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Conosci te stesso, era scritto sul tempio di Apollo a Delfi. È un’impresa sacra e mai completamente compiuta fino all’ultimo respiro terreno. Chesterton disse che l’io è oltre la stella più lontana, ce ne dobbiamo sudare la conquista oltrepassando mille barriere di egocentrismo scambiato per cura di sé. E se il viaggio alla scoperta dell’io è già di suo un’odissea, lungo la via s’incontrano sirene che fanno impazzire la bussola e deviare la rotta verso paludi o pianeti alieni.
Un brutto pantano è l’illusione di conoscersi frammentando il corpo in un olimpo di divinità che abitano sotto le ascelle, tra le rughe, nella pancia. Fare a pezzi l’incarnazione e idolatrarne i brandelli per valorizzare l’unicità del singolo è uno dei tanti modi di impazzire. Perché la parte ha bisogno del tutto e persino un discorso sulla ricrescita dei capelli bianchi è monco se, al fondo, tace il dato della nostra mortalità.
In questi giorni si svolge a Milano il Festival del ciclo mestruale. ...
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