“Europa chi sei?”. Il nuovo numero di Tempi e una serie di dossier sul voto di giugno
Con il numero del mensile di febbraio 2024 (già disponibile agli abbonati nello sfogliatore digitale) Tempi inaugura una serie di dossier in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno per arrivare preparati sui grandi temi che decideranno il risultato del voto, e sui quali ci auguriamo di vedere l’Unione «cambiare verso». Perché, come spiega Emanuele Boffi nel suo editoriale, dal posizionamento nello scenario globale alle battaglie su diritti civili e ambiente, «abbiamo ben visto dove ci ha portato una certa ideologia che, nell’assurda pretesa di una neutralità ideologica (ben poco neutrale e ben molto ideologica), ha finito per spolpare le carni e l’anima a un Continente che pare stanco ed esausto».
L’identità dell’Europa, l’assetto del mondo
Si comincia proprio nel numero di febbraio di Tempi con un’approfondita intervista di Rodolfo Casadei al filosofo Rémi Brague sulla crisi di identità di questa Europa che ha fin troppe persone pronte a «fare la morale» su tutto ma non ha «il morale per difendere ciò che rappresenta e per credere nell’avvenire».
E quello per il Parlamento europeo non sarà l’unico voto previsto nel 2024 che potrebbe sconvolgere la visione delle relazione internazionali a cui siamo abituati e gli assetti del mondo: nei prossimi mesi, ricordano Lorenzo Malagola e Lorenzo Castellani nei loro articoli su Tempi di febbraio, sarà bene tenere sott’occhio come minimo i risultati delle elezioni negli Stati Uniti, in Russia e in India.
Giustizia, Ilva, lavoro e imprese
Diversi nel nuovo numero di Tempi i servizi dedicati alle vicende italiane. Maurizio Tortorella dimostra perché, in attesa della importante riforma della giustizia finora solo annunciata da Carlo Nordio, non si può non concedere che il ministro ha ragioni da vendere per provare a migliorare le regole su abuso d’ufficio, traffico di influenze e legge Severino. Ma le misure previste rispetteranno le sue intenzioni?
Dell’ennesimo pasticcio intorno all’ex Ilva di Taranto si occupa invece Alberto Mingardi, che ripercorre la storia di un clamoroso (procurato) dissesto industriale durato decenni per arrivare alla domanda chiave che il paese deve trovare il coraggio di porsi: si può produrre acciaio in Italia o no? E per restare su imprese e lavoro, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha accettato di raccontare a Tempi per filo e per segno una legge di iniziativa popolare appena giunta al vaglio del Parlamento che potrebbe cambiare per sempre la contrattazione in Italia e segnare una svolta nel rapporto tra dipendenti e “padroni”. All’insegna della partecipazione.
Il Sinodo tedesco, il caso Harvard
Ampio spazio nel numero di Tempi di febbraio è dedicato poi al famigerato Cammino sinodale tedesco, con una lunga intervista concessa a Leoni Grotti da Dorothea Schmidt, giornalista cattolica che ha partecipato per mesi ai lavori dell’assemblea ecclesiale (malgrado il «clima da stadio» creato dal fronte “progressista”) e alla fine ha deciso di uscirne denunciando quelli che lei definisce esplicitamente «atti scismatici».
Non è certo da meno il clamore sollevato negli Stati Uniti dalle recenti dimissioni della rettrice di Harvard Claudine Gay in seguito a una relazione a dir poco ambigua resa davanti al Congresso di Washington sull’antisemitismo nel campus: potrebbe essere questo, scrive Giovanni Maddalena, l’inizio della fine del grave malinteso sostanzialmente razzista su cui si fonda gran parte delle politiche di inclusione nei campus americani.
Il Cav Mangiagalli, Amicone sul conflitto israelo-palestinese
La nostra Caterina Giojelli ci porta poi per un giorno dentro lo storico Centro di aiuto alla vita della clinica Mangiagalli di Milano, che adesso compie 40 anni e non si stanca mai di farsi in quattro per continuare a offrire una “casa di libertà” a donne e bambini in difficoltà a cui lo Stato invece non lascia altre opzioni che l’aborto.
Alle vere, misteriose radici e dimensioni del conflitto in Terra Santa tra ebrei e palestinesi è infine dedicato il “nocciolo della questione” del mensile di febbraio 2024, con un pezzo firmato vent’anni fa dal fondatore del giornale Luigi Amicone che sembra letteralmente scritto oggi.
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Tutto questo nel nuovo numero di Tempi e molto altro ancora, senza dimenticare ovviamente i nostri rubrichisti: Giancarlo Cesana che ricorda l’amico Jesús Carrascosa scomparso recentemente in Spagna, monsignor Massimo Camisasca che con il Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi inaugura a sua volta una serie di articoli dedicati alla poesia, Fabrice Hadjadj che racconta la terribile e ironica “decostruzione” del decostruzionista Jacques Derrida per mano di sua madre. E ancora, come sempre, Marina Corradi, Berlicche, Pier Paolo Bellini, Simone Fortunato, Renato Farina, Guido Clericetti e non solo.
In attesa che la rivista arrivi nelle loro case, gli abbonati possono già sfogliarla in formato digitale nell’area riservata del sito. I non abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito.
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