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L’Europa non si accontenti di un destino da pensione di lusso

Di Emanuele Boffi
01 Febbraio 2024
Dopo anni in cui sono stati socialisti e verdi a dettare la linea, le elezioni di giugno saranno l’occasione (parziale) per provare a cambiare verso all’Unione. Inauguriamo una serie di approfondimenti in vista del voto
Foto di Mika Baumeister su Unsplash

Inauguriamo con questa copertina un ciclo di articoli di Tempi dedicati all’Europa, dove a giugno si voterà per il rinnovo del parlamento. “Europa chi sei?” è il titolo della serie perché siamo convinti che, se non si interroga sulla sua identità, l’Europa è condannata a vagabondare. “Identità”? Ma non siamo ormai nel secolo della fluidità e dell’immediatezza? Perché attardarsi ancora con discorsi che sanno d’antico? Appunto: abbiamo ben visto dove ci ha portato una certa ideologia che, nell’assurda pretesa di una neutralità ideologica (ben poco neutrale e ben molto ideologica), ha finito per spolpare le carni e l’anima a un Continente che pare stanco ed esausto, quasi rassegnato a non volere disturbi e impicci, vecchio (anche anagraficamente), molto ricco ma anche molto disilluso. L’Europa che è stata per secoli il cantiere del mondo, pare oggi concepirsi solo come una pensione dove trascorrere in pace gli ultimi anni azzurri.

Dice Rémi ...

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