Oltre 26mila operatori, seicento espositori, 25mila metri quadrati di superficie… Presidente Antonio Intiglietta, Expo dei Sapori (vedi box) annuncia cifre importanti anche per la sua terza edizione, eppure lo spazio espositivo è diminuito rispetto all’anno scorso. Come mai?
È stata operata una svolta rispetto alle edizioni precedenti del Salone dell’enogastronomia e dei prodotti tipici: quest’anno l’Expo sarà la fiera dei produttori, e non dei commercianti, ecco perché è stato snellito. In fiera esporranno esclusivamente i produttori, in particolare i produttori di qualità. Mentre i destinatari dell’iniziativa, i visitatori, saranno in prima istanza gli operatori della catena di valorizzazione del prodotto, e cioè i giornalisti, gli esperti, i promotori gastronomici, la piccola, la media e la grande distribuzione. Ma la fiera si rivolge anche al mondo dei bar e dei locali di tendenza, ai ristoratori, a tutti i soggetti che possono contribuire a diffondere tra i consumatori la conoscenza dei prodotti di qualità.
Dunque il consumatore non conosce i prodotti di qualità?
Esatto, non li conosce. Anzi, direi che restituire al consumatore la capacità di degustare, riconoscere e gustare la qualità della gastronomia italiana è uno degli obiettivi principali dell’Expo dei Sapori. Ecco perché la fiera per due giorni aprirà al pubblico non solo l’accesso ai padiglioni, ma anche la partecipazione ai diversi master dei sapori gestiti da esperti italiani ed europei. Quella dell’educazione al gusto è una strada da battere per salvare il comparto enogastronomico italiano. Ma ovviamente non è l’unica. Innanzitutto occorre che il mercato impari a fare il mercato e contribuisca a fare uscire le micro e piccole imprese di cui è costituito il settore agroalimentare italiano dal rischio di trasformarsi in un sistema di riserve indiane, dove i produttori di qualità si ritroveranno dover vendere gadget ai turisti.
Cioè Expo dei Sapori vuole capovolgere l’idea diffusa secondo la quale l’“anomalia italiana”, la pmi, per sopravvivere, deve puntare a diventare grande industria?
Ovviamente è una scommessa tutta da verificare, ma in effetti, con molta umiltà e realismo, il nostro tentativo è creare un evento di mercato, non di spettacolo, non d’immagine, ma di mercato, che appunto aiuti il mercato a fare il mercato. Perché la fragilità della micro e piccola impresa enogastronimica e agroalimentare italiana è nell’immaturità del mercato. O il mercato riesce a dilatare la cultura di tanti territori del nostro paese oltre i suoi confini tradizionali, oppure intere aree perderanno la propria vocazione specifica, la propria identità, abbandonando potenzialità e ricchezze inestimabili in favore della produzione industriale, “omologata”. Sia ben chiaro, nessuno qui è contrario allo sviluppo della grande industria. Purtroppo, però, è inutile che ci illudiamo: nel settore agroalimentare l’economia italiana non vince grazie alla grande impresa… e qui mi fermo per amor di patria e per pietà. La riscossa dell’attività produttiva deve invece passare da una rete di mercato nuova, come quella che si è creata per il vino dopo lo scandalo del metanolo. Una rete che valorizzi fino alla commercializzazione anche i piccoli (non solo i grandi) che hanno puntato sulla qualità e non sulla quantità.
Prima di spronare un piccolo imprenditore a diventare medio o grande, occorre farlo esistere. E non lo si fa esistere costruendo l’utopia del mercato alternativo, lo si fa esitere se ogni attore del mercato fa il suo. Per quanto ci riguarda, noi proviamo a mettere in moto una fiera, che come tale è un mercato. Poi però, non c’è dubbio, il mercato non vive di poesia: tutti i veri protagonisti (i promotori, i distributori, le istituzioni, i consumatori) devono fare il loro mestiere. Devono trovare le convenienze e gli interessi per valorizzare i prodotti di qualità. Con Expo dei Sapori vogliamo proprio vedere se gli operatori prendono consapevolezza dell’opportunità che il comparto enogastronomico e agroalimentare italiano rappresenta, e se possono essere stimolati a cavalcarla seriamente.
EXPO DEI SAPORI
Expo dei Sapori, il Salone dell’enogastronomia e dei prodotti tipici organizzato da Ge.Fi spa (Gestione Fiere) ed Expo Cts all’interno della fiera di Milano, è dedicato agli operatori del settore da venerdì 12 a lunedì 15 novembre dalle 10 alle 18, ma sarà aperto anche al pubblico sabato 13 e domenica 14 dalle 10 alle 23. Oltre all’area espositiva, durante i quattro giorni della manifestazione Expo dei Sapori organizza numerosi master e degustazioni. Per informazioni: www.expodeisapori.it