante l’incontro a Xiamen, nella provincia di Fujian, sono stati discussi temi sensibili per il regime comunista come la «transizione democratica della Cina» e l’applicazione della Costituzione per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani.

«Sono stato torturato»

Xu era già un osservato speciale del regime da anni. Fondatore del gruppo Movimento dei nuovi cittadini, aveva invocato la transizione pacifica del paese verso una forma di governo rispettosa della Costituzione. Già nel 2014 era stato condannato a quattro anni di carcere per aver chiesto pubblicamente, esponendo anche dei cartelli, che gli alti papaveri del Partito comunista rivelassero i loro conti in banca.

Dal giorno dell’ultimo arresto, nel febbraio 2020, gli avvocati di Xu hanno potuto comunicare con il loro assistito soltanto due volte, a gennaio e a febbraio del 2021. Durante le due videochiamate, Xu ha dichiarato di essere stato torturato ripetutamente.

«Non c’è più umanità in Cina?»

Anche se il processo si è svolto a porte chiuse, la sorella di Xu, Zhiyu, ha cercato di stare fisicamente vicina al fratello recandosi nella città di Linyi. Ma come dichiarato dalla moglie di un secondo attivista detenuto insieme a Xu, Luo Shengchun, attualmente residente negli Stati Uniti, la polizia ha fatto irruzione di notte nell’hotel dove la donna aveva prenotato una stanza per dormire, obbligandola ad andarsene dalla città.

«Non solo Zhiyu non ha potuto assistere al processo, ma non le hanno neanche permesso di rimanere nell’area. Non è rimasto neanche un briciolo di umanità in questo stato totalitario guidato dal Partito comunista cinese?», ha scritto Luo su Twitter. «Tutti i testimoni a favore di Zhiyong sono stati posti agli arresti domiciliari. Per impedire che i media parlassero del caso hanno svolto il processo in segreto, obbligando gli avvocati a firmare una clausola di riservatezza».

Continua Luo: «Hanno falsificato le prove contro di lui, l’hanno torturato per estorcergli una confessione, hanno mentito e io continuerò a gridare queste cose davanti al resto del mondo».

Persecuzione politica in Cina

Anche l’associazione Chinese Human Right Defenders ha invocato la liberazione di Xu, la cui unica colpa è «di aver espresso pubblicamente le proprie idee in modo pacifico». Arrestare un uomo solo per aver parlato con i propri amici, a una cena, su come far rispettare la Costituzione in Cina è un’azione che può essere definita in un solo modo: «Persecuzione politica».

@LeoneGrotti

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