Gozzi: «Dazi europei agli Usa? Ue ideologica, la guerra danneggia l’Italia»

Di Leone Grotti
22 Giugno 2018
Oggi entrano in vigore le ritorsioni europee contro le tariffe americane sull'acciaio e l'alluminio. Intervista ad Antonio Gozzi (Federacciai): «Dovevamo dialogare ed essere realistici»
epa06591378 Steel coils are piled in the Volkswagen car production plant in Emden, Germany, 09 March 2018. The annual press conference to present the financial results for 2017 will be in Wolfsburg, Germany, 13 March 2018.US President Donal J. Trump on 08 March 2018 signed a presidential proclamation on steel and aluminum tariffs imposing tariffs of 25 percent on steel and 10 percent on aluminum imports. A decision to impose the tariffs on Canada or Mexico will not be decided until negotiations on the North American Free Trade Agreement (NAFTA). EU Commissioner for Trade, Cecilia Malmstrom, called the decision wrong while still hoping that the 28-member state European Union will also be excluded from the US' measure. EPA/DAVID HECKER

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L’Unione Europea ha scelto la linea dura contro gli Stati Uniti, che a partire dall’1 giugno aveva imposto all’Ue dazi del 25% sull’importazione dell’acciaio e del 10% su quella dell’alluminio. Da oggi Bruxelles applicherà un rincaro del 25% su articoli di vario genere per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. Tra i prodotti colpiti ci sono jeans (Levi’s), motociclette di grossa cilindrata (Harley Davidson), superalcolici (whisky e bourbon), prodotti alimentari, sigari e tabacco, yatch e carte da gioco (qui il rincaro è solo del 10%).

«ITALIA CI RIMETTE». Una guerra commerciale aperta è esattamente quello che Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, voleva evitare: «Noi siamo contrari a ritorsioni commerciali», dichiara a tempi.it. «Dovevamo tenere i nervi saldi e non trasformare una guerra parziale in una guerra globale perché un paese come l’Italia, in cui le esportazioni della manifattura rappresentano più di 400 miliardi di euro l’anno, ci rimetterà».

«UE IDEOLOGICA». Il timore di Gozzi, che è anche presidente del gruppo Duferco, «è che gli americani reagiscano con dazi pesanti sulle auto tedesche. Simili tariffe sarebbero molto più gravi per l’acciaio italiano dei dazi sull’acciaio stesso. Nelle macchine tedesche, infatti, c’è un 60% di subfornitura meccanica italiana. Le ritorsioni sono un’idea demenziale».
«I temi del commercio internazionale», continua, «vanno affrontati in maniera pragmatica e invece l’Unione Europea si muove in modo ideologico, ma è sbagliato. Bisogna essere realistici. Bisogna dialogare e preservare l’alleanza atlantica anche davanti a un errore, come quello di Donald Trump, di imporre dei dazi».

LUNGA INTERVISTA. Sul prossimo numero di Tempi (scopri come abbonarti) verrà pubblicata un’ampia intervista ad Antonio Gozzi. Oltre ad affrontare il tema dei dazi l’imprenditore, che a settembre dopo sei anni lascerà Federacciai, si racconta e traccia un bilancio della sua presidenza, affronta ad ampio raggio il problema dell’Ilva e dell’economia italiana, commentando le proposte del governo su flat tax e reddito di cittadinanza, ricordando anche la sua esperienza politica nel Psi e gli anni di Tangentopoli.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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