Il cocktail in bustina no, non ci mancava

Di Elisabetta Longo
24 Marzo 2013

Arrriva dalla Gran Bretagna la novità beverina per la prossima bella stagione, e si tratta del cocktail in busta. Dopo il vino in cartone, le birre aromatizzate e gli alcopops (bevande alla frutta con un po’ d’alcol) ci mancava solo questa ulteriore depravazione alcolica per rovinarci il palato. Il cocktail in busta viene lanciato dalle catene della grande distribuzione inglese, Tesco e Asda, e potrebbe arrivare anche in Italia se la performance sul mercato inglese sarà soddisfacente.

ANTISPRECO. Richard Siddi, direttore della rivista Harpers Wine, ha incredibilmente detto che «sono l’ideale per coloro che cercando di ridurre al minimo i consumi, magari vogliono qualcosa di alcolico, ma aprire una bottiglia di vino e berne solo un bicchiere sembra uno spreco».
Disponibile in una ampia gamma di sapori e ingredienti, il cocktail in busta è fatto per essere portato comodamente in borsa frigo, senza il peso del vetro. «Invece di promuovere il bere eccessivo, quest’idea potrebbe realmente incoraggiare alla moderazione». Sì, perché un cocktail in busta deve essere così poco soddisfacente che la voglia di farsene un altro viene interrotta sul nascere.

 

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