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Quando Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, si presentò davanti al Congresso americano a marzo per fugare i dubbi di chi considera il social media un cavallo di Troia del Partito comunista cinese, disse: «Voglio essere chiaro su questo. Noi non promuoviamo né rimuoviamo contenuti per conto del governo di Pechino». Sarà anche così, ma il 2 maggio la piattaforma ha sospeso l'account dell'Acton Institute, che il 18 aprile ha lanciato un bellissimo film su Jimmy Lai (The Hong Konger), il magnate dell'editoria in carcere a Hong Kong da 29 mesi per aver invocato libertà e democrazia per l'ex colonia britannica.
«Il nostro film è una minaccia per il regime in Cina»
La notizia ha fatto scalpore e dopo la denuncia del Wall Street Journal TikTok ha ripristinato l'account dell'Acton Institute, scusandosi per «l'errore». Due spezzoni del film, che descrivono le proteste del 2019 della popolazione di Hong Kong, sono però tuttora inaccessibili per «violazione delle linee guid...
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