I francesi che partono per il jihad «si radicalizzano anche in moschea e per l’IS non valgono niente»

Di Redazione
21 Novembre 2014
Per l'esperto di islam e terrorismo Samuel Laurent, «nell'ultimo video i francesi si mostrano a viso scoperto. Altri sono mascherati ma loro sono là per morire»

francia-iraq-jihad-Maxime-Hauchard«I jihadisti che partono dalla Francia non rappresentano il vero problema. Sono solo la punta dell’iceberg». È da quando lo Stato islamico ha diffuso un filmato con l’esecuzione di 18 prigionieri siriani e dell’ostaggio americano Peter Kassig che Parigi è tornata a interrogarsi sul problema dei francesi che partono per combattere il jihad in Iraq e Siria. Tra i terroristi che uccidono i siriani, infatti, si vede almeno un francese, Maxime Hauchard.

«SALAFITI IN FRANCIA». Per il consulente internazionale, esperto di islam e terrorismo, Samuel Laurent, «non si tratta di una novità. Se i jihadisti partono non è solo a causa dei video dell’Isil o perché si radicalizzano da soli su internet. Il problema è molto più complesso». L’esperto, intervistato da LaDepeche.fr, afferma che «da oltre dieci anni abbiamo lasciato che si sviluppasse [in Francia] una comunità salafita radicale. (…) Questa comunità si è sviluppata, è estremamente solida e ben organizzata oggi». E non fa adepti solo su internet ma anche in moschea.

RECLUTAMENTO IN MOSCHEA. «Ho l’impressione – continua Laurent – che si vogliano scindere due cose: in moschea si impara l’islam moderato e su internet quello radicale. Ma questo è falso. Oggi anche le moschee sono responsabili e in ognuna si può trovare qualche storia. Infatti non c’è bisogno che ci sia un imam salafita perché venga frequentata da salafiti. E anche se sono odiati dai fedeli moderati, continuano a prosperare. Il reclutamento non è quindi virtuale. Viene fatto nelle nostre città, nei nostri paesi».

«VALORE INSIGNIFICANTE». Secondo il ministero degli Interni, sono ben 1.132 i francesi partiti per ingrossare le fila dello Stato islamico. Alcuni di questi hanno appena realizzato un video per spingere i musulmani francesi a condurre attentati nella République. Il paradosso di chi parte, dichiara Laurent, è che si illudono di contare qualcosa ma in realtà vengono usati come carne da macello: «Questi giovani non sono che subalterni. Quelli dell’ultimo video si mostrano a viso scoperto. Non hanno alcun valore per lo Stato islamico, al contrario del capo dei boia, altrimenti anche loro sarebbero mascherati nei video. Loro sono là per morire e il loro valore è insignificante».

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1 commento

  1. Raider

    Sembra che non siano un problema, invece, gli islamici moderati, che accettano tutto questo, non protestano, non marciano, non dissentono, se ne fregano.
    Anzi, no, non sono nemmeno loro il problema: il problema sono quelli che si accorgono che il problema c’è: e si rendono conto che, continuando di questo passo, fra immigrazione, denatalità dei “vecchi europei” che nulla i governanti fanno per arrestare – come, invece, ha fatto Putin in Russia -, politicamente corretto, ci ritroveremo nei nostri stessi Paesi come minoranza senza identità.

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