Il no profit di sinistra si sveglia e protesta perché deve pagare l’Imu. E l’Avvenire si toglie qualche sassolino

Di Redazione
04 Febbraio 2013
«Da Repubblica al Manifesto, dal Fatto e, prima dell’attuale direzione, anche a l’Unità hanno continuato imperterriti a dare spazio, ragione e titoli alle false tesi di coloro che mentivano sapendo di mentire»

Nell’ultimo numero del settimanale Tempi vi abbiamo raccontato la vera storia dell’Imu al No profit. Un articolo dettagliato che mostrava come l’assurda “tassa sulle opere di bene” fosse passata in Europa col consenso di Pd e Udc, osteggiata solo da un manipolo di parlamentari del Pdl.
Solo qualche giorno dopo, i circoli Arci di Firenze hanno inscenato una clamorosa protesta, riconsegnando le chiavi dei loro locali al prefetto di Firenze. Perfetto, giusto e sacrosanto. La domanda è: ma dove erano stati finora? E cosa hanno scritto e detto in tutti questi mesi i media di sinistra, mentre in solitaria pochi giornali (per lo più cattolici) si sgolavano per far capire a tutti che la difesa del No profit non era una questione “cattolica” (come la davano ad intendere), ma che riguardava tutto lo straordinario tessuto sociale italiano? Ecco, dove’erano?

L’ALTRO NO PROFIT. Domenica 3 febbraio su Avvenire anche il direttore Marco Tarquinio si è tolto qualche sassolino firmano un editoriale dall’eloquente titolo “Meglio tardi che mai”.
Ha scritto Tarquinio: «L’altro “non pro­fit” s’è sveglia­to, definitivamente». «Una lunga e ostile battaglia politico-mediatica – proseguiva il direttore – portata appunto sino in Europa,a Bruxelles, al grido di “mor­te ai privilegi della Chiesa cattolica” ha costretto l’I­talia a rivedere le proprie norme in materia di “non profit” tassando una buona parte delle attività di que­sto tipo svolte anche con “modalità commerciali” (…) e perciò accusa­te di essere attività comunque “commerciali”. Sono le norme varate dal governo Monti dopo un lungo negoziato con la Commissione europea».
«Ora anche l’altro “non profit”, a cominciare da quello fiorentino e “di sinistra”, ha deciso di farsi sentire sonoramente contro la tassazione pesante e “ingiusta” sui luoghi dove svolge le proprie attività. Fa bene a farlo, anche se un po’ in ritardo».

BATTAGLIA IDEOLOGICA. Ma, appunto, la questione è che per mesi la battaglia contro l’Imu al No profit è stata bollata dai media di sinistra come un tentativo maldestro della Chiesa e dei cattolici di difendere loro medioevali privilegi. Scrive Tarquinio: «Perché l’obiettivo – ideologico – di qualcuno era e resta quello di mortificare e tassare la solidarietà. I radicali e tanti, troppi, giornali – soprattutto quelli “di sinistra”: da Repubblica al Manifesto, dal Fatto e, prima dell’attuale direzione, anche a l’Unità – hanno continuato imperterriti a dare spazio, ragione e titoli alle false tesi di coloro che (…) mentivano sapendo di mentire. Costoro, assieme ai radicali, cioè agli iper-liberisti portabandiera di una battaglia profondamente anti-solidarista, hanno contribuito a creare il caso europeo che ha portato alla “bastonatura” di tutto il “non profit” italiano. Non è mai troppo tardi per rendersene conto. E per lavorare per cambiare le regole europee e italiane. Abbiamo tanto da dare all’Europa, non solo ottuso anticlericalismo di stampo ottocentesco e autolesionistiche campagne contro l’altra economia e l’altro welfare».

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2 commenti

  1. giuliano

    fate male a rallegrarvi perchè contribuite al recupero di tutto quel mondo infame di sinistra che ha avvelenato la vita di tutti e sopratutto dei cattolici.

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